ROMA
+ De Core – Decoro: mobilitazione contro le panchine anti clochard
Mobilitazione contro le panchine anticlochard in via Giovanni Da Procida in II Municipio a Roma- “+ De Core – Decoro”, lo slogan degli attivisti, contro una città ostile ai poveri e agli ultimi.
Ricordate le famose panchine anti clochard installate in II Municipio a Roma da un comitato di residenti con il benplacito del II Municipio? Bene, ieri sera un gruppo di attivisti antirazzisti e di cittadini del territorio è entrato in azione contro quell’insopportabile esempio di ‘architettura ostile’ di cui Federica Borlizzi ha ampiamente parlato su DINAMOpress. Contro l’ideologia del decoro che privatizza gli spazi pubblici ad uso e consumo dei proprietari, contro la guerra ai poveri che si nasconde dietro la lotta al degrado, un’iniziativa allegra ma determinata
“Siamo andati con la volontà di lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile al municipio, che le ha autorizzate, e a tutte le istituzioni: mettere delle sbarre sulle panchine non è la soluzione. – si legge nel comunicato diffuso dai volontari di Baobab Experience – La cosa è ancor più grave considerando che il II municipio, dopo aver chiesto con un ODG lo sgombero del presidio di via Ccupa nell’estate 2016, per lavarsi la coscienza aveva votato un altro ODG in cui si definiva “municipio dell’accoglienza”“. Oltre a distribuire volantini e attaccare adesivi e cartelli nella piazzetta di via Giovanni da Procida, sono stati resi noti a tutti i cittadini i dati sulla povertà in Italia, così che nessuno possa dire di non sapere: a cominciare da quei residenti che sono scesi di casa per capire cosa stesse accadendo.
Un’azione non solo simbolica ma anche pratica quella di ieri sera, a cui ci auguriamo ne seguano altre nelle prossime settimane in tutta la città: “Armati di umanità e olio di gomito, abbiamo rimosso una sbarra da una panchina come gesto simbolico, rivendicandolo come disobbedienza civile contro le politiche messe in atto per perseguitare le persone più fragili che vivono nelle nostre città. Non possiamo accettare che le istituzioni agiscano in maniera repressiva e cercando di costringere all’invisibilità i più deboli. Montare delle sbarre sulle panchine per impedirvi di dormirci serve solo a spostare la questione da un’altra parte, in un altro parco, vicino ad una stazione, fino ad arrivare alle periferie. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.