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“Bad Gateway”. Un fumetto sull’esistenza
“Bad Gateway” di Hanselmann non è solo un fumetto sulle crisi esistenziali ma anche una critica sociale e politica della società contemporanea e delle relazioni che produce – dalla pandemia e i lockdown fino ad arrivare al movimento di Black Lives Matter
Bad Gateway di Hanselmann arriva al terzo volume delle avventure di Mogg, Megg, Gufo e Lupo mannaro Jones, una comitiva di amici che passa le giornate alla costante ricerca di droga (di tutti i tipi) e alle prese con la vita. Ma sotto c’è molto di più. Nonostante la lettura del fumetto sia divertente, suscita un costante senso di angoscia, di cui occorre chiedersi il perché – visto che si tratta in realtà di un fumetto molto fantasioso, con personaggi che fanno le cose più assurde.
La protagonista sembra la persona più “centrata” dei personaggi, che vivono, come si diceva sopra, alla costante ricerca di qualche droga, che trovano modi per non lavorare, davanti alla televisione e trascurando ogni aspetto della loro vita. Eppure anche lei, a cui spesso sembrano far affidamento gli altri, è un bel casino. Dentro questo casino ci sono le relazioni, l’amicizia, il sesso, l’amore, il lavoro, la famiglia. Ma non direi che Bad Gateway sia una storia di “tossici”. Direi più le storie di personaggi in piena crisi esistenziale. Che poi lo siamo un po’ tutti a un passo dalla crisi esistenziale, o no?
Non si sa, infatti, se questi personaggi sono così solo quando sono “fatti” o se sono così sempre. A un certo punto Lupo mannaro Jones sembra cambiare strada e diventa una persona normale (un uomo con tanto di baffi e vestiti) per poi ricadere e dopo poco ritrovarsi a essere nuovamente un lupo mannaro. Che non sia così anche per gli altri personaggi?
Nonostante la storia potrebbe essere potenzialmente ambientata negli Stati uniti, sembra esserci dentro quei disegni qualcosa di molto più comune, che può riguardare molti degli amici e delle persone che conosciamo o che abbiamo visto negli squat e da qualche parte in giro per l’Europa. Persone con storie diverse alle spalle che si ritrovano in quel limbo dove, a tenerle insieme, pare essere proprio l’abitudine a l’utilizzo di sostanze di vario genere.
La storia non manca di altre sottigliezze, che fanno riferimento ai trascorsi dei personaggi, al loro approccio al “mondo esterno”, alle famiglie da cui provengono. Per questo alla fine quello di Hanselman sembra essere qualcosa di più di una storia inventata e ha, invece, tratti quasi sociologici, che lasciano da pensare rispetto a questo strumento, il fumetto, che ha spesso la capacità di affrontate tante tematiche e arrivare a chi lo legge su più livelli. Uno strumento che proprio per questo negli ultimi anni sembra avere un certo successo e si sta prestando, spesso, ad affrontare anche tematiche sociali, politiche, umanitarie e così via.
Mentre negli anni passati il fumetto era “confinato” nel mondo del fumetto, oggi sembra avere una platea molto più ampia (parliamo ovviamente del caso italiano). Notiamo infatti anche la scelta di molte case editrici mettersi a fare fumetti, proprio oggi (un meccanismo simile a ciò che si vede per l’editoria per ragazzi ma con caratteristiche diverse e spesso con ottimi contenuti).
Hanselman è a tutti gli effetti un fuoriclasse. Da punto di vista “produttivo” è qualcosa di impressionante, per chi ha voglia e tempo di seguirlo su Instagram noterà con facilità la mole di fumetti che produce quotidianamente. Per esempio il lockdown, così come lo abbiamo vissuto tutti lo hanno vissuto i suoi personaggi, in maniera coerente con quella che è la storia. Hanno attraversato la pandemia ma anche il movimento di Black Lives Matter. Questi personaggi e questi fumetti sono perciò vivi più che mai e interagiscono con ciò che accade e con gli eventi politici recenti. Ecco tornare quindi quei tratti “sociologici”, il modo in cui gli avvenimenti sociali di oggi vengono percepiti e vissuti con questi personaggi ci lascia riflettere anche sulle nostre reazioni. Ci si può sentire molto distanti da Lupo mannaro Jones o provare empatia con Megg, oppure nessuno dei due, ma troveremo sempre una coerenza dei comportamenti di questi personaggi.
Un fumetto da leggere e da consigliare, che provocatoriamente riesce a trattare l’esistenza e le contraddizioni della vita di ogni persona aldilà che si sia un lupo mannaro, un gufo, un gatto, una strega, Dracula e così via. Un fumetto perfetto per una serie tv, chissà che non ci stia già pensando?