ITALIA
Cittadinanza: mezzo milione di firme per il referendum che può cambiare la legge
La raccolta in poco tempo di oltre 500.000 firme per il referendum sulla cittadinanza italiana è un grande successo collettivo. Questa mobilitazione può segnare un’inversione di tendenza rispetto alle sconfitte degli ultimi anni e prefigurare un miglioramento complessivo della legge. La sfida ora è quella di mantenere alta l’attenzione fino al voto, previsto nella primavera del 2025, e trasformare questa mobilitazione diffusa in un cambiamento effettivo
Un’ampissima mobilitazione ha consentito di raccogliere, in tempi record, oltre 500.000 firme a sostegno del referendum per il miglioramento della legge sulla cittadinanza. Nonostante le risorse limitate e l’avvio non facile, questa iniziativa ha preso slancio, grazie alla determinazione di moltissime attiviste e attivisti, e a un’ampia rete di organizzazioni – a cominciare da quelle espressione delle persone con background migratorio diretto o indiretto. A cascata, hanno preso posizione a favore del referendum alcune forze politiche, molte sindache e molti sindaci, molti personaggi noti: Ghali, Zerocalcare, Barbero e molti altri.
L’obiettivo del referendum è semplice ma cruciale: ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza richiesto alle persone straniere che desiderano ottenere la cittadinanza italiana. Questo cambiamento rappresenterebbe un passo significativo verso la previsione di una legge complessivamente più equa, in linea con le richieste delle persone che risiedono in Italia e chiedono, da moltissimo tempo, un riconoscimento ufficiale della presenza e del ruolo nella società italiana.
Il successo di questa raccolta firme mette in evidenza il desiderio diffuso di riforma della legge e segna anche un’inversione di tendenza rispetto ai fallimenti passati. Negli ultimi anni, diversi tentativi di riforma della legge sulla cittadinanza si sono infatti arenati in Parlamento, lasciando migliaia di persone in una situazione di incertezza. Questa volta, però, la mobilitazione di massa suggerisce che ci sono tutte le premesse per un cambiamento effettivo.
Questa raccolta firme rappresenta una grande boccata d’ossigeno anche per chi si mobilita su altri temi. In un contesto italiano, europeo e globale estremamente difficile, caratterizzato dall’avanzata feroce e puntiforme delle destre, la riuscita di questa iniziativa dimostra che è possibile ottenere, attraverso la mobilitazione diffusa, risultati di ampissima portata.
La prossima sfida si giocherà nella primavera del 2025, quando il referendum sarà sottoposto al voto. Sarà un momento cruciale: nei prossimi mesi sarà indispensabile un impegno costante e diffuso. L’entusiasmo e la partecipazione che hanno attraversato la raccolta firme online sono un ottimo punto di partenza.
Parallelamente, questa mobilitazione può consentire di immaginare una riforma complessiva della legge sulla cittadinanza. Il referendum, infatti, interviene su un aspetto specifico della normativa, il periodo di residenza continuativa funzionale alla richiesta di cittadinanza. Gli altri requisiti richiesti – a cominciare dalla soglia di reddito – resterebbero inalterati, così come continuerebbero a non essere previste forme di riconoscimento della cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia. Il successo nella raccolta firme può essere una leva decisiva nei confronti delle forze politiche: è segno di quanto il tema della cittadinanza sia al centro delle attenzioni di tantissime persone.
In questo contesto, è significativo che una mobilitazione così importante – e per molti aspetti inaspettata – si sia data per migliorare la condizione delle adulte e degli adulti privi della cittadinanza italiana. Per contro, negli ultimi anni gran parte dell’attenzione mediatica e politica ha riguardato esclusivamente le e i minori esclusi dal riconoscimento della cittadinanza. Il dibattito estivo sulla possibile introduzione del cd. ius scholae – il riconoscimento della cittadinanza per le e i minori subordinato alla frequentazione della scuola – è esemplificativo dell’utilizzo retorico che si può fare di questo tema. Viceversa, il carattere escludente e classista delle procedure applicate alle adulte e agli adulti che vogliono ottenere la cittadinanza italiana molto raramente è stato al centro della discussione.
Anche per questi motivi, la mobilitazione di questi giorni è un messaggio importantissimo: è il segnale di quanto il cambiamento complessivo della legge sulla cittadinanza sia una necessità non più rinviabile. La sfida ora è quella di mantenere alta l’attenzione e la mobilitazione, per far sì che questo slancio si traduca in un cambiamento effettivo e di ampia portata.
La foto di copertina è di Pek, in regime di creative commons
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