approfondimenti

ROMA

Azione contro Leonardo a Roma

In decine entrano dentro la sede principale romana dell’ industria di armi con un corteo spontaneo. Si denuncia la collusione con il governo israeliano genocida, e con il governo turco che massacra la popolazione curda.
L’azienda, al 30% di proprietà del Ministero del Tesoro, è al centro di azioni e proteste in tutta Europa

Nella mattinata di oggi, 18 dicembre, più di settanta tra attivist3 di collettivi, spazi e associazioni romane sono entrat3 in protesta dentro i cancelli della fabbrica di Leonardo SPA, alla periferia est di Roma, lungo la via Tiburtina.

Le persone entrate nella fabbrica hanno portato striscioni, cartelli e intonato slogan contro la multinazionale responsabile e complice dell’attacco contro le popolazioni curde della Siria del Nord, operato dalla Turchia, e del genocidio in Palestina. Nel loro comunicato infatti riportano:

«Mentre la guerra diventa prepotentemente lo strumento di risoluzione delle controversie internazionali, mentre la sua barbarie si dispiega in tutta la sua violenza sotto forma di genocidio, ecocidio, esodi di massa, fame, feriti e sofferenze di ogni genere, Leonardo festeggia. Festeggia l’aumento esponenziale degli ordini, dei ricavi e ovviamente dei profitti: + 15% di ordini per gli elicotteri, + 21% per la Cyber sicurezza, +33% per i velivoli. Quei velivoli quali l’AW119K che a maggio scorso sono stati consegnati alla Israeli Air Force nel silenzio generale della servile informazione del nostro paese».

Attorno a Leonardo, è stato ricordato durante l’iniziativa, si avvicendano politici di ogni colore politico. Minniti, ministro PD precursore degli attuali decreti sicurezza, e ora presidente della fondazione Medor legata a Leonardo, ma pure Cingolani, che con il governo Draghi doveva portarci alla Transizione Energetica (sic!) e con quello Meloni è diventato amministratore delegato dell’azienda. Leonardo, ricordiamolo, è posseduta al 30% dal ministero del Tesoro.

Attorno a Leonardo, è stato ricordato durante l’iniziativa, si avvicendano politici di ogni colore politico. Minniti, ministro PD precursore degli attuali decreti sicurezza, e ora presidente della fondazione Medor legata a Leonardo, ma pure Roberto Cingolani, che con il governo Draghi doveva portarci alla Transizione Energetica (sic!) e con quello Meloni è diventato amministratore delegato dell’azienda. Leonardo, ricordiamolo, è posseduta al 30% dal ministero del Tesoro.

La protesta – che dentro l’azienda è diventata presto un corteo improvvisato all’interno del complesso industriale – ha ricordato che l’Italia è il sesto paese al mondo per esportazioni belliche, con Turchia e Israele tra i maggiori acquirenti.

Nel comunicato dell’iniziativa si denuncia il rapporto Draghi sul futuro della competitività europea che vede un ruolo centrale nell’incremento di investimenti nel settore militare. Dopo il PNRR paradossalmente il nuovo debito che future generazioni dovranno pagare è quello che investe nella distruzione del pianeta e delle genti che lo vivono. «Nel rapporto per la prima volta si ipotizza che i finanziamenti comuni europei in Ricerca e Sviluppo nel settore della difesa per segmenti nuovi o tecnicamente complessi – come i droni, i missili ipersonici, le armi a energia diretta, l’intelligenza artificiale per la difesa e la flotta da guerra per fondali marini e spazio – debbano essere coordinati a livello europeo e che a tale scopo si possa e si debba emettere nuovo debito comune».

Foto Dinamopress

Le guardie private di sorveglianza dello stabilimento sono ovviamente intervenute subito con arroganza per interrompere la protesta ma questa è durata per più di mezz’ora, con canti e slogan di solidarietà incondizionata verso il Rojava del Confederalismo Democratico Curdo e la Palestina.

«Siamo entrati nei cancelli, abbiamo messo i nostri corpi in gioco, come è già stato fatto a Torino, ad Edimburgo, come speriamo sarà fatto mille altre volte per denunciare, sanzionare e infine bloccare una fabbrica di morte, per gridare che più armi si producono più queste saranno vendute e usate. Siamo student* la cui voce avete ignorato quando abbiamo chiesto la fine di ogni accordo di ricerca con le università e le istituzioni israeliane anche di quella ricerca che appare per fini civili ma poi viene utilizzata in ambito militare. Siamo coloro che hanno promosso lo sciopero generale contro la guerra e l’economia di guerra perché la mattina è difficile anche andare a lavorare quando si lavora con i salari più bassi d’Europa e si produce per favorire questo scenario di miseria. Siamo ambientalist* tanto car* al vostro AD Cingolani, che continueranno a mobilitarsi contro la vostra falsa e mortifera narrazione, siamo dalla parte giusta della storia che non vi assolverà».

La manifestazione si è conclusa pacificamente lasciando sul selciato antistante l’azienda vernice rossa, a simbolo della morte e della distruzione che Leonardo porta nel mondo.

Foto Dinamopress

Foto di copertina, Dinamopress

SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS

Per sostenere Dinamopress abbiamo attivato una nuova raccolta fondi diretta. Vi chiediamo di donare tramite paypal direttamente sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno