ITALIA
Campeggio No Muos e corteo No Ponte: l’estate di lotta in Sicilia
Nel pieno di una drammatica crisi idrica ed ecologica, le proteste contro la guerra e contro le mega-opere devastanti non si fermano. I primi di agosto a Niscemi, il 10 a Messina: «vogliamo l’acqua nel rubinetto, non il ponte sullo Stretto»
Due appuntamenti estivi di mobilitazione contro la guerra e le grandi opere si terranno nell’isola siciliana, attraversata da una intensificazione delle drammatiche condizioni climatiche e la crisi idrica, causata dalla siccità, dall’assenza di piogge e dagli effetti del cambiamento climatico, assieme alle gravi e strutturali carenze infrastrutturali degli acquedotti e del sistema di approvvigionamento idrico siciliano. Infatti, i comitati No Ponte denunciano che «nell’ultimo anno, secondo il SIAS, la media delle precipitazioni in Sicilia è stata la più bassa mai registrata dal 2002. Per questa situazione la Regione ha chiesto lo stato di calamità e il conseguente razionamento dell’acqua soprattutto nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani. Ma come ben sappiamo, l’assenza di pioggia è aggravata dagli storici problemi strutturali: in Sicilia si stima che quasi il 70% dell’acqua immessa nelle reti idriche viene persa a causa delle reti “colabrodo”. L’Isola è tra le regioni con le perdite totali più alte».
Mentre l’approvvigionamento di acqua viene garantito a Messina da una nave della Marina Militare, i fondi messi a disposizione per l’emergenza idrica (20 milioni) sono irrisori di fronte alle risorse infinite per la grande opera inutile sullo Stretto (100 milioni ai privati solo per l’apertura dei cantieri) E quanti metri cubi di acqua, denunciano i comitati No Ponte, servirebbero per la sua costruzione? Solo uno dei 17 cantieri previsti necessita di 39 milioni di metri cubi d’acqua. In un’isola che sta vivendo una gravissima crisi idrica.
Contro guerra e genocidio, campeggio e corteo No Muos
Si comincia con l’opposizione alla guerra globale e alle basi militari nell’Isola: dal 2 al 4 agosto, come ogni anno, si terrà il campeggio di lotta No Muos, che prevede la partecipazione di attivist* contro la guerra dalla Sicilia e da altre regioni, per le attività previste che includono dibattiti, assemblee e mobilitazioni, presso il presidio No Muos di contrada Olmo a Niscemi.
«Quella che per anni abbiamo denunciato come una tendenza alla guerra nei nostri appelli e nei nostri documenti, oggi assume i caratteri della guerra guerreggiata», viene annunciato sul comunicato del sito dei comitati No Muos, nel lancio del campeggio. Contro la guerra in Ucraina e il genocidio in Palestina, contro l’economia di guerra e la guerra alle migrazioni, la mobilitazione No Muos prevede spazi di dibattito e manifestazioni davanti alla base militare statunitense di Niscemi. La mattina del 3 agosto si terrà l’assemblea di apertura, dedicata alla repressione delle lotte sociali; nel pomeriggio un dibattito sul genocidio in Palestina e sul movimento a sostegno del popolo palestinese, a seguire un dibattito sul movimento delle donne e il movimento curdo.
«Come movimento No Muos continuiamo a fare la nostra parte opponendoci alle installazioni militari nel nostro territorio, dalle parabole di Niscemi alla superbase di Sigonella il cui ruolo è centrale in tutti i conflitti aperti, dall’Ucraina al Medioriente. Per questo invitiamo tutte e tutti al campeggio di lotta presso il presidio No Muos dal 2 al 4 agosto, per continuare a contrastare con i fatti la guerra e parlare delle prospettive per un autunno che deve essere ancora una volta di lotta, contro l’omertà e le oppressioni e per l’autodeterminazione popolare». Si conclude così il comunicato di lancio del campeggio.
Il 10 agosto a Messina: «vogliamo l’acqua nel rubinetto, non il ponte sullo Stretto»
Pochi giorni dopo, il 10 agosto, sarà la volta della manifestazione contro il Ponte sullo Stretto a Messina, ad un anno dalla grande manifestazione del 12 agosto 2023. Lo scorso lunedì è stata votata alla Camera la conversione in legge del DL Infrastrutture. Dal Coordinamento No Ponte denunciano come «questo DL, e soprattutto la disposizione che consente l’approvazione del progetto Ponte anche per fasi costruttive» è la controprova del fatto che «il Ponte non lo sanno fare e che l’unica cosa che interessa è dare il via alla mangiatoia infinita dei cantieri». Inoltre, un elemento gravissimo affianca la pur già allarmante volontà di devastazione ecologica e sociale della grande opera sullo Stretto: come denunciano i comitati, «il DL Infrastrutture si affianca poi a un altro decreto legge, quello Sicurezza, a chiarire il fatto che vogliono passare sulla testa delle comunità, in maniera violenta e arrogante, annientando ogni possibile contestazione. Non c’è sviluppo, non c’è progresso, non c’è futuro dietro tutto questo, solo profitto per pochi e disgrazie per tutti gli altri. D’altronde abbiamo di fronte il Governo più anti-meridionale della storia d’Italia e quel quadro fosco che abbiamo provato a delineare quando Salvini ha deciso di riaprire la partita del Ponte si sta concretizzando sempre di più».
I comitati No Ponte denunciano anche le gravissime conseguenze che avrà l’Autonomia differenziata e rivendicano interventi volti a intervenire a fronte dello stato disastroso delle infrastrutture ospedaliere e idriche in Sicilia e Calabria: «la siccità mette a dura prova l’economia agricola mentre nelle nostre case non arriva acqua a causa delle reti idriche fatiscenti. Per non parlare del sistema sanitario, dello stato delle nostre scuole, dei nostri servizi pubblici, delle infrastrutture trasportistiche, dell’enorme tasso di emigrazione giovanile mentre continuano a parlarci dell’immigrazione».
Avevamo ricostruito la genealogia della grande opera del Ponte sullo Stretto, e delle tante battaglie per un altro modello di sviluppo che si oppongono a questa devastante opera. Oggi, prendendo posizione contro la retorica di Salvini e del governo Meloni, i No Ponte segnalano i punti decisivi di una lotta, quella contro il Ponte, che non riguarda solamente l’impatto di una grande opera, disastrosa a livello ecologica e inutile rispetto alla vita degli abitanti dell’Isola e del Sud, ma che riguarda complessivamente la lotta per una qualità degna di vita nel Meridione: «proprio per tutto questo la lotta contro il Ponte, da sempre, ha assunto il ruolo di battaglia per il riscatto del Sud, contro le speculazioni e le spoliazioni ai nostri danni. Ancora una volta siamo tutte e tutti chiamati a scendere in piazza per difendere il nostro territorio e il nostro futuro. Mobilitiamoci affinché il 10 agosto a Messina sia una nuova grande manifestazione di popolo contro il Ponte, per lo Stretto e per tutto il Sud».
Immagine di copertina e nell’articolo di Giordano Pennisi.