ROMA
Tashlich contro la guerra: il laboratorio ebraico antirazzista per la Palestina
Il 6 ottobre ricorreva il primo giorno del capodanno ebraico, celebrato con il rito del Tashlich: anche a Roma, come in altre città nel mondo, questo rito ha assunto quest’anno un significato particolare, dedicato al genocidio in Palestina
Il 6 ottobre scorso ricorreva il primo giorno del capodanno ebraico, celebrato con il rito del Tashlich, attraverso il quale, simbolicamente, le ebree e gli ebrei si libera dai peccati dell’anno appena trascorso. Anche a Roma, come in altre città nel mondo, questo rito ha assunto quest’anno un significato particolare. LƏA, laboratorio ebraico antirazzista, antifascista, transfemminista, ha infatti dedicato questa giornata al genocidio in corso in Palestina.
Alcuni giorni prima, il 3 ottobre, a Bruxelles al Parlamento Europeo (grazie ai parlamentari europei Marc Bottenga di The Left, Mounir Stouri del gruppo dei Verdi e Hanna Jalloul di S&D) è stato invece lanciato il network European Jewish for Palestine (Ejp), composto da di associazioni ebraiche antisioniste o comunque critiche dell’operato di Israele.
Si tratta di un passaggio importante, che arriva dopo un percorso cominciato con un incontro nello scorso marzo a Parigi, che prova a rompere l’asfissiante clima che aleggia nelle comunità ebraiche della diaspora in larga parte acriticamente schierate a fianco di Israele senza se e senza ma.
Negli Stati Uniti, dove gli ebrei sono più di 7 milioni (più o meno come in Israele), Jewish Voice for Peace e altri gruppi come il movimento If Not Now hanno organizzato grandi proteste contro il genocidio e l’operato di Israele, che sono arrivate addirittura dentro a Capitol Hill, al cuore del potere statunitense. E se rimane difficile contrastare il potere delle lobby pro-Israele (in primis l’AIPAC) che sia tra i democratici che i repubblicano continuano ad avere una straordinaria presa, questo attivismo ebraico è fondamentale per mostrare e praticare un’alternativa.
Questa possibilità di pensare a un diverso rapporto tra Israele e ebrei nel mondo sta guadagnando importanza anche in Italia (dove invece gli ebrei sono una piccola e storica minoranza, 26mila iscritti alle comunità e in totale non più di 40mila persone), come dimostra la presenza di LƏA nel network European Jewish for Palestine: e il lavoro che il Laboratorio fa ormai da diversi anni, ben prima del 7 ottobre, è un segno importante anche in Italia della presenza di un ebraismo non allineato con le politiche genocidarie di Israele.
Lasciamo spazio alle parole di LƏA e alle immagini dell’iniziativa di domenica scorsa, partita da piazzale Ostiense a Roma, domenica scorsa.
Tashlich contro la guerra, Roma, 6 ottobre
Oggi è Rosh haShana, il capodanno ebraico, un momento di riflessione sull’anno appena trascorso: questo è stato particolarmente doloroso.
Siamo consapevoli di come le festività ebraiche rappresentino una scusa per l’esercito israeliano per restringere ulteriormente la libertà di movimento nella Palestina occupata a milioni di palestinesi. Questa sera, insieme a centinaia di migliaia di ebreɜ di tutto il mondo, ci riuniremo alle/i nostrɜ amatɜ e chiederemo ancora una volta giustizia e libertà.
A un anno del genocidio a Gaza, e con l’inizio del nuovo anno ebraico, ci ritroveremo a Roma, domenica 6 ottobre in segno di lutto e protesta.
Ribadiamo la nostra vicinanza alle vittime ebree, palestinesi e lavoratori migranti del 7 ottobre e alle oltre 40.000 palestinesi a Gaza, e ricordiamo che non ci può essere sicurezza né giustizia sotto un regime di occupazione militare e di apartheid.
Guardiamo con orrore alla quotidiana espansione coloniale israeliana, ai milioni di sfollati a Gaza e in Libano, all’allargamento del conflitto in Yemen, Siria e Iran e riaffermiamo che l’unica soluzione è quella politica.
Ci riuniamo per il cessate il fuoco immediato, la liberazione dei/delle prigionierɜ israelianɜ e palestinesɜ, per la fine dell’occupazione e il diritto al ritorno, per una pace giusta e degna per tutte le forme di vita dal fiume Giordano al mare Mediterraneo.
Lo faremo anche praticando il rito ebraico del Tashlich, non per liberarci dalle pene dell’anno trascorso, ma piuttosto per partecipare al lutto di chi oggi non c’è più, e abbracciare chi c’è ancora e resiste per un domani differente.
Tutte le immagini sono prese dalla pagina Instagram di LƏA
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