ROMA
Circolo Poligrafico: giù la maschera!
Sgomberato lo spazio dove neofascisti e localari speculavano in nome della “cultura”
Qualche giorno fa DinamoPress aveva ripreso un’inchesta apparsa in rete dal titolo Ombre nere dietro il Circolo Poligrafico?, in sostanza quello che gli autori si chiedevano era: com’è possibile che un locale alla modo della movida estiva capitolina sorga in uno spazio occupato da un gruppo di neofascisti vicina alla Destra di Storace? Com’è possibile che uno spazio occupato da Giuliano Castellino (un vero camaleonte della destra radicale romana, abituato a passare da una formazione politica all’altra a seconda della propria convenienza personale, e approdato recentemante alla Destra) e i suoi a seguito dello sgombero del Cinema Augustus nella centralissima via Vittorio Emanuele, in poche settimane perda ogni coloritura politica per presentarsi come un normale ‘spazio culturale’?
Per settimane su facebook e a voce molti hanno chiesto agli organizzatori degli eventi del Circolo Poligrafico risposte, ricevendo in cambio solo mugugni, una sequela di imbarazzanti “non so” oppure “presto scriveremo un comunicato”. Versioni ritrattate ogni volta che al puzzle si aggiungeva una tessera, come le informazioni raccolte da Pierfrancesco Demilito e pubblicate su MediaPolitika. A gestire il Circolo Poligrafico e le sue attività sarebbe stata infatti l’Srl “Arte, virtù, musica”, registrata in fretta e furia mentre montavano le polemiche e il cui amministratore unico è Andrea Natoli, già candidato guarda caso con la Destra in II municipio. Alla fine il comunicato del Circolo Poligrafico arriva ma non risponde a nessuna delle domande poste, si limita ad elencare tutte le belle attività che si svolgono nella struttura sul Tevere promosse da “associazioni noprofit” e da “imprese”, per poi sottolineare che “se lo spazio ci sia stato dato totalmente a titolo gratuito, da esponenti che operano ufficialmente in ambiti politici, non ci interessa”. E dove finiscono i soldi dei coktail da dieci euro e degli ingressi? Questo non è dato saperlo, ne é dato sapere come uno spazio occupato possa essere gestito da aziende che ci lucrano sopra per fini esclusivamente privati e commerciali.
Ieri mattina lo sgombero dello spazio e la maschera che cade, Giuliano Castellino che va su tutte le furie e, dopo essersi messo prudentemente nell’ombra, esce allo scoperto e la ributta in politica con un comunicato che recita: “Questa mattina ancora una volta abbiamo subito lo sgombero da parte delle forze dell’ordine. Un altro avamposto sociale, battente bandiera tricolore, è stato chiuso”. Ma come? La politica non c’entrava niente? Poi Castellino parte per la tangente parlando di “una campagna di criminalizzazione di Spazio Tevere (ex Poligrafico) e come sempre accade la forza mediatica dei radical chic e l’infamia di chi ancora campa di antifascismo e di opposti estremismi ha avuto la meglio. Ancora una volta pennivendoli rossi e centri sociali ordinano e le istituzioni e le forze repressive eseguono”. Ma insomma il Circolo Poligrafico era un’occupazione tricolore o un locale apolitico? E radical chic a chi visto che nel Circolo Poligrafico non si consumava ne si entrava esattamente a prezzi popolari?
Da parte degli “ingenui” organizzatori di eventi non una parola, il silenzio più totale. Evidentemte gli resta solo il rimpianto di non aver più una gallina dalle uova d’oro, poco importa se gestita con un pezzo dell’estrema destra della città sottraendo uno spazio pubblico per i propri affari. Non una scusa verso tutte quelle persone che ignare della realtà che si celava dietro il Circolo Poligrafico hanno partecipato ad eventi ed iniziative.
Ai fascisti non ci resta che consigliarli di aprire un locale in maniera onesta, di misurarsi con il mercato e di pagare le tasse se vogliono diventare imprenditori. Le occupazioni sono un’altra cosa, la loro leggittimità viene dalle lotte che portano avanti, dai servizi e alle possibilità che offrono a tutti, dalla trasparenza e le scelte portate avanti alla luce del sole. Per questo le occupazioni, quelle vere, quelle come i tanti centri sociali o teatri occupati della nostra città non vengono sgomberate “per esercizio commerciale abusivo” come accaduto alla cricca di Castellino e ai loro amici localari due volte in pochi mesi, prima al Cinema Augustus, tramutato in discoteca e poi al Circolo Poligrafico.