ITALIA

Climate Pride. Tra artivismo e biologia politica
La profonda interconnessione fra specie ed ecosistemi è al centro di un percorso nato con il Climate Pride del 2024. Le entità umane e non umane dipendono ra di loro per sopravvivere. Il prossimo appuntamento è a Roma il 25 febbraio con l’Assemblea della Multispecie
Sabato 16 novembre 2024 si è svolto a Roma il primo Climate Pride, un’alleanza tra la specie umana rappresentata da associazioni ecologiste e sociali, movimenti, cittadinƏ e la multispecie terrestre composta da animali, piante, batteri e ogni forma vivente.

Il Climate Pride è stata una street parade gioiosa e ribelle con un manifesto e una piattaforma di richieste molto determinata che vuole costruire la transizione ecologica nei territori attraverso il protagonismo delle comunità, a partire dall’uso delle fonti rinnovabili, risparmio energetico, riduzione dei consumi, economia circolare e processi decisionali partecipativi ed inclusivi. Abbiamo bisogno di uno shock trasformativo il prima possibile
Mentre aumentano i negazionisti climatici anche nelle istituzioni, la maggior parte delle persone su questo pianeta è preoccupata di come stiamo affrontando la crisi climatica. Nell’urgenza disperata di adoperarsi per frenarla, causata dall’azione antropocentrica, è ormai normale cadere in una narrazione catastrofista del futuro che genera ecoansia in ogni generazione.
La crisi climatica è una policrisi: economica, sociale, democratica, ecologica ma è anche una crisi di immaginario. Ecco che la provocazione attribuita a Frederic Jameson «È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo», e usata da Mark Fisher nel suo lucido saggio Realismo capitalista (Nero Edizioni, 2018) sembra introiettata nell’inconscio collettivo.

Tuttavia, il nostro immaginario è nutrito dalle molte autrici femministe che hanno elaborato un pensiero utopico realistico (solo per citarne alcune: Giorgia Serughetti, Donna Haraway, Alexis Pauline Gumbs, Anna Tsing, Gloria E. Anzaldua) e fantascientifico (Ursula K. Le Guin, Nnedi Okorafor, Octavia E. Butler, Rosi Braidotti), dall’opera fondamentale di antropologi come David Graeber che ci mostra come le società comunitariste sono sempre esistite nella storia umana e che lo sfruttamento dell’Uomo su altri esseri umani e sull’ambiente non è un destino (L’alba di tutto, Rizzoli 2023, andrebbe letto nei licei).
Sono tempi interessanti e di interregno. Tempi in cui immaginare il presente e il futuro, in cui fare esercizi utopici di immaginazione tutti i giorni, la mattina prima di colazione da soli, con amic3 e attivist3.
Il Climate Pride nasce in questo contesto. Una mega performance tra umani (l’alleanza tra associazioni e movimenti si è allargata dai temi ecologisti ai temi sociali, abitativi, femministi) e la Multispecie terrestre.
Con un grande atto partecipativo le persone sono state coinvolte a creare il proprio costume, maschera, cartello. Dal profilo Ig del Climate Pride: «Vestitevi da qualsiasi organismo vivente vogliate, sbizzarritevi con la creatività della Multispecie: piume, penne, tentacoli, squame, flagelli, peli è tutto ben accetto. Quale organismo racconta la tua connessione con la Terra e tutte le sue forme di vita? Puoi trasformarti in un animale, una pianta, batterio o in qualsiasi creatura del nostro ecosistema».
Un invito a rappresentare la Multispecie, a rendere presente gli organismi intorno a noi che già comunicano, vivono, si emozionano, si organizzano e che noi “specie superiore” escludiamo dal nostro orizzonte di civiltà. Alle maschere poligonali di animali, si sono aggiunte le maschere di funghi e batteri realizzate dall’artista Guendalina Salini e Fiamma Benvignati.

