EUROPA
Le elezioni spagnole le ha vinte Ada Colau
In Spagna salta il bipolarismo e Podemos porta a termine la rimonta attestandosi al 20%. Grazie alla sindaca di Barcellona, che ha trionfato in Catalogna con una campagna elettorale sui temi sociali, rivendicando l’eredità del 15M
Alla fine il 20D è passato, lasciando dietro di sé le macerie del bipartitismo iberico e un panorama partitico totalmente inedito per la Spagna. Il binomio Popolari-Socialisti è definitivamente saltato all’interno del parlamento di Madrid, ma soprattutto è andato a picco il sistema dell’alternanza che ha governato il paese sin dalla caduta del franchismo. Partido Popular e PSOE hanno totalizzato, assieme, soltanto il 50% dei voti, contro il 73% delle elezioni del 2011 e l’83% del 2008. Un risultato che mette in crisi il partito di Mariano Rajoy, che in queste ore tenterà di mettere attorno ad un tavolo il Partito Socialista e Ciudadanos per giocarsi – su pressione dell’UE – la carta disperata della Grande Coalizione. Tema sul quale i socialisti – dopo una campagna elettorale segnata dall’attacco frontale al premier uscente – si stanno dividendo. Tra chi vuole continuare disperatamente a sostenere il vecchio assetto di potere e chi invece vorrebbe aprire al nuovo scenario elettorale.
Un panorama inedito segnato dal 20% totalizzato da Podemos nel segno delle remontada lanciata settimane fa dal partito di Pablo Iglesias. Che proprio in questa campagna elettorale ha visto cambiare profondamente il suo DNA grazie alla discesa in campo di Ada Colau. La sindaca di Barcellona, ex portavoce de LA PAH (Plataforma de Afectados por la Hipoteca) ha guidato la carica del cambio ribaltando completamente il dato delle ultime regionali. Soprattutto in Catalogna dove ad inizio ottobre Podemos aveva totalizzato un misero 10%, scontando sia la timidezza sulla questione nazionale catalana, sia una candidatura calata dall’alto, costruita fuori da una relazione concreta col processo municipalista che aveva investito Barcellona nell’ultimo anno.
L’attacco di Ada Colau a Ciudadanos
Posted by Podemos on Domenica 13 dicembre 2015
Ma le cose stavolta sono andate in maniera differente, con Ada Colau schierata in prima linea al fianco di Iglesias e Errejòn a sostegno della lista En Comù Podem. Rivendicando appieno la propria identità e l’eredità del 15 M. Spingendo verso sinistra il discorso politico di Podemos. Meno significanti vuoti e più politica “de la calle”. Come quando pochi giorni fa ha attaccato frontalmente Ciudadanos, “Non li abbiamo mai visti in questi ultimi anni mentre difendevamo il diritto alla casa e bloccavamo gli sfratti. Mentre noi proponiamo una soluzione per chi ha il problema dello sfratto, Ciudadanos difende le banche”. Oppure quando ha espresso la necessità di “femminilizzare la politica” spagnola, ponendo “l’empatia come un valore assoluto” e sostituendo la cooperazione e la cura, alla competizione brutale imposta dalla crisi. Proprio nel momento in cui Ciudadanos sosteneva pubblicamente che “la violenza sulle donne non è un problema di genere”.
Bisogna femminilizzare la politica
Al fianco dei temi sociali un rinnovato protagonismo delle tematiche autonomiste, che hanno tirato la volata nei Paesi Baschi così come in Catalogna, dove le liste locali apparentate con Podemos sono risultate le più votate. E che hanno spinto Pablo Iglesias a indicare l’inserimento in costituzione della “plurinazionalità” spagnola, come un punto di programma imprescindibile per ogni alleanza di governo.
Cosa avverrà ora sul piano del governo nessuno è in grado di dirlo, se l’avranno vinta quelli che spingono per la grande coalizione o quelli che preferirebbero un tentativo sul modello portoghese di un governo “delle sinistre” assieme anche al PSOE. Alla finestra vi è ancora l’ipotesi di un ritorno alle urne, che potrebbe rappresentare un vantaggio per molti, ma sicuramente non per popolari e socialisti.
Ciò che certo è che all’interno di Podemos si prospetta un cambiamento radicale, che apre alla possibilità di nuove forme di organizzazione interna. In cui la contrattazione con le componenti locali e sociali non è più un tabù, ma fornisce strumenti nuovi per affrontare uno scenario politico mutato, in cui il semplice tema populista “à la Laclau” potrebbe non bastare più. E questo Ada Colau lo aveva già capito.