ROMA

Communia è all’asta? Valiamo molto più dei vostri profitti

Lo spazio di Communia, a San Lorenzo, è stato messo all’asta e si prevede di sgomberarlo all’aggiudicazione. Una decisione che arriva dopo anni di trattative e lotte dal basso che cercano di strappare il quartiere alla speculazione selvaggia

E’ lungo e complesso ricostruire la travagliata e a tratti tragica storia dell’area di via dei Lucani. Colpevolmente abbandonata per anni e anni a causa del menefreghismo dei proprietari della zona e delle istituzioni, valorizzata unicamente dalle realtà artigianali qui presenti e dal nostro spazio sociale, quel complesso di baracche cadenti è divenuto negli anni una delle zone più trascurate e pericolose di Roma, in un gioco al massacro nel quale l’abbandono e l’insicurezza erano unicamente funzionali a creare le condizioni per esasperare gli animi dei residenti fino a rendere digeribile una futura speculazione, come del resto prevedevamo già mesi prima che il femminicidio di Desiree Mariottini facesse tragicamente assurgere questo fazzoletto di terra a caso nazionale. Ed ecco che in seguito a quel dramma, sono iniziate le sfilate di quelle stesse istituzioni che fino al giorno prima non erano state in grado di mettere neanche una transenna. E di quei proprietari che per anni hanno abbandonato le loro proprietà fino a farle diventare così cadenti da risultare pericolose per la cittadinanza.  

L’evidenza delle vergognose mancanze che si sono succedute negli anni hanno forzato il comune di Roma a proporre un progetto di riqualificazione partecipata e orientato alla costruzione di spazi verdi e servizi pubblici per il territorio.

Nel contesto di quel percorso, per mesi e mesi la Libera Repubblica di San Lorenzo insieme con moltissime associazioni del territorio e cittadini, ha proposto il proprio progetto orientato alla costruzione di aree verdi, costruzioni ecosostenibili, servizi e alla preservazione delle realtà sociali e artigianali già presenti nel territorio. Parallelamente al percorso pubblico della Libera Repubblica, i proprietari dell’area si riunivano, in forma ovviamente privata, alla faccia del percorso partecipato, per elaborare un progetto alternativo che, ignorando del tutto i tempi e gli obbiettivi urbanistici del percorso indetto dal Comune, proponeva la solita ricetta per San Lorenzo: palazzine di mini-loft, parcheggi e qualche aiuola tanto per dare una spruzzata di green.

Del nostro spazio sociale, nessuna traccia nel progetto dei proprietari. La solita barbara aggressione speculativa su un territorio che di tutto ha bisogno tranne che di nuove residenze.

Fortunatamente, l’assessore all’urbanistica Luca Montuori rifiutava la proposta che i proprietari senza alcun pudore presentavano, e procedeva nella direzione di un’azione pubblica volta a espropriare le proprietà presenti e procedere con un progetto finanziato dal Comune che recepiva – in parte – le indicazioni presenti nel progetto partecipato della Libera Repubblica di San Lorenzo. Già all’epoca, ci dichiaravamo indisponibili a qualsiasi progetto che prevedesse quote residenziali nell’area e denunciavamo l’atteggiamento ambiguo dell’amministrazione di centrosinistra del Municipio II che sembrava ben più intenzionata ad assecondare le pulsioni speculative di proprietari e costruttori, rispetto alle sacrosante rivendicazioni di chi è stanco di vedere un susseguirsi di palazzine nascere come funghi nel proprio quartiere e pretende spazi comuni e attraversabili.

Immagine dalla pagina facebook di Communia

Arriviamo ai giorni nostri con un dato politico significativo: lo stanziamento da parte della Giunta Raggi di 20 milioni di euro per eseguire l’esproprio dell’area e iniziare con i lavori pubblici. Un atto politico che, nonostante la nostra evidente distanza dalle politiche di quell’amministrazione, abbiamo riconosciuto essere coraggioso e affermare finalmente la prevalenza dell’interesse collettivo sugli interessi speculativi di qualcuno. Un coraggio che sorprendentemente è colpevolmente mancato all’amministrazione municipale che fino all’ultimo secondo ha tentato di proteggere il progetto speculativo dei proprietari.

