OPINIONI
Con il Covid non si balla
Tutta da ridere l’improvvisa conversione dei benpensanti leghisti e fratellitalioti in deleuziani desideranti e in contestatori agambeniani dello stato d’eccezione, tanto per attaccare le misure sanitarie del governo.
Per non parlare di Daniela Santanchè, proprietaria di una discoteca, che ne esalta la sicurezza denunciando i rischi delle feste in case private e dei rave selvaggi, come una tenutaria di bordelli additerebbe i pericoli igienici delle sex worker di strada. In pratica, tutti a difendere e indennizzare il comparto divertimentificio con il suo indotto di consumazioni, cubiste e sostanze.
Ma non per questo ci entusiasma l’altro versante, la ragionevole ma timidissima serie di misure governative di contrasto a Covid-19, con la tardiva e giusta chiusura delle discoteche ma solo due giorni dopo ferragosto e l’incredibile via libera alle crociere (mentre restano sigillate le biblioteche).
Soprattutto se si considera la diffusa copertura ideologica di questi provvedimenti contrattati sino all’ultimo con le Regioni (anche amiche): una malcelata ostilità verso “i giovani”, scapestrati e incontrollabili, che viaggiano e si impestano all’estero, si “assembrano” sul territorio nazionale in movida, falò e bar, scopano addirittura senza distanziamento. Come se nulla c’entrasse il lavoro di fabbrica, la logistica e il trasporto sui treni regionali lombardi (che viaggiano tuttora al 100% della capacità).
Non vi sembra una versione “civile” dei capri espiatori che Salvini e Santanchè additano improbabilmente nei migranti infetti?
Non solo un’intera generazione è stata massacrata con il lavoro informale, oggi falcidiato dal lockdown, e una ancora più giovane rischia di essere penalizzata in termini di socializzazione e formazione, dal blocco dell’insegnamento in presenza, ma questi stessi giovani vengono indicati come responsabili di una seconda ondata della pandemia, sorvolando sulle lacune di un sistema sanitario definanziato per decenni e tuttora insufficiente sul piano territoriale.
Per un verso le destre cercano cinicamente di carpire consensi fra i giovani mandandoli al macello in nome della libertà individuale (e del profitto degli imprenditori della produzione e della distribuzione), per l’altro, “a sinistra”, si rinnovano le prediche sull’austerità, condannando i contatti dei corpi a meno che non servano alla produzione di merci.