OPINIONI
«Ciò che è successo in rue d’Aubagne rivela il vero volto di Marsiglia»
Patrick Desbouigs, detto «Pat»: tutti lo conoscono nelle strade di Marsiglia. Grande parlantina, grande cuore, grandi baffi, attraversa in lungo e in largo la città francese per conto dell’associazione Just – Justice et union pour la transformation sociale [Giustizia e unione per la trasformazione sociale], di cui è responsabile. Dalle bidonvilles Rom ai quartieri Nord, dalla Cité Corot alle viuzze di Noailles, si trova quotidianamente in contatto con le realtà sociali più rivoltanti della città.
Come tante e tanti Marsigliesi, il crollo di due edifici il 5 novembre in Rue d’Aubagne, nel cuore del quartiere popolare di Noailles, lo ha particolarmente indignato e denuncia con veemenza le politiche della città in materia di abitare e nella gestione dei mercanti di sonno[1]. Per lui, il dramma di lunedì non è affatto una sorpresa, ma conferma semplicemente l’incuria dei poteri pubblici rispetto alla questione casa. Intervista improvvisata, a qualche passo dalla Plaine murata.
Conoscevi bene quegli edifici ?
Sì e da tempo. Erano molto degradati, in uno stato catastrofico. Sono passato al 63 di rue d’Aubagne l’ultima volta due mesi fa. Ho provato a dire alle persone che si erano trasferite lì che non bisognava restare, che c’erano delle crepe e che era molto pericoloso. E loro mi hanno risposto «Dove vuoi che andiamo?». Era quello o la strada. In linea generale, è molto rappresentativo della situazione a Noailles, che risale a ieri: sono anni che è stata lanciata l’allerta. Con un amico giornalista a Radio Galère, già una quindicina di anni fa denunciavamo sei “mercanti di sonno” in vista che imperversano da quelle parti, uno tra i quali al numero 63. Da allora uno solo di questi è stato condannato a sei mesi di prigione. Quando è uscito, ha ricominciato i suoi traffici, come se niente fosse. Sono tanti lì nel quartiere. Bisogna dire che i poteri pubblici sono di un lassismo incredibile con loro, che sia a Noailles o altrove. Possiamo denunciarli, far venire alla luce le informazioni, ma tutti chiudono gli occhi. Con i il risultato che questi faccendieri si riempiono le tasche a scapito dei più sfortunati. E oggi questi ultimi pagano un tributo pesante, con 8 vittime accertate e forse altre sconosciute.
Il ministro della Casa, Julien de Normandie, lunedì sera si è dimostrato un po’ veemente nei confronti dei “mercanti di sonno”. Ma non sappiamo cosa farcene delle parole. Qui, i poteri pubblici conoscono tutti gli abusi di questo genere e anche l’identità degli interessati. A che serve aggiungere una legge? Hanno già i mezzi per infierire su questa gente. Il problema è che non l’hanno mai fatto.
Perché questo immobilismo?
C’è una strategia volta a far marcire questi quartieri popolari situati in pieno centro città[2].
Più si degradano, più è facile per una persona come Sabine Bernasconi, a capo della circoscrizione, dire che il quartiere è vetusto e che bisogna cambiare tutto. Ma non cambiare per rinnovare, no, piuttosto per cacciare le popolazioni poco agiate che ci vivono. La signora Bernasconi vorrebbe ricalcare lo sviluppo di Marsiglia su quello delle città della Costa Azzurra. E sembra proprio che, per riuscirci, abbia deciso di non fare niente per le abitazioni degradate, in modo da giocare sulla speculazione. Una volta che gli affitti saranno aumentati, ai poveri non resterà che sloggiare, verso i quartieri nord o altrove.
Eppure nei dintorni ci sono stati grossi investimenti, in particolare nella vicina piazza Jean Jaurès…
Un vero scandalo. Hanno appena impiegato 400.000 euro per il muro della vergogna alla Plaine, che si presume debba difendere un progetto campato in aria da 20 milioni di euro, e non sono capaci di immettere qualche milione di euro per rinnovare degli immobili? Il peggio è che questo non stupisce più nessuno: ci siamo abituati.
Ritroviamo la stessa incuria nella gestione delle persone che vivono per strada. La città di Marsiglia esercita il diritto di prelazione da anni su decine e decine di immobili. Ma se si guarda alle liste, solo un pugno di essi sono stati riabilitati e ridistribuiti a degli affittuari. La maggior parte sono chiusi, alcuni da più di un decennio. Idem: si costruiscono uffici a tutto spiano, si commissiona a Vinci e all’architetto Jean Nouvel una torre immensa per attirare nuove imprese, mentre in centro centinaia di uffici sono vuoti nella zona della Porte d’Aix.
In parallelo, ci sono migliaia di persone per strada; tra 12.000 e 14.000.
E mentre ci sono centinaia e centinaia di case vuote in centro, non viene fatto niente per riempirle con chi una casa non ce l’ha. Il peggio è che il Comune viene a chiedere a noi, che lavoriamo nel sociale: perché aiutate la gente a occupare?[3] È una realtà che conosco a memoria. In quanto responsabile dell’associazione il mio ruolo è quello di migliorare le condizioni di vita delle persone sfavorite, che queste abitino per strada, in bidonville o in una occupazione. E posso dirti che questa problematica non tocca solo Noailles. Tutti i quartieri popolari ne soffrono. Le Canet, Maison Blanche, Saint-Just, alcune parti della Belle-de-Mai… C’è un esempio flagrante, è il Parc Corot[4] con la sua trentina di blocchi di edifici prostrati da una miseria latente. È un immenso consorzio di “mercanti di sonno”, con appartamenti nella maggior parte dei casi lasciati all’abbandono dai loro proprietari. Tutto va a rotoli e la gente si ammassa in condizioni deplorevoli. È indegno. La miseria viene creata sulla miseria, l’angoscia sull’angoscia. Stando a contatto con queste realtà, ho una sola cosa da dire: è tempo che il signor Gaudin e i suoi sbirri si sveglino, che immettano liquidità per gli immobili vetusti e si diano come priorità di ricollocare i meno abbienti.
Per quanto riguarda Noailles, sembra che l’idea sia di lasciare il posto a popolazioni più ricche, come testimonia la costruzione di un hotel di lusso all’ingresso del quartiere…
Sì, quell’hotel anticipa ciò che succederà a Noailles. E senz’altro la clientela che ci si aspetta non è quella presente di solito nei dintorni. Allo stesso modo, abbiamo visto apparire di recente dei concept stores che stonano totalmente con quell’ambiente. Insomma è l’avanguardia dei fighetti con i soldi che sta sbarcando.
Noailles, è un quartiere popolare, vivace, secolare, è questo a non piacere per niente ai poteri pubblici. In rue Longue-des-Capucins, che incrocia la salita della rue d’Aubagne a valle, il rinnovamento annunciato farà sparire tre quarti dei commerci. Perché per avere un negozio in un quartiere in via di rinnovamento, bisogna piacere al comune. Una forma di clientelismo opportunista.
Per tornare alle trasformazioni del quartiere, si inscrivono in una forma di gentrificazione a lungo termine…
Ovviamente. Direi che tutto è cominciato alla fine degli anni 70 con la demolizione del quartiere dei Chapeliers[5]. C’è stata anche l’epopea della Canebière: prima del suo rinnovamento, era un’arteria vivace, in attività ventiquattrore su ventiquattro, con cinque o sei cinema. Poi il sindaco Gaston Defferre ha lanciato lì la prima linea della metro: un modo per fare piazza pulita, riutilizzando allo stesso tempo la terra dei lavori per ingrandire le spiagge nei quartieri chic. Un vero e proprio smacco. In seguito, se la sono presa con il Cours Estiennes d’Orves, il Cours Julien etc.
Più di recente, c’è stata la rue de la République, dove hanno creato un deserto: gli e le abitanti sono state/i espulse/i per rinnovare, aumentare gli affitti e far venire una popolazione agiata… che non è mai arrivata!
Adesso, con Noailles e La Plaine, se la prendono con gli ultimi quartieri popolari, che sono luoghi emblematici. Vogliono ricalcare lo sviluppo del Vieux-Port, farne degli spazi asettici per i turisti e le classi abbienti. Sapendo che tutto ciò viene fatto senza concertazioni con la popolazione, con le e gli abitanti e con chi vive questa piazza da anni apprezzando ciò che offre, la sua convivialità e il suo cosmopolitismo.
Per rispondere alle infamie lanciate dall’assessore responsabile del quartiere della Plaine, Gérard Chenoz, a proposito delle persone dell’Assemblea della Plaine, che lottano contro il progetto di “alzare di gamma”, vorrei dire: non siamo solo fumatori di canne o punkabbestia, lungi da noi. E sappiamo riflettere. Non siamo contro il rinnovamento, che si impone, ma contro i progetti privi di senso e pensati per allontanare gli indesiderabili. E abbiamo fatto delle proposte concrete, più che accettabili.
Il comune ha replicato che non era proprio il caso di discutere – circolare, non c’è niente da vedere. Come ultima risposta, ha costruito un muro alto 2,5 metri credendo di calmare gli ardori degli oppositori e delle oppositrici. Ma conosciamo la storia: ogni volta che un muro è stato costruito, ha attizzato l’odio e unito le persone tra loro.
Come fare per cambiare di segno?
Quel che è appena successo a rue d’Aubagne rivela il vero volto di Marsiglia. Così come il muro eretto in piazza. È ormai tempo di denunciarlo e di organizzarsi. Penso che ora ci siano i margini per smuovere davvero la situazione e tirare in causa quelli che dirigono la città. Perché i dirigenti marsigliesi non sono forse neanche davvero coscienti di quello che sta succedendo in città: sono talmente immersi nel loro affarismo che non vogliono vedere niente. La gente si dovrebbe svegliare. E credo che la chiave risieda nell’alleanza tra i diversi quartieri abbandonati dall’incuria municipale. Un’alleanza che si farà naturalmente: una catastrofe urbana mortifera a 500 metri in linea d’aria da un progetto da 20 milioni di euro alla Plaine? A un certo punto, la collera esploderà.
Due settimane dopo questa intervista, le parole di Pat si sono rivelate più che profetiche…NdT
Intervista pubblicata su Jef Klak il 7 novembre 2018
Traduzione di Elisabetta Garieri, Gaia Manetti e Francesca Capece
[1] Marchands de sommeil è un modo per chiamare i proprietari di case che non si fanno scrupoli ad affittare vere e proprie topaie, magari anche a prezzi alti, esclusivamente nell’ottica di ottimizzare il profitto.
[2]Cfr. La fabrique du monstre, Philippe Pujol, Les Arènes 2016.
[3] Leggere in proposito Marseille Social Club, pubblicato su JefKlak a luglio 2017.
[4]Leggere in proposito Règlersescomptes à OK Corot di Jean-Baptiste Legars, pubblicato da CQFD ad Aprile 2018.
[5]Leggere in proposito la rivista Z numero 2, Marseille I, del 2009