editoriale
31 ottobre 1517: le tesi di Lutero
Wittenberg, cittadina oggi della Sassonia-Anhalt. È il mezzogiorno del 31 ottobre dell’Anno del Signore 1517. Alla porta della Schloßkirche, la chiesa del Castello cittadino, un monaco ha appena affisso con pochi, nervosi colpi di martello un rotolo di pergamena sulla quale si intravedono fitte righe di scrittura latina. Una folla cresciuta di minuto in minuto ha assistito sempre più attenta ed esultante a ciò che è appena avvenuto. Il protagonista della scena è ben noto a tutti: si chiama Martin Luder, o Luther, è Maestro delle Arti e della Sacra Teologia nella locale Università, tutti già pensano che per dottrina ma anche per profonda spiritualità, quella stessa che lo ha spinto a diventare un religioso invece che un brillante avvocato, sia destinato a diventare un alto se non altissimo dignitario della Chiesa. Qualcuno si avvicina al rotolo, ne scorre ansioso i primi paragrafi. Sono 95 Tesi. Sintetiche ma inequivoche proposizioni che denunciano errori e abusi da parte del Papa e della Chiesa in tema di scottante attualità: le Indulgenze…
Così la visione più oleografica e popolare sugli inizi della Riforma luterana e sulla nascita del Protestantesimo, forse l’evento più importante della storia del Cristianesimo occidentale dopo l’Editto di Tessalonica del 380 d.C. Una visione su cui la storiografia più accurata non insiste troppo, visto che, per esempio, sull’affissione delle Tesi alle porte della chiesa non esiste altra testimonianza che quella de relato e a suo modo agiografica di Melantone; e visto che quasi sicuramente le tesi furono inviate direttamente a chi a una discussione di tipo accademico su tali argomenti potesse essere interessato. Ma che soprattutto come gesto simbolico, ammesso che fosse avvenuto, poco di rivoluzionario avrebbe potuto avere, dato che l’affiggere comunicati e annunci sulla porta della principale chiesa cittadina, usata come una bacheca, era abitudine tradizionale in una città universitaria in cui conferenze, seminari, incontri di discussione erano frequenti e spesso rivolti a pubblici di qualche ampiezza.
Vulgata protestante a parte, resta però incontrovertibile e comunque fondamentale il fatto che la più grande rottura dell’unità della chiesa occidentale si produca quasi interamente nei quarantatrè mesi che corrono tra l’ottobre del 1517 e il maggio del 1521, attraverso una serie sempre più accelerata dapprima di incontri e di tentativi di mediazione sempre più infruttuosi, anche se le Tesi in quanto tali non contengono posizioni irrimediabilmente eterodosse e non alludono a scismi o a paradossi ereticali; e successivamente, a reciproche prese di posizione sempre meno conciliabili e a scontri sempre più polemici, sino alle intimazioni contenute nella Bolla “Exurge Domine”, nella quale il monaco viene paragonato al “cinghiale nella vigna” del Salmo 79, e alla scomunica vera e propria del gennaio del 1521; e alla definitiva condanna da parte della Dieta di Worms nel maggio dello stesso anno di fronte alla ferma, subito paradigmatica, risposta di Lutero (…Hier stehe ich und kann nicht anders!) pronunciata di fronte a Carlo V. Il monaco ora dichiarato eretico ha intanto già scritto tre trattati tra i più importanti della Riforma: “Ai nobili cristiani della nazione tedesca”; “Della cattività babilonese della chiesa”; “Della libertà del cristiano”.
È dunque da un procedere di tempi e di avvenimenti di questo tipo che la Riforma Protestante può dirsi iniziata. In tutti suoi aspetti, non solo quelli teologici e religiosi. Vale infatti la pena di ricordare che la controversia sulle Indulgenze e la conseguente, anche se legata a orizzonti e visioni più ampie, rottura tra Roma e Lutero ha da subito numerosi caratteri anche immediatamente e direttamente politici. Ciò perché a Roma papa Leone X Medici ha offerto ad Albrecht di Hohenzollern, già presule di Magdeburgo e di Halberstadt, l’ulteriore carica di Vescovo di Magonza, che lo eleverebbe al rango di Elettore Imperiale, in cambio di un’altissima somma che gli occorre per completare l’edificazione di San Pietro. È da questo impegno finanziario che muove la concessione allo Hohenzollern della vendita delle Indulgenze, in esclusiva e per otto anni, e che si estende a quasi la metà di tutti i territori dell’Impero. Ma il Principe Elettore di Sassonia Federico il Saggio, nel cui territorio Lutero vive e insegna, e suo cugino il duca Giorgio di Sassonia, vietano da subito tale “commercio” nei loro domini: un gesto di insofferenza politica, in qualche modo, nei confronti dei poteri “centrali” del Papato e dell’Impero e del crescente ruolo economico e dunque politico dei Fugger, i banchieri a cui viene delegata la raccolta. Lutero sa dunque da subito che la sua azione riformatrice sarà comunque salvaguardata e protetta da due dei più influenti principi tedeschi. Sarà proprio il Saggio, dopo Worms, a organizzare il finto rapimento che salverò al frate la vita, e a nasconderlo nel castello della Wartburg, permettendogli di attendere alla sua opera fondamentale, la traduzione in tedesco della Bibbia. Della sua riconoscente lealtà nei confronti di Federico di Sassonia, di suo cugino e degli altri principi tedeschi, e soprattutto del rispetto nei confronti del potere da essi rappresentato, Lutero darà buona prova quando si schiererà senza alcuna esitazione contro Müntzer e i rivoltosi contadini del Bundschuh che verranno distrutte a Frankenhausen. Un’ultima nota: a dirigere e coordinare la campagna di raccolta delle indulgenze era stato preposto il domenicano Johann Tetzel, predicatore spregiudicato e dal linguaggio sprezzante e aggressivo. Di fronte alle 95 Tesi di Wittemberg, il frate cercò di reagire con la stesura immediata e improvvisata di 110 Antitesi, a cui furono poi aggiunte altre 50 formulazioni più meditate e analitiche, ma che già all’epoca pochi lessero e presero in considerazione.
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La bibliografia su Martin Lutero e la Riforma protestante è sterminata. Resiste ancora, come biografia dal forte potere narrativo, quella scritta da Roland H. Bainton. Questo il riferimento dell’ultima edizione italiana:
Roland H. BaintonmMARTIN LUTERO Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 2013
Sulle tesi di Wittemberg vale la pena di consultare il lavoro di presentazione e di esegesi di due tra i massimi teologi del moderno protestantesimo italiano ed europeo:
Paolo Ricca, Giorgio Tourn LE 95 TESI DI LUTERO Claudiana, Torino, 1998
La stessa editrice, espressione della Chiesa Evangelica Valdese italiana, ha in corso da vari anni la pubblicazione delle opere di Lutero.
La filmografia su Lutero al contrario non sembra essere sterminata. Segnalata come ultima opera con versione italiana una produzione indipendente tedesca del 2003, dal titolo “LUTERO – RIBELLE, GENIO, LIBERATORE. Regia di Eric Till.
Dei romanzi e delle opere narrative ispirate anche solo in parte alle vicende anche tumultuose delle Riforme luterana e calvinista, ma soprattutto dell’Anabattismo e delle varie dissidenze visionarie e mistiche di quegli anni, al troppo celebrato “Q” di/dei Luther Blisset (Einaudi,1999) preferisco di gran lunga l’affascinante “Opera al Nero” di Marguerite Yourcenar, pubblicata da Feltrinelli nel 1968.
Immagine da wikimedia