ROMA

Centro sociale La Torre: 25 anni di occupazione e autogestione

Oltre 9000 giorni. Qualche centinaio di assemblee. Decine e decine di compagni e compagne che hanno partecipato all’autogestione

Fra qualche giorno al CSOA La Torre inizieranno i festeggiamenti per il nostro compleanno, al quale è invitata tutta la città. Ci saranno tante belle iniziative l’ 1, il 2, il 7 e l’8 giugno. Oggi però non scriviamo per questo, ma per ribadire alcuni punti che, alla vigilia di questo anniversario, non sono per noi negoziabili.

Innanzitutto, più di ogni altro anno, quelli di giugno non saranno solo appuntamenti per festeggiare un centro sociale, un luogo fisico, ma anche giornate dedicate a un’idea di città, di vita, di relazioni. La giunta pentastellata non ha invertito la rotta segnata dai precedenti sindaci che hanno depauperato questa splendida città, l’hanno privatizzata e svenduta. E di certo, non ci si può aspettare nulla dal governo Salvini-Di Maio, che gioca sulla pelle dei migranti per racimolare voti. La nostra città lo ha dimostrato più volte, è ancora viva e in buona saluta: a Torre Maura, a Casal Bruciato, al Tufello, a Casal de Pazzi, a San Lorenzo e ovunque viviamo dentro le contraddizioni, ma abbiamo anche delle certezze. Ci saremo sempre quando qualcuno proverà a svilire esseri umani per il colore della pelle, il genere, la provenienza o la classe sociale. La guerra fra poveri la vincono sempre i ricchi e i fascisti fanno il loro gioco. Bisogna costruire basi solidali, che abbiano nei territori le proprie radici, non dentro i palazzi del potere. E ogni volta che ce ne sarà occasione noi faremo uno sforzo in più, un passo in più, un respiro in più, perché rivendichiamo di esistere, di provare a costruire dal basso la condivisione di pratiche, spazi e comportamenti.

La nostra solidarietà sarà sempre nelle piazze e nei corpi di militanti appassionati, ed oggi più che mai ci sentiamo di ribadire che possono pensare ancora nuove misure repressive, ma non abbatteranno la nostra voglia e forza di costruire comunità di solidarietà e lotta. Il nostro pensiero durante questa festa è a tutte le realtà che risultano essere prioritarie da sgomberare nella nota “lista dei 22” di fresca pubblicazione. E il nostro supporto non mancherà a tutti quelli colpiti da provvedimenti punitivi, da incendi dolosi, da intimidazioni. Insieme ad altre realtà del territorio abbiamo costruito nel nostro quartiere un Forum per tutelare i casali del Parco di Aguzzano, che la giunta municipale intende mettere a profitto ignorando la volontà di chi questo luogo lo vive. Noi invece siamo convinti che sui territori decide chi li abita e produciamo in questa direzione idee altre e alternative praticabili. Così come i movimenti NoTav, No Muos, No Tap e tanti altri: chi si ferma alla nostra opposizione non sta guardando la luna, perché oltre il rifiuto di un modello ultraliberista e non sostenibile, abbiamo da tempo messo sul piatto proposte. E lo facciamo tutti i giorni, nelle realtà che finalmente siamo tornati a connettere, a riaprire anche, più di quanto non avessimo fatto negli anni scorsi. E allora che questo buio salviniano ci dia ancora maggiore spinta per intercettare la rabbia, rialzare la testa e ignorare la stanchezza.

Questa città è ricca di fermenti, forse confusi, sicuramente precari, molto spesso e per fortuna giovani e nuovi. E di tutta questa umanità non se ne può fare a meno. Noi, e quando diciamo noi, parliamo non della Torre, ma di tutti quelli che rendono questa città umana, siamo convinti di essere in credito. Questo humus fatto di mille culture e progetti, di contaminazioni, sperimentazioni e reti, fa sì che ci siano persone che vivono e lottano di fronte ad una società che le vorrebbe tagliar fuori. Noi resistiamo perché la giustizia sociale non rimanga un’utopia, perché la nostra storia non rimanga solo sui libri ma insegni a non cedere di un millimetro conquiste pagate col sangue, perché esistono beni non vendibili, diritti non negoziabili.

Dedicheremo questi primi venticinque anni a tutte le scuole popolari che aiutano le bambine coi compiti, alle palestre popolari e ai loro insegnamenti, ai corsi di italiano che non chiedono documenti per insegnare una lingua. Dedicheremo questo compleanno agli eventi culturali accessibili, ai bei momenti di socialità che creano relazioni sane, ai centri sociali. Le dedicheremo a chi lotta incessantemente per i diritti sui posti di lavoro, a chi vive le occupazioni abitative battendosi contro gli speculatori che lasciano vuote centinaia di migliaia di abitazioni, ai collettivi e agli studenti che animano i quartieri e le università, alle compagne che rivendicano i luoghi e si riprendono le strade. Questo compleanno sarà il vostro, sarà il compleanno di tutte le persone che lottano.

Lunga vita ai ribelli.

Agli 80 denunciati perché hanno resistito allo sgombero di Viale Rousseau.

A chi è stato denunciato, fermato, ha avuto limitazioni sulle libertà personali.

A tutte e tutti coloro che sono stati anche per un solo giorno, un mese o un anno parte di tutto questo.

A quello che eravamo, che siamo e che domani saremo.