ROMA

Ciao grande e caro Antonello

Il gruppo musicale romano saluta Antonello, a cui era legato da un legame indissolubile

Ti abbiamo capito nella vita, sapevamo quanto eri meraviglioso.

“Chiamiamo Antonello, chiamiamo Antonello…” appena possibile ti facevamo salire sul palco perché era un piacere ascoltarti, portavi il discorso in alto, allargavi la mente, facevi volare. Quante volte? A San Lorenzo, a Metropoliz, al Lago della Snia, ti ricordi? quando facemmo quel concerto gigantesco ad ottobre poco dopo la vittoria, era il 15 ottobre e il giorno prima c’era stata l’alluvione a Genova e tu parlasti di come l’acqua può essere un tesoro o una tragedia a seconda di come l’uomo interviene sulla natura. E a San Vito Cheitino, Zona 22, prima di cantare “Spiaggia libera” sei salito a raccontare a tutti di Ostia, che prima era una palude e poi com’è nato il lungomare e poi il lungo muro. 

Appena usciva una canzone o un video di Assalti tu scrivevi un articolo per DINAMOpress… e che articolo! Ce lo spiegavi tu quello che stavamo facendo… L’ultimo è stato quando è uscita la canzone “Piazza indipendenza”, forse l’ultimo articolo che hai scritto, e alla fine mi hai detto: “Aspetto il video”. E prorpio oggi che esce il video tu non ci sei e abbiamo questo grande dispiacere nel cuore. 

Antonello Sotgia era un compagno, un architetto, un amico, un raffinato critico di cinema, di musica, dei linguaggi della vita, della lotta e della comunicazione. Lui conosceva la storia di ogni chiesa di Roma, di ogni palazzo, aveva una conoscenza sconfinata, illuminante, ma sapeva che la vera saggezza veniva dalle voci della strada, dal “popolo”… una volta stavamo in giro per Roma a fare un documentario davanti al CSOA La Torre, alla vecchia “Torre” chiusa da anni, sulla nomentana, passò un vecchietto che ci disse: “Qui c’era la villa del Farinacci, poi ci fu un Centro Sociale, poi più niente” e se ne andò. E Antonello mi disse: “Come si può spiegare meglio in poche parole questo posto?”, lui avrebbe potutto scrivere un libro su via Rousseau e la battglia del ’94, ma mi disse di adottare quella frase nel film.
Quando usci “Soli contro tutto” mi scrisse: “Siamo in tanti a essere soli “contro tutto” e quando ci si trova “contro tutto” non si può restare soli. I bambini, le famiglie, le insegnati che occupano la scuola e poi escono dalle mura ci dicono che ognuno quando non è solo e decide di non esserlo rappresenta una ricchezza da non perdere. Non riconoscendoci mai come soli sarà possibile sconfiggere il tutto e non ci sarà più nessuno da tenere lontano…“
Grazie meraviglioso Antonello. 

Un abbraccio pieno di affetto a Rossella, Agostino e Alice.

Ci vediamo domenica alle 11 al Nuovo Cinema Palazzo per il saluto collettivo