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Brasile, sospeso il rilascio di Lula ordinato da un giudice

Il giudice Rogério Favreto ha ordinato la messa in libertà immediata dell’ex-presidente brasiliano Lula Da Silva. Alcune ore dopo, João Pedro Gebran Neto, giudice federale, ha sospeso la decisione.

Poco dopo le 17.30 [ora italiana] di ieri, si è diffusa la notizia che il giudice Rogerio Favreto del Tribunale Regionale della quarta regione (TRF-4) ha ordinato la sospensione della pena di 12 anni di carcere contro l’ex-presidente Luiz Inacio “Lula” Da Silva. In questo modo, Lula, presidente del Paese più grande dell’America Latina tra il 2003 e il 2010, sarebbe dovuto tornare in libertà. In una guerra di decisioni giudiziali, però, il giudice federale Pedro Gebran Neto ha ordinato la sospensione della messa in libertà. 

La situazione sta generando tensione per l’opposizione del giudice Sergio Moro – giudice di prima istanza – a rendere effettivo l’ordine emesso dal TRF-4, Tribunale Federale. Moro ha informato che prima di liberare Lula consulterà il magistrato João Pedro Gebran Neto, giudice federale.

Alle 18, il deputato del PT [Partido dos Trabalhadores, il partito di Lula, ndt] Paulo Teixeira ha twittato un secondo testo nel quale il magistrato Rogério Favreto ribadisce l’obbligo di rispettare la decisione per cui Lula doveva essere rilasciato nella stessa domenica di ieri, 8 luglio. A Rio de Janeiro è stata convocata una manifestazione per esigere la sua scarcerazione immediata.

Otro diputado del PT, Wadih Damous, ha publicado en su perfil de Facebook más detalles sobre la situación. Damous ha publicado a las 18:15 que el equipo legal “intenta hace 4 horas cumplir su decisión de liberación” y denuncia que el juez Sergio Moro puede estar incurriendo en delitos de desobediencia de orden de funcionario público y retraso de una disposición “para satisfacer interés o sentimiento personal”, tipificados en los artículos 330 y 319 del Código Penal brasileño.

Un altro deputato del PT, Wadih Damous, ha pubblicato sul suo profilo maggiori dettagli sulla situazione. Alle 18.15, Damous ha scritto che la squadra legale stava provando da “quattro ore a far rispettare la decisione della liberazione” e ha denunciato che il giudice Sergio Moro può incorrere nei reati di disobbedienza dell’ordine di un funzionario pubblico e ritardo di una disposizione “per soddisfarre un interesse o sentimento personale”, tipificati negli articoli 330 e 319 del Codice Penale brasiliano.

 

In carcere da aprile

L’ex presidente si trova in stato di reclusione presso la Polizia Federale di Curitiba dal 4 aprile scorso. La decisione comporta l’accettazione della richiesta di habeas corpus avanzata dal team legale del leader del PT. “Dopo tre mesi di una prigione riconosciuta come illegale persino dai giudici della Corte Suprema, il TRF-4 (Tribunale Federale della Quarta Regione) ha emesso questa mattina l’ordine di rilascio di Luiz Inácio Lula da Silva”, ha pubblicato in un breve comunicato la pagina dell’expresidente.

Favreto ha accettato la richiesta di habeas corpus sollecitata dall’avvocato Fernando Augusto Henriques Fernandes. La pagina del profilo del presidente ha postato le 15 pagine della decisione del tribunale.

Il giornale conservatore O Globo ha ricordato la precedente militanza del magistrato Rogério Favreto nel Partito dei Lavoratori brasiliano, nonostante lo stesso mezzo di comunicazione riconosca che Favreto ha smesso di militare nel partito nel 2010.

Tra le ragioni che il tribunale fornisce per la liberazione di Lula c’è la salvaguardia dei suoi diritti politici: “L’illegale e incostituzionale esecuzione provvisoria della pena imposta all’ex presidente Lula non può penalizzare i suoi diritti politici e nemmeno restringere il diritto agli atti inerenti la condizione di pre-candidato alla carica di Presidente della Repubblica”, segnala il magistrato, con riferimento alle elezioni presidenziali che si devono tenere tra il 7 e il 28 ottobre del 2018.

E prosegue nella giustificazione della misura: “Oltre all’imposizione del precetto fondamentale della presunzione di innocenza, si deve riconoscere l’esistenza della plausibilità giuridica negli argomenti difensivi rispetto all’asimmetria della pena imposta al soggetto, così come la condanna dei reati di corruzione passiva e riciclaggio di denaro. La stessa ammissibilità del ricorso speciale indica già la possibilità di revisione della decisione, sia piena (assoluzione), sia riduzione parziale della condanna o anche semplice diminuizione delle pene applicate, che possono implicare l’immediato rilascio”.

Articolo pubblicato su ElSaltoDiario

Foto di Midia Ninja