ITALIA
Cittadinanza: via libera al referendum che può cambiare l’Italia
La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulla cittadinanza. Un’occasione fondamentale per mettere in discussione i privilegi, ampliare i diritti e costruire una società più giusta
La decisione della Corte Costituzionale di dichiarare ammissibile il referendum sulla cittadinanza introduce un elemento di forte polarizzazione nello scenario politico italiano. Questo quesito rappresenta una sfida cruciale: costringere il paese a schierarsi su un tema che tocca direttamente il cuore della composizione sociale e delle disuguaglianze nel nostro paese.
Il referendum propone di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale richiesto allə stranierə per richiedere la cittadinanza italiana, affrontando una legge vecchia di 30 anni e profondamente inadeguata. Si tratta di un intervento necessario e coraggioso, che mira a ridurre lo scarto tra una popolazione “di diritto” e una “di fatto”. Non è solo una questione formale: è l’apertura di uno spazio per l’ingresso pieno nella sfera dei diritti, compreso quello di voto, per le persone che vivono stabilmente in Italia.
Dopo la decisione della Consulta, non c’è più spazio per posizioni intermedie: il referendum obbliga a scegliere tra un’apertura della cittadinanza e il mantenimento dello status quo. Rappresenta un’occasione per tuttə: per le persone direttamente interessate dalla riforma per i movimenti e le organizzazioni impegnati a costruire una società più giusta.
Il referendum offre uno strumento concreto per intervenire su una delle disuguaglianze più profonde del nostro paese, mettendo al centro dell’agenda politica il riconoscimento dei diritti di chi contribuisce ogni giorno alla vita della collettività. È una leva per il cambiamento, che può scardinare vecchi equilibri e aprire la strada a una riforma organica della cittadinanza attesa da decenni.
La sfida del quorum è resa ancora più complessa dalla bocciatura del referendum sull’autonomia differenziata, che moltə consideravano uno degli elementi trainanti per la mobilitazione. Questo richiede un ulteriore sforzo per costruire consenso e portare al voto il 50% più unə dellə elettorə, un obiettivo ambizioso nel contesto attuale. Inoltre, il paradosso rimane evidente: le persone direttamente interessate dalla proposta, perché ancora prive della cittadinanza, non potranno partecipare al voto, evidenziando quanto sia urgente condividere le “quote di privilegio” legate ai diritti civili.
Parallelamente, le forze politiche di opposizione non potranno più rifugiarsi in ambiguità o posizioni attendiste. Il referendum sulla cittadinanza costringe ogni attore politico a prendere una posizione chiara: o si sostiene un’idea di cittadinanza più aperta e inclusiva, che riconosca il cambiamento della composizione sociale del paese, oppure si sceglie di mantenere un sistema che continua a escludere milioni di persone dalla piena partecipazione ai diritti civili e politici.
Il referendum potrebbe rappresentare la leva che i movimenti aspettavano per riaccendere il dibattito sulla riforma della cittadinanza, ormai attesa da decenni. È un’occasione per creare uno spazio politico e sociale che spinga verso una revisione organica della legge, capace di riconoscere pienamente le trasformazioni già avvenute nella società italiana.
Il comitato promotore del referendum, già ampio e variegato, dovrà allargare ulteriormente il fronte di sostegno, coinvolgendo nuovi soggetti della società civile e del panorama politico. In una prospettiva più generale, il referendum sulla cittadinanza si configura come un elemento di forte polarizzazione sociale e politica. Da una parte, offre l’opportunità di affrontare un tema centrale per il futuro del paese; dall’altra, mette alla prova la capacità del nostro sistema politico di superare resistenze radicate e costruire un consenso attorno a un’idea di cittadinanza più inclusiva e aperta.
Il referendum sulla cittadinanza può rappresentare un’importante leva non solo per chi si occupa direttamente del tema, ma anche per i movimenti sociali impegnati nella costruzione di una società più giusta. È un’opportunità per mobilitare energie, aprire spazi di confronto e rafforzare legami tra diverse lotte, mostrando che un cambiamento concreto è possibile. Anche chi non si occupa specificamente di cittadinanza può trovare in questa sfida un punto di connessione con le proprie battaglie, condividendo l’obiettivo di abbattere privilegi e ampliare i diritti.
Immagine di copertina: wikimedia commons
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