ROMA
Case vuote, case in vendita, case occupate
Roma non ha bisogno di sgomberi, ma di una legge sulla casa che la Regione Lazio si è impegnata a scrivere attraverso un largo processo partecipato.
Ieri a Roma, a seguito del presidio convocato davanti al consiglio regionale alla Pisana dai movimenti per il diritto all’abitare e i sindacati Asia Usb e Unione Inquilini, si è svolto un incontro con i capigruppo della maggioranza e il presidente della Commissione Urbanistica e Politiche abitative dei cinquestelle. Alla prima parte della riunione ha partecipato anche l’assessore Valeriani.
Le richieste dei promotori del presidio erano ancora quelle poste con la manifestazione del 7 febbraio, che non avevano avuto alcuna risposta da parte della Giunta Zingaretti e l’assessore Valeriani.
Si continua a chiedere la riattivazione del piano decennale di finanziamento di edilizia pubblica e di applicare la delibera regionale del 2014 per l’utilizzo dei fondi ex Gescal di 200 milioni di euro, che la sindaca Raggi ha lasciato inutilizzati.
Case che non ci sono, mentre la Delibera della Regione Lazio n.410 del giugno scorso dà l’avvio a un vasto piano di alienazione di immobili di pregio di edilizia residenziale pubblica per risanare i bilanci dissestati dell’A.T.E.R.
La richiesta urgente dell’incontro è stata determinata anche dall’ipotesi che la Regione Lazio stia per mettere mano alla revisione della Legge 12 del 1999 che disciplina le funzioni amministrative regionali e locali in materia di edilizia residenziale pubblica. Le indiscrezioni parlano di una bozza già pronta predisposta dall’assessore Valeriani, senza che i movimenti e i sindacati siano stati ascoltati in alcun modo. A preoccupare è soprattutto la modifica dei parametri per definire il reddito per l’accesso all’edilizia pubblica, che riserverebbe alle sole situazioni di indigenza la possibilità di avere una casa, escludendo la fascia di popolazione che non può comunque sostenere i valori immobiliari del mercato privato. L’ipotesi che la bozza diventi una delibera di Giunta senza che il Consiglio regionale e i movimenti ne abbiano mai discusso è stata respinta dal tavolo, che si è impegnato a continuare il lavoro per elaborare una riforma complessiva delle politiche abitative. A questo proposito si è deciso di coinvolgere nei prossimi incontri anche l’assessore al Bilancio per stabilire le risorse necessarie per elaborare una risposta concreta al problema drammatico della casa.
Problema che rischia di aggravarsi nei prossimi giorni, se gli sgomberi minacciati avranno luogo. Per questo ieri i consiglieri di maggioranza e del M5S hanno predisposto una lettera, con l’opposizione di tutto il centro destra, che verrà inviata dalla Giunta regionale alla prefetta Pantalone, con la quale si chiede di sospendere gli sgomberi in attesa che siano predisposte soluzioni per evitare che centinaia di persone finiscano in mezzo alla strada. Nell’ultimo vertice del Comitato Provinciale per la sicurezza la Prefetta ha confermato la volontà di entrare in azione con i primi sgomberi nella seconda metà di luglio, nonostante Regione e Campidoglio non abbiano ancora trovato dove alloggiare le persone sgomberate. Nella stessa nota si chiede al Governo di intervenire stanziando risorse e fornendo strumenti utili per risolvere l’emergenza abitativa.
Il bilancio alla fine dell’incontro è apparso a tutti i partecipanti positivo, nonostante l’atteggiamento dell’assessore Valeriani poco disponibile al dialogo con le realtà sociali presenti al tavolo. Gli altri interlocutori presenti hanno preso l’impegno di trovare uno strumento di finanziamento stabile per la politica della casa, di riattivare il fondo di rotazione per la tutela degli inquilini degli enti previdenziali, di essere promotori della proposta di regolarizzazione degli inquilini senza titolo aventi diritto alla casa popolare e di verificare le modalità di realizzazione dei Piani di Zona.
Soprattutto ha soddisfatto l’apertura di un tavolo permanente che dà l’avvio a un ampio processo partecipativo che porterà a scrivere, per poi approvare, una legge sulla casa che affronti in maniera strutturale e non emergenziale il diritto alla casa, con soluzioni sia per quel ceto medio impoverito dalla crisi che per la fascia più povera, alla quale adesso sono destinate solo risposte assistenziali.