Purtroppo, l’atto conclusivo dell’iter, con la dichiarazione di interesse pubblico e l’avvio dell’esproprio, non ha fatto in tempo ad arrivare per la definitiva approvazione in Assemblea Capitolina, essendone l’attività ormai limitata agli atti urgenti ed improrogabili fino alle elezioni.

Ora, quell’amministrazione lascia il posto alla nuova amministrazione di centrosinistra. E ancora, la riconfermata Presidente del Municipio II Francesca Del Bello appena una settimana prima delle elezioni continuava a osteggiare l’ipotesi d’esproprio e a proporre di sedersi al tavolo con i proprietari a ridiscutere del progetto di nuove residenze e mini-loft. In cerca magari di qualche abbellimento, qualche piccolo miglioramento che potrebbero rendere quell’offesa più digeribile per la cittadinanza senza per questo intaccarne la natura speculativa.

Nel frattempo lo spazio di Communia è stato messo all’asta, insieme con una serie di altre proprietà i cui proprietari sono falliti, per un totale di circa 4700 mq (circa 1/3 del totale dell’area di Scalo/Lucani).

Una ghiottissima occasione per i costruttori che potranno acquisire a prezzo stracciato questa enorme area per poi costruirvi come meglio credono, in assenza di un deciso intervento delle istituzioni.

Magari andando a verificare chi vincerà quell’asta, scopriremo il nome del prossimo speculatore che – chissà, forse consorziato con i proprietari della zona- si propone di tirar fuori un altro po’ di soldi da San Lorenzo. L’asta prevede tra l’altro che Communia venga sgomberata all’aggiudicazione. Essendo l’asta il 20 dicembre, invitiamo caldamente gli eventuali futuri proprietari a togliersi dalla testa qualsiasi ipotesi di sgombero, almeno per evitare di rovinarci a vicenda le festività natalizie, dato che non abbiamo alcuna intenzione di togliere il disturbo e attendere passivamente che una pioggia di mini-loft sostituisca la nostra aula studio, la nostra sartoria migrante autogestita, i nostri sportelli sindacali, i nostri corsi, le nostre iniziative culturali, la nostra comunità.

Immagine dalla pagina facebook di Communia

In una recente iniziativa in Piazza dell’Immacolata, il neosindaco di Roma Roberto Gualtieri, interrogato sul tema del progetto di via dei Lucani, affermava che non tutto ciò che ha fatto l’amministrazione precedente sia da buttare e che in ogni caso, l’interesse pubblico e la partecipazione saranno al centro delle politiche urbanistiche.

Parole che abbiamo preso molto sul serio. Al punto che riteniamo indispensabile che l’Assemblea Capitolina ratifichi rapidamente e con determinazione quanto già approvato dalla Giunta precedente e proceda con l’esproprio dell’area e con la pianificazione dei lavori pubblici così come definiti dal progetto partecipato della Libera Repubblica e recepito dal precedente assessore. Del resto, in questo caso i soldi già ci sono, essendo stati stanziati dalla precedente amministrazione. E dunque, se l’amministrazione Gualtieri dovesse decidere per un nulla di fatto, per un ritorno al progetto dei proprietari della zona, si tratterebbe di una decisione squisitamente politica, grave e regressiva, che tornerebbe ad affermare la preminenza dei profitti privati sugli interessi pubblici e un’idea di città brutale, in cui la definizione dello spazio pubblico è strutturalmente abbandonata all’iniziativa speculativa.

Del resto, l’approvazione della procedura d’esproprio da parte dell’Assemblea Capitolina siamo certi allontanerebbe anche l’ipotesi dell’acquisto di Communia e del suo sgombero.

Riteniamo non vi sia altra alternativa a perseguire la strada della difesa degli interessi collettivi, di un’idea di città verde e ricca di servizi per la cittadinanza. La strada delineata dalla partecipazione dei cittadini e delle cittadine nel corso di lunghi mesi di discussione e progettazione collettiva a San Lorenzo. Qualsiasi alternativa sarebbe solo l’ennesimo attacco contro San Lorenzo e l’ennesimo insulto ai percorsi partecipativi esistenti.

Per quel che ci riguarda, siamo e saremo a Scalo San Lorenzo 33 fino alla realizzazione dell’esproprio dell’area.

Omnia Sunt Communia