ROMA

Cambiamo davvero Quarticciolo, Caivano non è il modello

A seguito della decisione del governo di adottare il decreto Caivano anche nel quartiere romano del Quarticciolo, i residenti rispondono con un corteo popolare lanciato per domani, sabato primo marzo. La manifestazione partirà dalla piazza centrale del quartiere alle ore 17

Il 23 dicembre 2024 il governo ha individuato sei quartieri definiti ad alta vulnerabilità, che saranno i destinatari del “modello Caivano”. Il piano prevede lo stanziamento di 180 milioni di euro per il triennio 2025/2027 e consiste nell’assegnare a un commissario straordinario, in questo caso Fabio Ciciliano, già affidatario del progetto a Caivano, la scelta di individuare quali siano i luoghi da riqualificare, cosa farne e come gestirli. Il commissario ha avuto 60 giorni di tempo che scadranno alla fine di questo mese.
Il governo nella figura di Fabio Rampelli ha dichiarato che lo sgombero dell’ex-questura dovrà essere il primo tassello da cui partire per la riqualificazione, opinione condivisa anche dalla Regione proprietaria dello stabile, in quanto edificio pubblico gestito da Ater.
In queste settimane in città si è aperto un grosso dibattito tra stampa, opinione pubblica e istituzioni su quale sia l’effettiva ragione di utilizzare uno strumento di questo tipo per la gestione di quartieri periferici, da anni in stato di abbandono da parte delle istituzioni, in emergenza abitativa e dove c’è assenza di servizi, oltre a situazioni legate alla criminalità organizzata.

Al momento al Quarticciolo è presente un forte schieramento da parte delle forze dell’ordine, che continuano a portare avanti sfratti ed effettuare blitz a tappeto. L’ultimo sfratto si è verificato giovedì 26 febbraio nei confronti di due famiglie e ha bloccato il quartiere per tutta la giornata, con controlli diffusi su tutti gli abitanti. Questo episodio ha generato un’immediata attivazione da parte di tutto il rione, sia per provare a impedire lo sfratto, sia dando forma ad un corteo spontaneo che si è poi recato sotto la Prefettura a Palazzo Valentini.

In questo quartiere, dove il reddito medio annuo non supera i ventimila euro, quasi il 30% dei seimila abitanti si ferma alla licenza elementare e solo il 9% arriva alla laurea, da più di dieci anni esiste il comitato di zona “Quarticciolo ribelle”. Il comitato ha il suo spazio fisico all’interno dell’ex-questura e negli anni qui ha attivato progetti sociali di mutualismo dal basso, come il doposcuola popolare, il birrificio, la palestra popolare, la micro-stamperia e l’ambulatorio popolare.
Inoltre con la campagna “Abbiamo un piano”, in collaborazione con il laboratorio territoriale del dipartimento di studi urbanistici della Sapienza, ha costruito una mappa, dove vengono individuati tutti i luoghi che dovrebbero essere presi in considerazione per la riqualificazione e le relative competenze.

Questa progressiva criminalizzazione con le politiche securitarie da parte delle istituzioni, percorre un filo rosso, che delinea molto bene quella che è la linea del governo, dalle zone rosse nel centro della città al modello Caivano nelle periferie, rivelando la precisa intenzione di punire, reprimere ed espellere, tutte le forme di povertà e marginalità.
Come abbiamo riscontrato nel caso della stessa Caivano, a un anno di distanza, l’operazione si è conclusa con 240 alloggi e più di 420 persone sgomberate, ma dei famosi servizi e miglioramenti infrastrutturali poco si è visto. Solo una pomposa inaugurazione di una palestra e un campo da padel, dove era presente la stessa Meloni in campagna elettorale per le Europee e di cui non è ancora chiaro quale tipo di accesso ne abbiano realmente gli abitanti.

Il Quarticciolo in vent’anni ha assistito all’abbandono dell’unica scuola dell’infanzia presente nel quartiere in via Locorotondo, della piscina comunale in via Manduria e all’inizio dei lavori di ristrutturazione mai terminati per le palazzine di via Ugento, finanziati con 3.1 milioni di euro da parte dell’Ater, del quale si ignora la destinazione d’uso.
Gli abitanti ci sono abituati a doversi organizzare dal basso e prendersi cura gli uni degli altri, com’è successo durante la pandemia, con le raccolte di cibo, facendo la quarantena in appartamenti da 30 mq, l’alternativa la stanno costruendo con le proprie forze.
Sabato vedremo in piazza tutto il patrimonio costruito in questi anni, ci saranno anche i progetti sociali dei quartieri limitrofi, ma anche di tutta la città, da Rebibbia all’Esquilino, sarà un corteo che attraverserà l’intero quartiere, definito dagli stessi organizzatori “Modello Quarticciolo”.

Tutte le foto di Marta D’Avanzo

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