EUROPA
Centro di Londra bloccato: Extinction Rebellion occupa cinque ponti sul Tamigi
Azione di disobbedienza civile contro il Climate Change e le politiche ambientali del governo britannico
Alle dieci di mattina di un sabato che aveva tutti i presupposti per scivolare via come un’anonima giornata autunnale (e quindi pre-natalizio nel calendario consumistico che scandisce l’andamento delle giornate nel centro di Londra), migliaia di persone hanno dato vita a quella che i giornali, i pochi che hanno riportato la notizia, hanno definito come la più grande azione pacifica di disobbedienza civile degli ultimi decenni della storia britannica. Più di 6mila persone hanno occupato per diverse ore cinque dei più importanti ponti di Londra: Southwark, Blackfriars, Waterloo, Westminster e Lambeth Bridges erano bloccati, il centro della capitale britannica divisa in due.
Un’azione interamente auto-organizzata dalla piattaforma Extinction Rebellion che nelle scorse settimane aveva appunto annunciato per il mese di novembre azioni eclatanti per imporre nel dibattito pubblico il tema del cambiamento climatico e costringere il parlamento a votare leggi che riducano le emissioni di anidride carbonica, con l’obiettivo di raggiungere zero emissioni di gas serra entro il 2025.
Nella presentazione della loro campagna di autunno, le attiviste e gli attivisti di Extinction Rebellion hanno dichiarato pubblicamente di essere pronti a farsi arrestare a centinaia: «Il contratto sociale è stato rescisso. È quindi non solo un nostro diritto, ma un dovere morale supplire all’inerzia e alla palese inadempienza del governo britannico, ribellandoci per difendere la vita in quanto tale. […] Non possono fare nulla per fermarci, a meno che non decidano di cominciare a sparare». La Metropolitan Police, nota per non apprezzare particolarmente le azioni non concordate, non ha effettivamente gradito l’occupazione dei cinque ponti (nonostante fosse stata annunciata pubblicamente nei giorni precedenti) e ha arrestato ben 85 persone con l’accusa di blocco stradale.
Questa è solo una delle azioni di disobbedienza di massa previste nella campagna di Extinction Rebellion nel prossimo futuro. L’intenzione è chiara: «denunciare pubblicamente la (non)politica criminale del Governo riguardo all’emergenza climatica ed ecologica che ci troviamo di fronte».
L’autunno nel Regno Unito, già lacerato dalla Brexit, si preannuncia più caldo del solito. Per effetto dei cambiamenti climatici, ma non solo in termini di temperature.