A far sollevare questo Pride naturalmente ci voleva la musica, una street parade per celebrare un rito collettivo, per celebrare la gioiosità della vita che i nostri corpi sanno apprezzare quando ballano. E per questo ci hanno elevato i dj Opium Child, Simona beat, Monkey man e All Tribes.
Prima che partisse la dionisiaca street parade c’è stata la performance musicale di Lotta e Sharxx, la performance collettiva coordinata da Andreco, in cui si è unito il super-simbionte con la Foresta in Cammino, realizzata con gli amici del lagobullicante.exsnia con stalkerlab e climate_art_project.
Questa operazione culturale è stata arricchita dalla visual identity dei tipi di Nero Edizioni.
Il Climate Pride è emerso come un’opera di artivismo in dialogo ideale con altre manifestazioni artivistiche del passato che vanno ricordate, le idee sono interconnesse nello spazio e nel tempo:
- Manifestazione No Grandi Navi, Venezia 2018. Nella testa del corteo, che si scontra con la polizia, ci sono bagnanti in costume con paperelle, gommoni, braccioli, salvagenti, maschere e pinne. In acqua barche, gondole, barchette che fermano le navi da crociera.
- Mega performance durante il G20, Amburgo 2017. Una masnada di zombie, da diverse parti della città e converge lentamente nel centro. Hanno vestiti e capelli ricoperti di argilla essiccata. A un certo punto le persone iniziano a spogliarsi e a ritrovare il colore, la vita, gli abbracci degli altri.
- Manifestazioni degli studenti, Italia 2010. In testa al corteo c’era una fila di enormi libri colorati, erano i book block, simbolo della riscossa dei saperi e anche strumento per difendersi dalle violenze della polizia.
- Manifestazione dei robot per il referendum per il reddito di cittadinanza, Svizzera 2016. A sfilare a favore del referendum ci sono dei robot, che vogliono prendersi il carico di lavoro che ricade di solito sugli umani.
- Manifestazione per il Lago Bulicante di Roma, 2021 Un zona umida creata dalla speculazione edilizia diventa un ecosistema lacustre dentro Roma. E’ di nuovo minacciata dallo stesso cinico palazzinaro. Nasce la “Foresta in cammino” che con le sue fresche frasche, un germano reale di grandi dimensioni, maschere e fischietti per uccelli, compare più volte in Campidoglio per fermare il cemento.
- Invasione dell’ingresso del Ministero dei Trasporti, Roma 2024. Extinction Rebellion organizza un gruppo di decine e decine di pinocchi con fischietti, tamburelli e un enorme pinocchio per ricordare al governo e al ministro che le bugie sulle loro politiche ambientali e sul ponte sullo stretto hanno le gambe corte.
Il 16 novembre appare sulla scena pubblica la Multispecie, l’insieme di tutti gli organismi viventi viene evocato e chiamato a raccolta per la prima volta in Italia. Animali, piante, batteri, funghi, virus sono compagni di coevoluzione, sono simbionti di tutti i processi di vita. La multispecie è attorno a noi e dentro tutti gli organismi viventi nei processi mutualistici del microbiota.
La multispecie ci viene in aiuto. Da un lato ci bacchetta e ricorda l’importanza dello shock trasformativo, dall’altro ci mostra la via. La multispecie, malgrado avrebbe tutto l’interesse semplicemente a liberarsi di questi fastidiosi umani che stravolgono il pianeta, ragiona in maniera diversa da noi: non in competizione, ma in sinergia. Non pensa ad accaparrarsi le risorse, ma a mantenere un equilibrio dinamico nella biodiversità.
FilosofƏ , scienziatƏ , giuristƏ , artistƏ , attivistƏ stanno riconoscendo quanto sia profonda l’interconnessione tra specie ed ecosistemi, quanto le entità umane e non umane dipendono l’una dall’altra per sopravvivere e prosperare. Riflessioni che provengono da una lunghissima tradizione del pensiero indigeno che ha sempre riconosciuto questa interdipendenza.
Oggi un numero importante di Paesi, tra cui Ecuador, Brasile e Bolivia, ha riconosciuto i diritti della natura nelle proprie Costituzioni o leggi. L’Irlanda potrebbe diventare il primo membro dell’UE a farlo. Alcune sentenze dei tribunali stanno dando il primato alle considerazioni ambientali, come la Corte Suprema dell’Estonia che ha stabilito che gli interessi ambientali prevalgono su quelli culturali nel decidere la rimozione di una diga.
Il pensiero multispecie approda in occidente con Donna Haraway (Chtulucene, Nero edizioni). Appare evidente per la filosofa americana la necessità di andare oltre i concetti di antropocene e capitalocene per non ridurre la storia del pianeta a un concetto fallimentare della specie umana. La sua è una proposta di pensiero utopico realista: creiamo una nuova era di interconnessione Multispecie, creiamo alleanze intersezionali, la multispecie è un agente sociale, si muove, agisce e resiste.
È la fine dell’io, è l’inizio del noi
PROSSIMI APPUNTAMENTI
– Il 25 febbraio al Circo Massimo si svolgerà l’Assemblea della Multispecie mentre sarà in corso a Roma la Cop16 sulla biodiversità che si terrà alla Fao.
– Una nuova edizione del Climate Pride avverrà a Bologna il 12 aprile in una convergenza verso gli Stati Generali della Giustizia climatica e sociale.
– Il Climate Pride nazionale sarà di nuovo a Roma il 15 novembre 2025
Tutte le immagini sono di Joyel Nelson
SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS
Per sostenere Dinamopress abbiamo attivato una nuova raccolta fondi diretta. Vi chiediamo di donare tramite paypal direttamente sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno