ITALIA

A Niscemi il campeggio No Muos e il corteo contro la guerra

Anche quest’anno il movimento No Muos organizza a Niscemi dal 4 al 6 agosto il campeggio contro la guerra e la base militare statunitense nella riserva naturale della Sughereta. Sabato 5 agosto il corteo contro la guerra e la militarizzazione dei territori

Lo scorso 29 luglio sono cominciate le attività di preparazione del campeggio autogestito No Muos, nei pressi della base militare statunitense che si trova all’interno della Riserva Naturale Orientata della Sughereta, inserita nella rete di Natura 2000 come sito di interesse comunitario (SIC) e distante solo 6 km dalla città di Niscemi. Come spiegano sul sito del Coordinamento, il Mobile User Objective System (MUOS) è un moderno sistema di comunicazione satellitare della marina militare statunitense, composto da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni terrestri, di cui una a Niscemi, in Sicilia (e le altre in Australia, Stati Uniti e Hawaii), dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri. Il MUOS è utilizzato per il coordinamento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza pilota allocati anche nella base militare americana di Sigonella, in provincia di Siracusa.

In una regione devastata dagli incendi, al centro di nuovi piani di militarizzazione dei territori, vi sono state nell’ultimo mese e vi saranno nelle prossime settimane diverse proteste, campeggi di lotta e mobilitazioni sia contro la guerra e il Muos, sia contro il Ponte sullo Stretto, a Messina, dove si tornerà in piazza il prossimo 12 agosto, con un campeggio dall’11 al 13 a Messina contro la grande speculazione richiesta a gran voce dall’UE e dalla NATO. A Brucoli, Augusta, anche il campeggio di Ecologia Politica Network dall’8 al 10 agosto.

La tendenza alla militarizzazione dei territori, denunciata in un documento del movimento No Muos, emerge con l’implementazione di “nuovi progetti di insediamenti militari e il rafforzamento di strutture già esistenti: pensiamo all’allargamento della base di Sigonella, ai lavori di sistemazione della base NRTF di Niscemi, al progetto di hub militare nelle Madonie, al rafforzamento dei sistemi radar nelle isole minori, al progetto di allargamento e riattivazione del poligono di Punta Izzo che, dopo anni di incertezze, sembra essere ormai certo, alle esercitazioni militari di Punta Bianca che, nonostante la presenza di un parco naturale attiguo all’area militare, continuano imperterrite a devastare la costa sud dell’isola.”

Lo scorso 8 luglio, gli studenti dell’Università di Catania e il Movimento No Muos hanno contestato la presenza del console generale USA Tracy Roberts-Pound e del comandante della Naval Air Station di Sigonella Aaron Schoemaker invitati al convegno dal titolo “Lo sbarco degli alleati in Sicilia, luglio 1943 le origini della Liberazione”, organizzato al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania.

Come riportato dal comunicato del movimento “il Dipartimento di Scienze Politiche non è nuovo a questo tipo di eventi. Già in passato, e più di una volta, consoli e comandanti dell’esercito statunitense sono stati invitati a prendere parte e intervenire a vari tipi di eventi. Ma anche il resto dell’ateneo catanese non è da meno. Risulta infatti che proprio l’università degli studi di Catania è l’ateneo del sud che riceve più finanziamenti dal Pentagono; tra i vari dipartimenti, quello di Ingegneria ed Elettronica Informatica, per progetti di ricerca scientifica di base applicata. Di certo questa mole di investimenti non è casuale, ed è certamente legata alla presenza di Sigonella proprio alle porte della città di Catania, una delle più importanti basi militari in uso alle forze militari americane del sud Italia.” Alla fine, rilanciando le mobilitazioni di inizio agosto a Niscemi, il movimento ha rivendicato che “l’università debba schierarsi apertamente contro la guerra, sottrarsi all’egemonia statunitense e non essere complice degli intenti guerrafondai di chi nel mondo distribuisce morte e distruzione.”

Pochi giorni dopo, il 12 luglio, è arrivata la notizia dell’assoluzione per venti manifestanti, condannati in primo grado a due anni, per la manifestazione del 1 marzo 2014, e finalmente assolti in appello.

Si tratta di una delle grandi manifestazioni durante gli anni di maggiore forza del movimento, quando migliaia di persone tra il 2013 e il 2014 si opposero alla costruzione della grande opera militare statunitense, con mobilitazioni di massa, sindaci e consiglieri di diversi comuni siciliani che si erano pronunciati contro il Muos, le mamme di Gela e Niscemi e di altri comuni in prima fila, la dura repressione e l’ondata di denunce e maxiprocessi, le azioni di disobbedienza fin sopra le antenne e dentro la base militare, i dietrofront dei politici della Regione Sicilia e l’imposizione dell’opera militare poi costruita ed oggi ormai attiva all’interno della base militare statunitense.

Nonostante questo, l’’importanza della continuità di questa lotta, che in Sicilia ha una genealogia storica che rimanda alle proteste di Comiso degli anni ottanta, va letta all’interno di uno scenario nuovo di guerra nel pieno dell’Europa cominciata con l’invasione militare russa in Ucraina, e che oggi si configura come una lotta contro l’aumento delle spese militari, contro l’intensificazione della guerra e della militarizzazione dei territori, e per esigere finanziamenti a sostegno delle infrastrutture e dei diritti sociali – e all’interno dello stesso scenario va situata la mobilitazione contro la costruzione del Ponte sullo Stretto, fortemente voluto dalla Nato e dai vertici militari.

Proprio nei prossimi giorni, infatti, dal 4 al 6 agosto, si terrà la decima edizione del campeggio No Muos, in occasione della quale il movimento ha deciso di avviare una raccolta fondi per affrontare le spese di sistemazione del campeggio (è possibile donare un contributo qui, mentre per partecipare al campeggio si può compilare questo form).

Il programma delle giornate prevede l’inizio delle attività venerdì 4 agosto, con i tavoli di lavoro in parallelo dalle ore 11 su mondo della formazione e guerra il primo, e su donne e guerra il secondo; alle 15 ci sarà invece la presentazione del libro “Territori in lotta. Capitalismo globale e giustizia ambientale nell’era della crisi climatica”, con l’autrice Paola Imperatore.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, è previsto il trekking in Sughereta, e la sera si terrà all’interno del campeggio il dialogo su ecologismo e autonomia delle donne nel movimento rivoluzionario curdo. Il trekking partirà dal presidio No Muos e arriverà alla Grande Quercia, nella “Sughereta di Niscemi”, che si estende per 3.213 ettari e costituisce il più importante relitto dei dei boschi di querce da sughero (quercus suber) che un tempo ricoprivano la Sicilia centro-meridionale.

Nell’appello alla partecipazione, gli attivisti e le attiviste No Muos scrivono che la Sughereta “è un biotopo di straordinario valore naturalistico, in quanto ospita oltre 600 specie di piante, 122 specie di uccelli, tra i quali sono state osservate due specie molto rare: il Capovaccaio (Neophrom percnopteurus) e l’Aquila di Bonelli (Aquila fasciata), 16 specie di mammiferi, 4 di anfibi e 14 di rettili. Il valore naturalistico della Sughereta ha permesso la sua designazione a SIC, in continuità con la ZPS ” Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela e con il SIC “Bosco di Santo Pietro e come Riserva Naturale Orientata della Regione Sicilia.”

Il giorno successivo, sabato 5 agosto, si terrà la mattina una assemblea su militarizzazione dei territori e tendenza alla guerra, e nel pomeriggio il corteo che partirà alle ore 17 dal terreno No Muos e raggiungerà la base NRTF, come è diventata consuetudine negli ultimi ormai oltre dieci anni di mobilitazioni del movimento, con rivendicazioni antimilitariste e contro la guerra e la devastazione dei territori. Infine, il campeggio si chiuderà domenica 6 agosto con l’assemblea plenaria.

Una sfida importante quella di rilanciare le lotte in difesa dei territori e contro la guerra, e ancora di più riuscire a rafforzare le connessioni tra i diversi ambiti di conflitto che emergono dalle molteplici crisi che stanno intrecciandosi negli ultimi anni. Una sfida importante tanto a livello territoriale e regionale, in una Sicilia devastata dagli incendi che hanno colpito varie province, su tutte Palermo e Catania, così come a livello più ampio e transnazionale, per affrontare le sfide della crisi economica ed ecologica, che in Sicilia si confronta con la crisi della sanità e del welfare, non ultimo con la recente abolizione del reddito di cittadinanza voluto dal governo nazionale di Meloni. Una estate che si preannuncia rovente non solo dal punto di vista climatico ma anche delle iniziative di lotta che si spera riescano a trovare spazi ampi di convergenza e di eccedenza capace di trasformare lo scenario disastroso in cui ci troviamo in una opportunità di accumulazione di forze per una possibile trasformazione.

Immagine di copertina e nell’articolo di Giordano Pennisi, manifestazione No Muos, 2020