SPORT
Alcune domande su Salernitana-Nocerina
Volevo scrivere qualcosa di un po’ più complesso per aggiungere due spunti sulla farsa di Salernitana-Nocerina visto che nessuno si è chiesto perché si è arrivati a questo punto. E ho cercato un punto di vista che uscisse dalla diatriba ultrasviolenti sì o ultrasviolenti no.[…] Non conosco la realtà di Nocera in maniera così articolata da poter sostenere una posizione o denunciare chissà cosa. Ma la storia di Salerno rimane un paradigma, al di là di tutto.
Il circo mediatico sportivo si è accodato all’indignazione di facciata, chiedendo pene esemplari, provvedimenti, altre leggi, senza assumersi uno straccio di responsabilità, senza riconoscere il fatto che anche loro sono parte e attori della grande farsa chiamata calcio.
Ora chiedono a gran voce l’intervento dello Stato e denunciano l’assenza dello Stato, stesso. Miopi, come sempre, e a volte disonesti, nel non riconoscere che lo Stato in questo caso c’entra eccome così come chi gestisce il calcio: che si tratti di quello ricchissimo della Serie A o di quello povero della Lega Pro.
Ecco alcune domande a cui prima o poi qualcuno dovrebbe dare risposta:
– Perché quando sono stati formulati i gironi di Lega Pro non si è deciso di dividere Salernitana e Nocerina, come qualche dirigente aveva chiesto?
– Perché nonostante la tessera del tifoso è stato impedito ai tifosi nocerini di andare in trasferta? Ma la TdT non doveva essere lo strumento che avrebbe dovuto normalizzare il tifo e garantire ai tifosi “buoni” il diritto di assistere a ogni evento?
– Perché la decisione di poter consentire una trasferta o no, viene sistematicamente lasciata in mano a questori/prefetti, che soprattutto in piazza più piccole, spesso e volentieri, rifiutano il permesso?
– Quando i tifosi ieri hanno parlato con dirigenti e calciatori, fuori dall’albergo, sicuri non fossero presenti anche agenti in borghese di polizia o digos? Sarebbe piuttosto strano.
– Perché, nonostante si parlasse da settimane di questa partita, si è deciso tutto all’ultimo momento senza coinvolgere i diretti interessati, tifosi, dirigenze, etc etc?
– Perché nessuno racconta che ieri anche i tifosi della Salernitana hanno protestato contro la mancata presenza dei tifosi avversari?
– Perché nonostante le squadre fallite o gli scandali legati alle scommesse, chi dirige il calcio di Lega Pro non viene mai rimosso?
Ora si riparte con il can-can degli ultras che tengono in ostaggio le società di calcio, che ricattano, fanno business etc etc. Nessuno si interroga sul perché la situazione continua a precipitare. Nessuno pone il dubbio: che siano state fatte delle scelte sbagliate anche e soprattutto in materia di ordine pubblico?
A cosa serve la tessera del tifoso? A cosa serve schedare tutti i tifosi presenti allo stadio, se poi si decide sistematicamente di chiudere interi settori per alcuni cori razzisti fatti soltanto da una parte residua del settore stesso? Ma perché io, da anti-razzista quale sono, devo essere punito, perché in un settore di 12 mila persone, si alzano cori che io non condivido e che rifiuto? Perché si pretende che negli stadi non vengano usate espressioni che sistematicamente ritroviamo nel linguaggio politico e/o giornalistico, senza conseguenze? Cosa hanno fatto società di calcio o lega calcio per sensibilizzare i tifosi da stadio e non riguardo alcuni temi? Escluso lavarsi la coscienza entrando in campo con la solita t-shirt “no al razzismo”.
Il calcio non è vittima degli ultras, che comunque hanno le loro responsabilità. Il calcio è vittima di se stesso, di quel carrozzone fatto di interessi e business, di scommesse e pay-tv, di scellerate leggi repressive che hanno finito di svuotare gli stadi, inasprito il clima anche dove fenomeni di “violenza” non c’erano ma anche degli ultras stessi che spesso hanno dimenticato di essere tifosi per sostituirsi ai capipopolo o piccoli imprenditori del tifo. Si naviga a vista, almeno finché le cose non accadono in diretta Tv e finché Sky e Mediaset continuano a elargire milioni di euro l’anno. A quel punto eccolo il corto-circuito, beffardo e triste, come le scene viste ieri di calciatori che si accasciavano dopo pochi secondi mimando infortuni gravissimi. Serviva un segnale, certo. Serviva far saltare il banco dell’ipocrisia ma sarebbe stato meglio farlo in una maniera intelligente.
A quelli che chiedono “dov’è lo Stato” rispondo dicendo che lo Stato no non c’è.
Perché uno Stato che non riesce a garantire che 500 tifosi di una squadra, tutti regolarmente in possesso della tessera del tifoso, il diritto di assistere a un derby, è uno Stato fantoccio. Ma questo già lo sapevamo.
A quelli che chiedono “il modello inglese” ricordo che in UK nessuna trasferta viene impedita ai tifosi ospiti, che non esistono TdT o biglietti nominativi. E che nonostante la rivalità o i precedenti, nessuno si sognerebbe di far giocare a porte chiuse un Millwall-West Ham.
Ci rivediamo alla prossima indignazione.