ROMA

Conto alla rovescia per La Barbuta

Il campo rom che si trova a ridosso dell’aeroporto di Ciampino sta per essere totalmente sgomberato, dopo un anno di minacce e blitz da parte del comune che ora si accanisce contro le venti famiglie rimaste e annuncia per il 6 settembre la chiusura, senza fornire alternative

«Signor Prefetto, siamo i/le rappresentanti dei nuclei familiari del Villaggio attrezzato La Barbuta, che tra il 5 e 6 di agosto hanno ricevuto dall’Ufficio Speciale RSC del Comune di Roma l’intimazione di “lasciare libero da persone e cose entro e non oltre il 6 settembre 2021” il modulo abitativo che lo stesso Comune aveva loro assegnato anni prima».

Comincia così la lettera che le cento persone residenti nel campo della Barbuta hanno spedito a Matteo Piantedosi, prefetto di Roma, perché intervenga immediatamente, prima che dalla intimazione si passi ai fatti. Ma il tempo ormai è agli sgoccioli e occorre che un’autorità in grado di farlo, prenda in mano una situazione ormai allo sbando.

Per conto di quei cento rom, l’Associazione Cittadinanza e Minoranze, oltre a inviare la lettera al prefetto, ha diffidato l’Ufficio rom del comune «dal perpetrare sgombero alcuno del villaggio La Barbuta in quanto ciò costituirebbe violazione dei diritti dei soggetti coinvolti. Resta inteso che nel caso in cui Codesta Amministrazione adotti lo sgombero forzato intimato, ci si riserva per agire in giudizio per la difesa dei diritti dei nostri Assistiti anche a tutela del risarcimento del danno subito senza ulteriore preavviso e con aggravio di spese a Vostro carico».

Le elezioni sono dietro l’angolo e Virginia Raggi, oltre ad allestire i banchetti per raccogliere “Avanti con coraggio” (e ce ne vuole molto, oltre a una notevole faccia di bronzo) le firme per la sua ricandidatura a sindaco di Roma, deve allestire una campagna elettorale che piaccia ai benpensanti ai quali chiede il voto.

Così, in fretta e furia allestisce uno sgombero di rom, (che fa sempre punti) anche se il cosiddetto “Patto” firmato con gli stessi abitanti dei campi prevede che il comune provveda a soluzioni abitative idonee.

Per questo, la diffida precisa che «non sono state formalizzate in lingua comprensibile per tutti gli interessati delle soluzioni alternative concretamente fruibili né vi è ad oggi la disponibilità di una struttura abitativa alternativa dotata di acqua, corrente elettrica, servizi igienici, accesso stradale e a servizi scolastiche che consenta di mantenere uniti i nuclei familiari. Come noto, inoltre, nel villaggio La Barbuta, sono presenti minori e soggetti disabili per i quali non è stata fornita assistenza alcuna».

Foto dall’archivio DINAMOpress

Non basta. Anche nella lettera inviata al Prefetto l’Associazione ricorda che «non è vero che il Comune, proponendo agli abitanti del Campo de La Barbuta di sottoscrivere il Patto di Responsabilità, abbia offerto un’alternativa abitativa valida, poiché il Patto prevede impegni che non tutti i nuclei familiari a cui è stato proposto sono in condizioni di mantenere. Ciò alla Sindaca Raggi e all’UNAR è stato fatto tempestivamente presente con la lettera del luglio del 2020 in cui si chiariva che coloro che non avevano potuto firmare il Patto, oltre a spiegarne le obiettive ragioni, avanzarono anche una controproposta e si dichiararono aperti a un confronto. Ma a quella lettera la Sindaca Raggi non ha dato alcuna risposta. È pure prevedibile che in sede di sgombero verrà proposto alle persone più fragili di lasciare le loro famiglie per ricoverarsi in un centro di accoglienza. Ma le pare, signor Prefetto, che sia questa un’alternativa abitativa? Non è, piuttosto, una pretestuosa scusa non conforme alla legge?».

Cittadinanza e Minoranze chiede al prefetto quell’ascolto che non ha ottenuto dagli uffici del sindaco e che rappresenterebbe un obbligo dal momento, chiarisce l’associazione, che «la pratica degli sgomberi forzati è stata più volte oggetto di censura tanto in sede giudiziaria quanto da parte delle istituzioni comunitarie e sovranazionali, in quanto illegittima sotto numerosi profili».

Foto di copertina de La Barbuta dall’archivio DINAMOpress.