cult

CULT

Demasiado. La rivoluzione va in crociera

Recensione di “Demasiado”, il nuovo libro di Sandro Medici, edito da Derive Approdi, e che sarà presentato oggi alle 18 a Esc Atelier: una serata di racconti esilaranti su storie, progetti e avventure rocambolesche di una generazione di rivoluzionari (mancati). Ecco la recensione del pazzo viaggio tra Genova e L’Avana che cambierà totalmente un gruppo di giovani speranzosi e ribelli

Esiste una letteratura sterminata sul lungo ’68 italiano. All’interno di questa si possono trovare una serie di sotto-filoni: la letteratura reducistica dei rivoluzionari quella dei parenti delle vittime del terrorismo, le memorie di magistrati e poliziotti, le monografie su singole organizzazioni, i romanzi sui rivoluzionari e così via. Centinaia di titoli, decine di migliaia di pagine, per raccontare, esaltare o esecrare l’anomalia rivoluzionaria italiana: un movimento potente e originale nel cuore dell’Occidente, che ancora non fa dormire sogni tranquilli ai padroni (altrimenti non si capirebbe perché ancora combattono lo spettro di quella rivoluzione).

Demasiado. La crociera dei rivoluzionari mancati, l’ultimo libro di Sandro Medici edito da DeriveApprodi rappresenta forse un unicum in questo sostanzioso corpus di testi di ogni genere. Giornalista e scrittore, già direttore de il manifesto, presidente del X Municipio di Roma, ha scritto un libro che non ti aspetti, rispolverando una storia di cui è stato protagonista assieme ad altri e riconsegnandocela con una scrittura delicata e ironica: a bordo della nave da crociera della marina sovietica Sobinov un migliaio di giovani provenienti da mezza Europa salpano alla volta di Cuba per l’XI Festival della gioventù comunista del luglio 1978. Sembra un canovaccio per un film e invece è una storia che finora nessuno ci aveva mai raccontato, che senza la voglia di Sandro di raccontarla sarebbe rimasta tra le decine di migliaia vicende minori, senza memoria se non quella che invecchia con chi l’ha vissuta in prima persona.

Tredici giorni e tredici notti per sbarcare sull’isola dell’utopia, dell’epopea vittoriosa dei barbudos e del Che, già icona della rivoluzione mondiale. Ma come spesso accade più della meta conta il percorso che ci conduce ad essa. Costretti a convivere, letteralmente sulla stessa barca, i rigidi funzionari sovietici, e gli inquieti e ingovernabili giovani. Comunisti d’occidente che vogliono fare la loro rivoluzione e non quella di Stato di Mosca. Ma anche le mille tradizioni e correnti della sinistra a confronto. Un mix esplosivo.

L’autore ci accompagna nel suo viaggio e in quello dei suoi compagni. Con un gusto smaccato per l’elenco barocco passiamo in rassegna facce, nomi, fatti, eventi, stranezze. Una giostra ubriacante di vita. In un viaggio in cui ogni fatto, compresi gli amori e le amicizie che sbocciano tra lingue e correnti diverse, ogni minuzia è occasione di dibattito e scontro, d’invenzione del mondo che sarà: una rassegna teatrale, il torneo di calcetto, una supposta appendicite. E non a caso la traduzione letterale di demasiado è troppo, eccessivo. Come solo la vita che cambia lo stato di cose presenti può essere. Una sbronza.

Con l’ironia e la leggerezza che lo contraddistingue anche nella sua vita pubblica e politica, Sandro Medici ci porta con sé nel suo viaggio. Lui giura che sia tutto vero, quel che è certo è che ripercorrere con le sue parole il viaggio da Genova all’Havana della Sobinov è una bella favola, una favola fatta di giovani uomini e donne che ci piace pensare ancora in viaggio come il nostro narratore.