ROMA
Renoize 2024. Diciotto anni dopo, con la stessa rabbia, con lo stesso amore
Si avvicinano i due tradizionali giorni di festival antifascista a parco Schuster, nel quartiere romano di San Paolo.
Un momento per ricordare Renato Biagetti, per ritrovarsi e per rilanciare lotte e vertenze, sempre più necessarie nel contesto politico che il paese sta attraversando
Anche quest’anno, durante l’ultimo fine settimana di agosto, si terrà il Festival antifascista Renoize, per ricordare l’anniversario della morte di Renato Biagetti, compagno accoltellato a morte da fascisti in spiaggia a Focene la sera del 27 agosto del 2006.
Dopo un fatto così tragico, le persone più vicine a Renato, la sua famiglia di sangue e di elezione, decisero che fosse necessario costruire questa iniziativa per dare un senso, ricordare, intrecciare memoria, che è, come sappiamo, un ingranaggio collettivo.
Il Festival poi è cresciuto negli anni ed è giunto ora alla diciassettesima edizione. Come ogni anno, il 27 agosto l’appuntamento è a Focene per un saluto collettivo a Renato e poi venerdì 30 e sabato 31 agosto: le due giornate di festival a Parco Schuster, nel quartiere romano di San Paolo.
Al finire dell’estate, e con l’autunno che avanza Renoize permette di avere uno spazio per intrecciare le lotte, le pratiche e le idee collettive che attraversano la metropoli e il nostro paese, con uno sguardo aperto al mondo intero.
L’obiettivo è quello di immaginare e costruire una società dove semplicemente non ci sia più spazio per il fascismo.
Nel comunicato di presentazione, l’ampia coalizione di realtà sociali che organizza l’iniziativa racconta il ragionamento che ha portato a Renoize 2024 « […] tantissimi dibattiti, laboratori e presentazioni di libri che, per ragioni di tempo, saranno in contemporanea fra loro e che restituiscono secondo noi una necessità, una vera e propria urgenza: quella di ritrovarci, di discutere, di stringersi insieme nonostante il caldo. Davanti alle atrocità del genocidio a schermo aperto. Davanti alle guerre di cui i nostri governi sono responsabili. Davanti ad interessi economici così devastanti per il nostro pianeta. Davanti ad attacchi così violenti contro i nostri corpi e nostri diritti.
Davanti a tutto questo non possiamo e non vogliamo rimanere indifferenti.
Non possiamo che scegliere ancora una volta di organizzarsi dal basso per far sentire una voce capace di raccontare un mondo che ancora resiste. Non possiamo non ricordare ciò che è stato e che sta tornando in altre forme. Non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo essere il peso che inclina il piano, e possiamo farlo solo insieme».
Durante le due dense giornate si parlerà molto del genocidio in corso in Palestina, – anche grazie ad un area del festival rinominata Villaggio Palestina – così come dei movimenti transfemministi ed ecologisti, delle vertenze cittadine e delle idee per l’autunno che arriva.
Ovviamente ogni sera vi sarà tanta musica con gruppi nuovi e non, proprio come sarebbe piaciuto a Renato.
Non è facile organizzare un festival antifascista di questa portata in un momento così difficile, con i neofascisti a palazzo Chigi e tante forme di razzismo e fascismo aperto e strisciante che contaminano la nostra società ben oltre le leggi liberticide e repressive che il governo sforna ogni mese.
Proprio per questo però assume valore la presenza, la memoria e la condivisione, senza mai fare un passo indietro e con Renato nel cuore.
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