ROMA
Discarica Roncigliano, fra proroga e proteste
Si riaccende la questione rifiuti in città dopo che il sindaco decide di prorogare l’apertura di una discarica devastante per la provincia. I comitati in piazza sabato a Roma
Sabato 15 gennaio a partire dalle 9.30 si svolgerà a Piazza Santi Apostoli a Roma il presidio contro la proroga per l’apertura della discarica di Roncigliano, nel comune di Albano. La vicenda risale all’estate scorsa, quando nel pieno dell’ennesima “emergenza rifiuti” nella capitale, la sindaca Virginia Raggi decise di aprire un settimo invaso di una discarica lungo via Ardeatina che aveva già pesantemente contaminato il territorio, le falde acquifere, l’aria. I comitati locali hanno dato il via a una mobilitazione importante, cresciuta nei mesi estivi e costruita a partire da una forte consapevolezza rispetto al tema rifiuti, grazie alla storica e vittoriosa lotta contro la costruzione di un inceneritore nello stesso comune di Albano.
La scelta estiva della sindaca Raggi ha determinato un drammatico flusso giornaliero di Tir da Roma in direzione Albano con tonnellate di rifiuto indifferenziato. L’apertura della discarica era però vincolata a 6 mesi e quindi al 15 gennaio come data ultima. In questi mesi la mobilitazione è andata avanti, cercando interlocuzioni e costruendo proteste per portare all’attenzione della rinnovata assemblea capitolina la problematica.
La giunta Gualtieri però non si è distinta per innovazione né per progettualità rispetto alla questione rifiuti fin dalla campagna elettorale.
Come ha riportato anche la rete Zero Waste in questo comunicato, nonostante le aperture al dialogo dimostrate dalla neo-assessora Alfonsi, le proposte nel concreto non puntano alla riduzione della produzione del rifiuto, ma alla sua gestione produttiva, con impianti a biogas e simili. Questo approccio è antitetico a quanto si propone nelle proposte di economia circolare sempre più diffuse in tante esperienze metropolitane.
Ciononostante, era speranza diffusa che almeno non venisse prorogata l’apertura del settimo invaso di Roncigliano, sia per la gravità sanitaria ed ecologica del danno, sia per ipotizzare strade almeno distinte rispetto alla giunta precedente. Invece nella giornata di mercoledì 12, è arrivata l’ordinanza, il sindaco Gualtieri rinnova di altri sei mesi l’utilizzo della discarica.
Il presidio di sabato allora diventa ancora più rilevante mentre malcontento e protesta crescono.
Doris Ercolani, del Comitato No Inc ci dice: «È importante essere in piazza dopo la scelta di Gualtieri. Roncigliano non è adatta, è stata dichiarata inutilizzabile dall’Aia, è quasi piena e il territorio è molto inquinato. Sono aumentati del 30% i tumori e le malattie respiratorie. I dati Arpa su terreno e falda acquifera sono spaventosi. La popolazione della zona non usa più l’acqua del rubinetto per cucinare. Siamo a una devastazione territoriale senza precedenti».
Chiediamo a Doris come si immagina i prossimi mesi di questa lotta combattuta finora con petizioni, presidi, manifestazioni. «D’ora in poi si apre una fase ancora più dura, perché cambiano i partiti ma non cambiano purtroppo le politiche ambientali. Non solo l’ordinanza permette di continuare a sversare a Roncigliano, ma lo permette anche ad altri 24 comuni tra cui la stessa Albano. Dobbiamo scendere in piazza perché tocca tutti e tutte, da Roma ai Castelli, continueranno a sversare rifiuti nel prossimo terreno che riterranno sacrificabile».
Proprio sulla vertenza della discarica, intanto, si apre la prima crepa della maggioranza capitolina. I consiglieri comunali di Sinistra Civica Ecologista Alessandro Luparelli e Michela Cicculli, assieme al Consigliere del Consiglio Provinciale, Roberto Eufemia, hanno diffuso nel pomeriggio un comunicato stampa di dura critica alla scelta di Gualtieri.
«Roma e la sua provincia, per quanto riguarda i rifiuti e la loro gestione, pagano un non governo che dura da troppo tempo. Una mala gestione, che ha consentito di riempire discariche senza pianificazione e programmazione, senza aumentare la raccolta differenziata in città, ma andando a infierire su alcuni territori della provincia, sede di discarica. Roma ha bisogno di costruire impianti di trattamento e riciclo, che siano proporzionati, non impattanti e sicuri sul proprio territorio». Proprio per queste ragioni promettono che saranno a fianco dei comitati sabato.
Roberto Eufemia dice a Dinamopress: «Stiamo intanto valutando le armi amministrative e consiliari che si possono utilizzare, consapevoli che, in Provincia, la situazione è ulteriormente complicata dal fatto che Fratelli d’Italia [in minoranza nel consiglio a differenza di Eufemia, ndr]ha già proposto una mozione di chiusura della discarica. Nel frattempo do la massima disponibilità a supportare la lotta popolare che si sta portando avanti ai Castelli, nei modi e nelle forme con cui i comitati vorranno continuarla».
Il problema è che a seguito della riforma delle province il presidente di diritto è il sindaco della città metropolitana e per questo è molto difficile che il Consiglio possa opporsi in modo efficace a una decisione del suo presidente.
Sabato sarà in piazza anche la Rete Ecosistemica, che raccoglie associazioni e collettivi ecologisti e che da mesi segue la vicenda di Albano e che nel suo comunicato scrive: «Non possiamo continuare a esportare rifiuti nella provincia, nella regione, nel paese e nel mondo, facendo pagare il conto a cittadinə, romanə e non, e all’ambiente. Siamo convintə che Roma debba passare a una gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti, nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità e della gerarchia dei trattamenti. Per questa ragione, come Rete Ecosistemica, intendiamo iniziare un percorso di lotta e di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti nella Capitale».
La palla infatti, torna al centro della questione, cioè l’impatto ecologico della metropoli. Fino a quando la capitale continuerà ad avere una gestione dei rifiuti così pessima, così incapace di intraprendere percorsi di riduzione della produzione, di chiusura del ciclo? Perché un provvedimento in fin dei conti banale come la raccolta porta a porta, non si vuole attuare? Quali sono gli interessi economici in campo che spingono a continuare a generare e gestire rifiuti? Perché la situazione da anni porta disagio nei quartieri e devastazione nella provincia e i politici di turno non offrono soluzioni nonostante cambino le giunte?
Queste alcune delle domande a cui il Consiglio Comunale, la Giunta, i vertici di Ama dovrebbero trovare una risposta. Ne va della tutela dell’ambiente e della salute di tutte e tutti.
Tutte le immagini dalla pagina Facebook di No. Inc. / Presidio Permanente lotta contro la discarica