ROMA

Nunzio e Marco, condannati per aver difeso il Municipio dall’omofobia di Militia Christi

Dopo la condanna per Nunzio D’Erme, Marco Bucci e Marco Liodino, il Centro sociale Spartaco prende la parola per ricostruire i fatti del 2014 e il clima di odio in cui Militia Christi provò a impedire un convegno contro l’omofobia

Tre anni e dieci mesi. Questa è la condanna che il Tribunale di Roma ha deciso in primo grado per Nunzio D’Erme, storico attivista del centro sociale Corto Circuito ed ex consigliere comunale. Insieme a lui sono stati condannati anche Marco Bucci, attivista del centro sociale Spartaco, e Marco Liodino. La sentenza riguarda un fatto avvenuto nel 2014 per cui Nunzio ha già scontato la detenzione cautelare in carcere e poi ai domiciliari: durante un convegno istituzionale sull’educazione alla differenza, tenutosi nella sede del VII Municipio a Roma, alcuni militanti del gruppo di estrema destra Militia Christi si presentarono per contestare l’incontro. Nel caos che ne seguì, alcuni militanti reagirono alla presenza degli oltranzisti cattolici, la cui presenza fu nei fatti tutelata dalle forze dell’ordine presente. Queste condanne sono l’ennesimo attacco per via giudiziaria alle lotte sociali, una sentenza che si inserisce perfettamente nel clima di oscurantismo e demonizzazione di ogni forma di conflittualità sociale.

 

Pubblichiamo di seguito il comunicato del Centro sociale Spartaco


 

DIFENDERSI DAL MEDIOEVO NON PUO’ ESSERE UN REATO

Alla fine ci hanno condannati. Perché non siamo riusciti a rimanere in silenzio e non lo faremo mai di fronte a chi semina odio, violenza e pregiudizi. Il 21 maggio del 2014 eravamo lì, presso la sede del VII Municipio, ad ascoltare e portare il nostro contributo al convegno “Caro prof… mi chiamano gay”, che metteva al centro l’educazione sentimentale, nel rispetto dell’orientamento sessuale e nel contrasto dell’omofobia. Eravamo insieme ai genitori e agli insegnanti, al Presidente del Municipio, a un Assessore municipale e a un Parlamentare della Camera dei Deputati. Siamo convinti che un cambiamento vero sia possibile a partire dalle nuove generazioni diffondendo i valori dell’inclusione e della diversità. Perché quello che successe in quel periodo al liceo Cavour, ovvero un ragazzo gay di 15 anni che si tolse la vita perché preso in giro dai compagni, non succeda mai più. Il nostro compito è contrastare ogni tipo di discriminazione, da quella sessuale a quella di genere, da quella dei migranti a quella nei confronti di chi versa in uno stato di povertà e indigenza.

Oggi non possiamo sentirci al sicuro fino a quando ci sarà chi, come questo Governo, continuerà ad attaccare i diritti civili e umani. Per noi ogni persona ha il diritto di essere quello che si sente di essere, di esprimere sé stesso e la propria personalità senza restrizioni e limiti, di costruire la propria vita in piena libertà, di condividere sé stesso con chi ama. Per questo facciamo vivere ogni giorno il centro sociale Spartaco. Dobbiamo sforzarci di decostruire il concetto tradizionale di famiglia e tutti gli stereotipi costruiti intorno ad esso. Le relazioni amorose e sessuali sono molteplici, e tutte legittime oltre che piacevoli. Durante il convegno per il quale tre compagni sono stati condannati in primo grado a un totale di 7 anni il 5 Novembre, Militia Christi ha fatto la sua provocazione provando a sostenere che sia sbagliato, “un pericolo per la purezza della famiglia italiana”, educare i ragazzi e le ragazze delle scuole di periferia alle diversità sessuali. Noi crediamo che nessuno possa essere discriminato per la propria sessualità. Dobbiamo difenderci dalla violenza e dalla prepotenza e quel giorno lo abbiamo fatto. Li abbiamo cacciati dal nostro convegno perché volevano provare ad impedirlo. Per questo riteniamo sia assurdo l’intervento spropositato delle forze dell’ordine in quel frangente e in seguito la condanna inconcepibile.

Non abbiamo fatto finta di niente, non ci siamo girati dall’altra parte, non ci siamo tirati indietro. Abbiamo deciso da che parte stare ed è per questo che ci hanno condannati. Ma non abbiamo paura perché non ci sentiamo soli. Siamo insieme al mezzo milione di persone del Pride che lo scorso 9 giugno sono scese in piazza a Roma per affermare i propri diritti lgbt, siamo con il movimento Non una di meno e con tutte e tutti quelli che si oppongono all’approvazione del decreto Pillon sulla famiglia e al decreto Sicurezza, siamo con tutti quelli che non possono accettare che l’attuale governo Salvini-Di Maio ci riporti indietro di anni, nel periodo più buio della nostra storia.

Saremo in piazza a Roma il 24 Novembre: Manifestazione nazionale di Non una di meno e il primo Dicembre alla manifestazione cittadina sei 1 di NOI.