EUROPA
ll fascismo che già c’è e le premesse della vittoria del Front National
L’annunciatissima vittoria del Front National a questa tornata elettorale regionale francese e il ritorno […] scontato del coro dei piagnistei. Molta “sinistra” si straccia le vesti, accorgendosi soltanto nel momento delle urne dei processi in atto, e proponendo per giunta analisi e soluzioni sbagliate.
I sondaggi erano tragici da tempo, l’arrivo del FN nel novero dei partiti rappresentati nei consigli regionali (e prossimamente in parlamento) era scontato. Certo, le svolte politiche hanno bisogno anche di eventi che catalizzino l’attenzione per essere comprese, ma se questo evento è ancora una volta il rituale elettorale, purtroppo siete in ritardo di (almeno) 3-4 settimane: dagli attentati del 13 novembre diverse cose sono cambiate, diversi fenomeni latenti sono esplosi sonoramente.
In particolare da quella data, e dalla successiva introduzione dell’état d’urgence, non c’è bisogno di avere un governo frontista per vedere attuato il divieto di manifestare, o perché le perquisizioni arbitrarie (centinaia ogni giorno, in particolare dei luoghi di culto o di ritrovo delle comunità musulmane) diventino la norma, o perché l’uso della forza pubblica sia ogni giorno più intimidatorio, o perché le università siano chiuse in via precauzionale, o perché il capo di stato parli in parlamento del binazionalismo come di un problema da normare costituzionalmente.
Non mi sono mai sentito un benaltrista, ma bisogna essere ben ciechi per spaventarsi solo adesso, e magari chiamare al voto “socialista” come “male minore”. È il partito socialista che mette sbirri in borghese di fronte alle case di attivisti conosciuti anche se non hanno alcuna procedura legale in corso, è il partito socialista che permette a 10000 poliziotti di invadere Parigi, è il partito socialista che dà mandato per arrestare 300 persone e manganellarne arbitrariamente molte altre il 29 novembre, salvo poi rilasciare quasi tutti dopo due giorni perché il punto è colpire e spaventare. In quei due giorni di fermo ogni procedura legale è saltata nelle carceri francesi, e chi non è stato rilasciato deve subire processi con accuse pesantissime o subire il rimpatrio forzato se straniero.
E ancora la lista potrebbe continuare: è il partito socialista, che chiama l’Islam a giustificarsi degli attentati, perché un musulmano vale l’altro, è il partito socialista che ormai limita apertamente la libertà di stampa isolando e malmenando i giornalisti durante le manifestazioni.
Di cosa avete bisogno, ancora, per rimboccarvi le maniche e ricostruire qui ed ora un discorso contro la guerra, contro il razzismo e contro il fascismo? Cosa aspettate ad indignarvi e agire?Avete davvero bisogno che ci siano Berlusconi, Salvini, Sarkozy o Marine Le Pen a fare quello che Hollande e Valls (e Renzi) stanno già facendo?
E quindi NO, il socialismo non è stato sconfitto, semplicemente il socialismo (francese ed europeo) non esiste più da tempo. Sicuramente non si possono chiamare socialisti il PS francese e la SPD tedesca, che hanno pensato ed agito (assieme all’alleata Merkel) il ricatto e lo strangolamento alla Grecia, e lo spietato sistema di frontiere contro la libertà di movimento.
Ed inoltre NO, non è vero neppure che Hollande perderà le prossime elezioni presidenziali. In un contesto in cui il FN è definitivamente un partito come gli altri ed i principali tre schieramenti non hanno differenze discorsive di rilievo (e neppure il quarto a dirla tutta, il Front de Gauche che ha votato per il prolungamento dell’état d’urgence), l’elettorato farà la cosa più logica: deciderà caso per caso. Ed è evidente che Hollande ha dimostrato di saper gestire benissimo le crisi dentro questa cornice politico-ideologica: sapeva che avrebbe consegnato al FN alcuni consensi in più nel breve periodo, ma sa anche di essersi posto come uomo forte capace di implementare velocemente ed efficientemente la Francia-da-guerra (verso l’esterno e verso l’interno). Questo punto mi sembra particolarmente importante, perché l’ “intellettualismo de sinistra” ci ripropone la tiritera del “Hollande è pure stupido, con l’état d’urgence ha consegnato il paese alla destra”. Questa retorica deresponsabilizzante si dimentica del fatto che a fine 2014 Hollande era un uomo politicamente morto, messo in dubbio per un secondo mandato addirittura dal suo stesso partito. Nel 2015 ha invece saputo gestire benissimo le occasioni che gli si sono presentate, dopo le due serie di attentati i suoi indici di gradimento personali sono a livelli di nuovo elevati, e questi indici sono ciò che conta adesso per vincere le presidenziali 2017.
Quando Hollande sarà ancora presidente tra un anno e mezzo, per chi lotta, per chi migra, per chi lavora o non lavora ma comunque non ha diritti, per chi cerca di vivere una vita degna, il problema sarà sempre lo stesso, inventare parole e pratiche nuove per combattere il fascismo che già c’è. I sospiri di sollievo li tirerà soltanto chi crede che il fascismo sia un nome su una scheda, ed alla costruzione di un mondo migliore ha rinunciato da tempo.