ITALIA
Contro la famiglia bianca e patriarcale: Non Una di Meno torna nelle piazze
Oggi Nudm ha fatto sentire la sua voce in tutta Italia, in difesa del diritto di aborto libero e sicuro. Con le azioni di questa giornata si lancia la manifestazione che si terrà ad Ancona il 6 maggio. Il governo Meloni sostiene il diritto a non abortire, ma in Italia oggi l’obiezione di coscienza è circa al 60%, quale diritto è a rischio?
Questa mattina molte città d’Italia si sono svegliate con striscioni e scritte per un’aborto libero, sicuro e gratuito per tutt3.
A Mantova sono apparsi striscioni di fronte ai consultori pubblici e centri antiviolenza della città. A Verona è stato appeso uno striscione sul ponte di fronte all’ospedale principale della città e sono state fatte scritte sui manifesti anti-scelta. A Venezia sono comparsi i manifesti per il diritto all’aborto sicuro e garantito per tutt3. A Brescia striscioni di fronte agli Spedali Civili. A Pisa è stata ridipinta la “panchina per la vita” (verde) inaugurata il mese scorso dal Centro per l’Aiuto alla Vita insieme al Comune, con i colori dell’arcobaleno e la scritta «per un aborto libero, sicuro e gratuito per tutt3: verso il 6 maggio ad Ancona». A Milano si è svolta alle ore 10.30 la performance: “Atlante è donna*” davanti alla sede della Regione Lombardia per denunciare il giudizio sociale e il lavoro riproduttivo che grava principalmente sulle spalle delle donne e delle persone marginalizzate.
A Roma le attvist3 hanno fatto un blitz di fronte al Ministero della Famiglia e Natalità con lo striscione “La genitorialità è una scelta, l’aborto un diritto”. «Questo ministero è l’emblema di come il governo Meloni si immagina la nostra società: fondata su una famiglia bianca e patriarcale, dove la madre ha la funzione sociale di riprodurre la Nazione, sacro utero dello Stato, che svolge il ruolo di cura, ma allo stesso tempo deve essere lavoratrice flessibile e ligia al dovere produttivo e consumistico capitalitalista».
Non una di meno con questa giornata di blizt lancia la manifestazione del 6 maggio ad Ancona “Interruzione volontaria di patriarcato” chiamata per un accesso all’aborto libero sicuro e gratuito in tutte le regioni d’Italia e per tutte le persone con utero che abbiano o meno cittadinanza.
A oggi l’obiezione di coscienza è in media del 60%, ma con enormi differenze tra le regioni, le regioni governate dalla destra-destra, infatti sono diventati i laboratori per svuotare la 194 dall’interno.
Ad esempio, nelle Marche nel 2019 l’obiezione era del 63% ma nel 2022 dell’80% un aumento vertiginoso rivendicato apertamente dall’assessore alla sanità Filippo Saltamartini (dati rapporti sull’Interruzione Volontaria di Gravidanza del Ministero della Salute). Non va meglio in altre regioni: in Molise c’è una sola medica non obiettrice; in Abruzzo la percentuale di obiezione supera il 90%; in Campania si pratica l’IVG in meno di ¼ dei reparti di ginecologia; in Calabria si può abortire in meno del 50% degli ospedali.
Nelle regioni del nord ormai si finanziano apertamente associazioni anti-abortiste con fondi pubblici, come ad esempio in Piemonte, dove è stato appena rifinanziato il fondo “Vita Nascente” con 1 milione di euro. Tutto questo mentre il nostro Servizio Sanitario Nazionale viene definanziato e privatizzato.
Non Una di Meno dichiara sul proprio blog: «scendiamo in piazza contro il patriarcato conservatore familista e ultracattolico, che incarna la società che stiamo cercando si superare. Quel patriarcato che ci vuole madri a tutti i costi, ostacolando l’aborto senza darci nessuna tutela sanitaria o sul lavoro , lo stesso che respinge le persone migranti provocando continue stragi in mare e che giustifica e riproduce il razzismo istituzionale, lo stesso patriarcato che crea gerarchie tra le famiglie e considera il sessismo e l’omolesbobitransfobia, come l’abilismo, solo come questioni funzionali alle retoriche punitive e giustizialiste».
Tutte le foto di NUDM