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Cadevano le bombe come neve il 19 luglio a San Lorenzo

Settant’anni fa il bombardamento delle truppe alleate sul quartiere romano.

La Libera Repubblica di San Lorenzo ricorda a modo suo l’anniversario con tre giorni di iniziative
#ResistiRicordaLibera

“Roma città aperta” scoprì presto che non era immune dalle bombe anglo-americane, nonostante la decisione unilaterale del governo italiano di tenerla fuori dalla guerra guerreggiata. Il 19 luglio del 1943 circa 4000 ordigni vengono sganciati dagli arei americani, San Lorenzo è il quartiere più colpito, alto è il tributo di sangue con 1500 morti e 4000 feriti, palazzi rasi al suolo e la guerra che per la prima volta entrava con violenza inaudita nella vita della città. La striscia di morte si allunga poi al Tiburtino e al Tuscolano, su via Prenestina e via Casilina.

Dopo quel giorno ci sarebbero stati l’8 settembre e la battaglia di Porta San Paolo, l’occupazione tedesca e la resistenza, via Rasella e le Fosse Ardeatine, il rastrellamento del ghetto romano e del “nido di vespe” del Quadraro, fino al 4 giungo del 1944 con la liberazione della città.

Il bombardamento avrebbe segnato in maniera indelebile la storia di San Lorenzo, ridisegnandone la geografia (ancora oggi si riconoscono i palazzi bombardati) e l’identità. San Lorenzo quartiere “rosso” che si oppose strenuamente alla Marcia su Roma, pagando con tredici morti la violenza delle squadracce di Italo Balbo. San Lorenzo casa dei movimenti dal ’68 fino ad oggi, porto sicuro da cui partire e a cui tornare. San Lorenzo dove si sono incontrati gli abitanti storici con gli studenti fuori sede, gli artisti spiantati con i ferrovieri, un melting pot unico che ha dato vita ad un popolo combattivo e cangiante, caciarone e generoso. San Lorenzo che da qualche mese ha proclamato la sua Libera Repubblica per resistere alla gentrificazione e alle speculazioni, da ieri sta ricordando a modo la sua storia con un calendario fittissimo d’iniziative che potete leggere qui.

Giovedì 18 luglio la lunga giornata si è conclusa con il concerto di Giovanna Marini e la sua orchestra, pugni chiusi per Su, comunisti della Capitale, dopo il tango in piazza e il coro della scuola media Belli. Il popolo di San Lorenzo, le anziane e combattive signore della Libera Repubblica con i ragazzi e le ragazze delle occupazioni, si è ripreso cantando e ballando le strade del quartiere per stare assieme, raccontare, e a volte riscoprire, la propria memoria, disegnando il rione dei sogni e del futuro.

La mattina di venerdì, smaltita la serata di festa, tutti al Parco dei Caduti per ricordare le vittime di San Lorenzo, una cerimonia istituzionale a cui era prevista la partecipazione del Sindaco Marino che invece ha ricordato il bombardamento nella rimessa Atac di via Prenestina. Un’assenza che ha provocato malumori, “ma come c’é venuto pure Alemanno qua anche se l’abbiamo contestato”, con il vicesindaco Luigi Nieri che ha faticato non poco per farsi ascoltare.

I ricordi della signora Carioti raccolti nell’ambito del progetto di memoria multimediale della Libera Repubblica, “Fatti de’ San Lorenzo”: