ROMA

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Roma: il racconto della casa che non c’è

Durante due incontri tante voci si sono alzate per raccontare le loro esperienze in una città che nega il diritto alla casa. L’urgenza di risolvere il disagio abitativo richiede azioni concrete alle istituzioni e evidenzia la necessità di attivare percorsi di partecipazione e di lotta per evitare di essere privati di un diritto fondamentale

«Trovare una casa in affitto è stressante e può sembrare di cercare un ago in un pagliaio», scrivono su Affittochiaro, ma subito ci tranquillizzano dichiarando che loro sono la soluzione, mettendo a disposizione gli annunci immobiliari con un processo di ricerca semplice e su misura dell’utente.

Eppure sa bene chi cerca una casa che non è affatto semplice, il mercato degli affitti con contratti a lungo termine mette a disposizione poche centinaia di alloggi, davvero un ago nel pagliaio se si confronta con il numero di case offerte per soggiorni temporanei.

Su immobiliare.it per un bilocale di 45 metri quadri al Pigneto viene chiesto un canone di affitto di 800 euro al mese. Gli appartamenti più grandi vengono affittati “a stanza” e per ogni stanza si chiedono 760 euro. In pratica un appartamento di quattro camere frutta al proprietario 3.040 al mese.

Beesprint ci informa che un appartamento adibito ad affittacamere genera un reddito costante nell’arco dell’anno e con un incremento di redditività rispetto alla locazione turistica dell’intero immobile superiore del 140%. Si candida dunque ad affittare le camere per conto dei proprietari.

Ma le sirene delle “case vacanza” continuano a diffondere  il loro canto. Il sito I Flat.it sussurra «Trasformiamo ogni appartamento in una perfetta casa vacanza» mettendosi  a disposizione per gestire affitti a breve e medio termine e si dichiara pronto a fornire «servizi ai proprietari rendendo i loro immobili degli investimenti vincenti».

Dremsi – Short Rent preferisce mettere in evidenza gli svantaggi dell’affitto a lungo termine per il proprietario: inquilini morosi, riparazioni a carico del proprietario, guadagni bassi. Tutte grane che si possono evitare con affitti a breve termine.

La casa è un investimento che produce profitti sempre più alti, un asset finanziario sottoposto alle esigenze di profitto della rendita e alle fluttuazioni del mercato. Intorno a questo tema si sono sviluppate molte ricerche e studi, abbiamo a disposizione pubblicazioni che ci forniscono i dati e i numeri della drammaticità del fenomeno, articoli e trasmissioni televisive se ne sono occupati.

Eppure le persone continuano a essere espulse dai loro quartieri, la casa resta introvabile, si parla di emergenza senza ammettere che si tratta di una crisi strutturale determinata dall’assenza di politiche che affrontino il problema.

Non esiste un piano per l’edilizia popolare, si parla di edilizia sociale senza chiarire la sua funzione, non si pone un freno agli affitti turistici e non si mettono in atto misure contro il caro affitti. I finanziamenti per l’edilizia pubblica si sono arrestati fin dagli anni ’90, quando è iniziata anche la dismissione del patrimonio pubblico esistente. Oggi su 35 milioni di abitazioni esistenti in Italia solo 950mila sono di proprietà pubblica.

Intorno al tema dell’abitare, a Roma e non solo, si sono sviluppate lotte e resistenze per rivendicare il diritto a una vita dignitosa, che può essere garantita solamente avendo una casa in cui abitare.

Martedì 24 settembre, quasi in contemporanea, si sono svolti due incontri per rivendicare questo diritto. Entrambi hanno dato voce alle persone che vivono la precarietà abitativa. Le loro storie raccontano una città che, mentre si prepara al Giubileo della Misericordia, agisce proprio contro chi soffre per le diseguaglianze e la povertà. Migliaia di sfratti richiesti dai proprietari alla scadenza del contratto per sostituire l’inquilino di lungo periodo con sistemazioni turistiche oppure sfratti per morosità spesso incolpevole lasciano centinaia di famiglie in mezzo alla strada. Il mancato rinnovo dei contratti scaduti nella case degli Enti trasforma gli inquilini in occupanti, punibili, secondo il Decreto Salvini in approvazione al Senato, con la pena da 2 a 7 anni di reclusione, dando alla polizia il potere di sgomberare l’immobile occupato.

A Cinecittà all’incontro organizzato dal Movimento per il Diritto all’Abitare e da Asia-Usb hanno partecipato l’assessore alla casa Tobia Zevi, i Presidenti del VII Municipio e dell’VIII e Yuri Trombetti, presidente della commissione Casa di Roma Capitale. A loro l’assemblea ha chiesto soluzioni immediate e non solo promesse. Soprattutto ha ricordato che  il Piano Strategico per l’Abitare, approvato a luglio del 2023 ancora non ha prodotto i risultati attesi.

«L’Inps, il maggior ente Previdenziale Sociale del paese, produce un altro accesso dell’Ufficiale Giudiziario per sfrattare un’anziana signora affetta da Parkinson, nel quartiere Cinecittà Don-Bosco. A giustificare l’azione forzosa dell’ente è la morosità maturata dall’anziana. Ma come può pagare un canone all’Ente che è superiore a quanto l’Ente stesso le elargisce come pensione?», raccontano le persone intervenute.

Lo stesso giorno a Sparwasser al Pigneto si è svolta un’assemblea promossa dalla Campagna CARA CASA, che nasce in connessione con il percorso della rete per il diritto all’abitare @socialforumabitare. Anche qui si sono ascoltate le storie sulla casa e sull’abitare raccontate da chi soffre in questa condizione urbana.  Dall’assemblea esce una voce unanime: «Per opporsi alla crisi abitativa che determina l’espulsione di ogni abitante dal proprio quartiere e la trasformazione della geografia della città bisogna agire subito».

Si discute di quali azioni e iniziative bisogna mettere in atto per costruire percorsi di partecipazione e lotta per contrastare le dinamiche speculative e difendere il diritto alla casa e a vivere la città.

Dalla discussione è emersa la necessità di fare presto perché la condizione di chi è stretto fra la scarsa disponibilità di case in affitto e i prezzi inaccessibili è oramai insostenibile. Le loro voci e il racconto di questa città che nega il diritto e la dignità alle persone che la abitano hanno reso concreto il disagio e la sofferenza di chi vive questa condizione.

Il percorso è iniziato e la prossima assemblea è stata fissata per mercoledì 2 ottobre alle 18,30 sempre a Sparwasser.

Le immagini sono tratte da https://www.facebook.com/ArciSparwasser e https://www.facebook.com/asiausb.it

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