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Commons della cura. Le sfide dell’infanzia al municipalismo di Barcellona
La prefazione di “Cura comune e potere collettivo. Le sfide dell’infanzia al municipalismo di Barcellona” di Manuela Zechner (tradotto da Paolo Do, Edizione Momo), che affronta il rapporto tra movimenti e istituzioni a Barcellona a partire dalle pratiche fondate sui commons, le politiche femministe e le esperienze nell’infanzia
La sinistra globale e i movimenti femministi hanno guardato a Barcellona come a un laboratorio di lotta sociale fin dalla rivoluzione politica, sociale e femminista degli anni Trenta e dalla guerra reazionaria che è stata intrapresa per contrastarla. Nell’ultimo decennio un gran numero di libri e di articoli ha raccolto le lezioni dei movimenti e degli attori chiave della politica spagnola post-2011: la PAH (movimento per i diritti alla casa), il movimento 15M, Podemos, il municipalismo e l’indipendentismo catalano.
Gli esperimenti che si sono dati nello specifico contesto di Barcellona (la storia della rivoluzione e del fascismo, il rapido boom economico e il seguente crollo immobiliare, la debole unità dello Stato spagnolo) ci aiutano a porre questioni molto più ampie sulla lotta e i processi di trasformazione: come costruire e sostenere il potere popolare, come combattere il capitale immobiliare finanziarizzato, come creare un movimento di massa femminista, come sostenere una dinamica produttiva tra movimenti e partiti, e così via.
La prospettiva di Manuela Zechner su questo laboratorio è nuova e rigenerante: orienta la nostra attenzione nei meandri nascosti della cura e della micropolitica il cui potere, o la cui debolezza, condizionano e modellano profondamente l’eroismo della rivoluzione sociale e delle rivolte, la tenacia e le astuzie degli esperimenti elettorali così come la contraddittoria aspirazione all’emancipazione nazionale.
Può sembrare che l’attenzione alla micropolitica ci allontani dalla tanto pubblicizzata lezione di strategia e politica di Barcellona per riportarci a questioni meno significative di etica e convivialità. Niente di più sbagliato.
Alain Badiou, a proposito delle conseguenze del maggio 1968, ha sottolineato la centralità della “fedeltà all’evento” come base per la continuazione soggettiva dell’evento e della verità che ha prodotto. Manuela Zechner propone un altro approccio, meno idealista, al tema della continuità dell’evento: è all’interno delle relazioni e dei territori della cura che le persone e le potenzialità di un evento – in questo caso la manifestazione del 15 maggio 2011 – sono state testate, alimentate e rese durature.
Zechner mostra come lo spazio di sperimentazione nato dal 15M e dalle sue commissioni femministe sia stato mantenuto aperto dai gruppi di cura autogestiti nel quartiere Poble Sec a Barcellona; uno spazio non solo dove rispondere ai bisogni immediati di cura dei bambini nella crisi della riproduzione sociale (fatta di austerità, disoccupazione e precarietà), ma dove costruire comunità resistenti attraverso le quali genitori, bambini e prestatori di cure si impegnano in un processo continuo di autoformazione democratica.
Tracciando la relazione tra i commons della cura e la politica urbana, la Zechner dimostra come una politica territoriale della cura possa contribuire a mantenere aperto l’orizzonte di una politica istituzionale dei commons.
Zechner evidenzia, nel suo approfondito caso studio della micropolitica del municipalismo, come nonostante la loro reciproca tensione, la “femminilizzazione della politica” e la “politica al femminile” abbiano lavorato per superare la crisi macropolitica della legittimità. Questo è stato reso possibile dalla trasformazione della pratica politica aperta al protagonismo di quei soggetti che si sono rifiutati di interpretare la soggettività maschile e bianca, così dominante nella politica spagnola come altrove.
La storia raccontata da Manuela Zechner è una vicenda complicata, fatta di scoperte e rovesci, di fallimenti e invenzioni; ma è anche un appello urgente a prendere sul serio la cura e la micropolitica.
La capacità del municipalismo spagnolo di superare il profondo cinismo politico di ampie fasce della popolazione è basata, in misura non trascurabile, sulla sua capacità di agire e fare politica in modo diverso attraverso un’etica femminista e una politica trasversale quanto partecipativa. Tutto questo è stato realizzato con un’intelligenza affettiva capace di accogliere quegli affetti che, solitamente, sono esclusi dalla politica, e di farlo attraverso il dubbio e l’interrogazione, l’attenzione e l’empatia.
Allo stesso modo, lo studio di Zechner su una delle difficoltà centrali e dei fallimenti comuni delle piattaforme municipaliste, ovvero il coinvolgere i movimenti sociali e i partiti in un processo continuo di insegnamento e tensione reciproca, testimonia l’importanza organizzativa e politica della pratica femminista.
L’attenta etnografia e le elaborazioni teoriche di Zechner ci sintonizzano sull’importanza politica della cura e della micropolitica come condizioni per una strategia trasformativa: alimentano spazi di sperimentazione sociale, di resistenza, e mantengono il rifiuto, soggettivo e collettivo, nel sottomettesi alle regole e alle norme delle istituzioni, dei partiti politici e dei media.
Più che una complicazione della questione della cura e del ciclo di lotte e sperimentazioni istituzionali del 2011, questo libro è un contributo essenziale alla creazione di una “cultura di precedenti” femministi: non si concentrano sui successi tanto pubblicizzati da movimenti e partiti, ma sul lavoro per superare le impasse della cura e la loro caratteristica separazione tra macro e micro, tra produzione e riproduzione, tra cura e “fare le cose”, tra “individui indipendenti” e la rete della vita sociale e naturale.
I precedenti presentati in questo libro ci permettono di imparare da ipotesi e protocolli sperimentali per affrontare l’impasse della cura che contraddistingue l’era del disastro in corso.
La cura, la micropolitica e i commons emergono come elementi fondanti, piuttosto che collaterali, della macropolitica nella costruzione di movimenti, della trasformazione istituzionale e della transizione ecologica.
Cura comune e potere collettivo. Le sfide dell’infanzia al municipalismo di Barcellona