MONDO
Ancora cortei e scioperi in Cile
Grande giornata di mobilitazioni nelle principali città. Dopo tre settimane di protesta, la repressione e gli arresti arbitrari non si fermano. Sebastián Piñera cerca di evadere la richiesta di dimissioni e la convocazione di un’Assemblea Costituente. Centinaia di assemblee e Cabildos si stanno organizzando nei quartieri.
Una nuova chiamata alla mobilitazione si è diffusa sulle reti sociali e si farà sentire oggi pomeriggio in Cile. Anche il Tavolo per l’unità sociale, che riunisce centinaia di organizzazioni sociali, ha rilanciato l’appello per un “Super lunedì” di mobilitazione. Fin dalla mattina, alcuni settori dei trasporti scioperano e gli impiegati pubblici della ANEF (Organizzazione Nazionale dei dipendenti fiscali) ha convocato uno sciopero generale progressivo a partire da questo lunedì con mobilitazione davanti ai Tribunali.
Intanto nei quartieri si stanno autorganizzando assemblee e cabildos, assemblee deliberanti popolari, che discutono proposte per una nuova Costituzione per il Cile, al tempo stesso pianificando attività di quartiere, diffusione di notizie, organizzano la sicurezza delle manifestazioni e le mense popolari.
Circa ottanta comunas in tutto il paese si sono rafforzate grazie ad un aumento della partecipazione degli abitanti dei quartieri, mentre agli angoli delle strade si ripetono ogni notte cacerolazos che mantengono attiva la mobilitazione.
Ieri sono stati arrestati due fotografi, Daniel Jeremías e Alvaro Santana, mentre stavano coprendo la manifestazione nella centrale Plaza Italia. Quasi alla stessa ora, i Carabineros hanno arrestato un ciclista a Santiago senza alcun motivo. Una pratica usuale per le forze dell’ordine è l’arresto a caso: secondo l’INDH – Istituto nazionale dei diritti umani – il numero degli arrestati supera le 4123 persone.
Ci sono denunce di desaparecidos, torture e assassinii che non sono state chiarite, rispetto alle quali ci sono forti indizi di partecipazione delle forze di sicurezza. Un fatto che ha commosso il paese e che adesso è al centro di una inchiesta è stata la denuncia di Nicolás Laur e di altre persone che hanno denunciato di essere stati torturati nella stazione metro di Baquedano.
Ci sono state denunce di donne che sono state denudate e picchiate, casi di violenza sessuale che coinvolgono membri effettivi dei Carabineros. Fino a ora, si contano cinque denunce per omicidio, 18 per violenza sessuale e 132 per torture. E secondo le testimonianze di molte organizzazioni territoriali, ci sono centinaia di casi di tortura che non sono stati denunciati per paura di rappresaglia.
Il caso di Daniela Carrasco, che stava partecipando ad attività culturali nel quartiere di La Victoria e che è stata ritrovata impiccata in un terreno abbandonato non è stato ancora risolto. Grande risalto ha avuto anche la morte di un giovane di diciassette anni, Joshua Osorio Arias, il cui corpo è stato rinvenuto sotto una coltre di cemento nella fabbrica di Kayser a Renca. Sul suo corpo sono stati ritrovati tre fori nel torace, per cui si sospetta che il giovane sia stato ucciso e solamente dopo il suo corpo sia stato trasportano nella fabbrica tessile. Il sospetto è nato quando il Servizio Medico Legale ha rifiutato di fare una perizia sul corpo, anche se il Ministero della Giustizia ha chiarito che non spetta a tale organo la realizzazione di tale compito.
Articolo pubblicato su Anred. Traduzione in italiano a cura di DINAMOpress.
Foto di copertina: @felipejavierfigueroa via Emergentes.