ITALIA
Genova per noi, vent’anni dopo
Dentro le iniziative e i cortei per il ventennale del G8 e del controvertice: più che guardarsi indietro, è necessario provare a immaginare una nuova grammatica e pragmatica politica
Il ventennale di Genova è un corteo spontaneo e vivacissimo che attraversa le vie del centro il 20 luglio. Ma sono anche le installazioni artistiche in giro per la città, le iniziative organizzate da associazioni, partiti, pezzi di società civile, incluse due assemblee lunghissime sotto un caldissimo tendone, e le proiezioni, le presentazioni di libri, le chiacchiere spontanee delle tante e tanti che non volevano mancare a questo importante anniversario.
Dieci anni fa un grande corteo attraversò Genova nel decennale del G8 e del controvertice. Il 2011 arrivava in mezzo (o meglio alla fine, ma all’epoca non lo sapevamo) di un ciclo di lotte, che aveva visto studentesse e studenti prendersi le strade con l’Onda e la vittoria al Referendum per l’acqua pubblica del giugno 2001. Un momento quindi di entusiasmo e spinta, diversissimo da oggi. Per questo è forse ancora più importante che a distanza di venti anni da quei giorni siamo ancora qui.
In piazza Alimonda, foto di Dinamopress
Nonostante la stanchezza, il caldo, la pandemia, la fase politica incerta, a Genova infatti sono arrivati in tante e tanti. Ci si riconosce camminando per i vicoli del centro città, che sembrano resistere ancora alla gentrificazione.
«Ci sarà il corteo domani?», si chiedono in molti la sera del 19. Il 20 è un giorno importante per tutta la città. La Bottega Ciacchi, gestita dalla Comunità di San Benedetto al Porto, ha chiuso alle 16 per essere in piazza Alimonda. «Today is the anniversary of the killing of Carlo Giuliani», spiega a qualcuno venuto da fuori una ragazza seduta a piazza del Carmine, il quartiere di Don Gallo. Da venti anni il pomeriggio del 20 luglio ci si ritrova a piazza Alimonda per ricordare Carlo Giuliani, con un presidio e iniziative. Dal 2011 il presidio però è statico.
Ma, in questo 2021, ci sono davvero tante persone e la piccola piazza straborda nelle vie laterali, quelle che furono protagoniste della battaglia nel 2001. Suonano nel corso della giornata molti artisti, dai Malasuerte a Cisco dei Modena City Rambles: a sorpresa appare anche Manu Chao, che era a Genova venti anni fa. Alle 17.27, l’ora dello sparo partito dal Defender dei Carabinieri verso Giuliani, la piazza tace. Giuliano Giuliani ha appena finito di raccontare quei minuti terribili di due decenni fa che gli hanno portato via il figlio. Chiede un minuto di silenzio. Dura un po’ meno, ma fa un effetto incredibile, rotto dal coro «Carlo è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai».
Appena dopo Marco Rovelli intona dal palco El Pueblo Unido, a ricordare quanto la dimensione globale delle lotte sia ancora fondamentale.
Troppa gente in piazza, troppa la voglia di muoversi, di prendersi le strade della città. Verso le sei si parte: davanti le giovani di Vedo Terra e Genova antifascista e poi, disordinatamente, tante altre persone dietro. Qualcuno rimane in piazza per proseguire il calendario prefissato delle iniziative, ma la stragrande maggioranza dei presenti al presidio affolla il corteo di almeno 5000 persone, che intona «Tous le monde déteste la police» e ancora il coro dedicato a Carlo Giuliani.
Ci sono persone da tutta Italia, e anche diverse dall’estero. Molte le bandiere NO TAV, che si cominciarono a vedere proprio nei giorni di Genova 2001, e poi Supporto Legale, Potere al Popolo, uno striscione che chiede libertà per Luca (uno degli arrestati per i fatti del G8 tornato in carcere di recente) e uno che ricorda Adil. Ma soprattutto tantissime persone senza bandiere o striscioni. Si passa da quelle stesse strade dove venti anni fa ci fu battaglia: Via Tolemaide, la stazione Brignole. Poi però si entra in quella che era la zona rossa.
Per chi c’era venti anni fa è un tuffo nel passato, non è una rivincita naturalmente, ma entrare proprio in quelle zone vietate fa comunque un certo effetto. Si entra persino a Palazzo Ducale.
In corteo per le strade di Genova, foto di DinamoPress
Ma oltre al corteo, c’è anche un programma articolato in diversi giorni, a partire da domenica 18, quando il corteo che doveva accogliere la delegazione zapatista rimasta ancora invece in Francia per problemi burocratici, attraversa Genova. Nei giorni precedenti, a Ventimiglia, il Transborder Camp organizzato dal progetto 20K ci ricorda quanto la frontiera occidentale italiana sia ancora un luogo importante di transito. Le lotte di oggi si intrecciano con quelle di ieri. Proprio il 19 luglio 2001 un grande corteo sulle migrazioni aprì la parte di piazza del controvertice di Genova, prima dei cortei del 20 e 21.
Non tutte le anime del Genoa Social Forum di allora erano d’accordo su questo corteo: per alcuni era un tema secondario e c’era il rischio di un insuccesso. Fu invece un corteo partecipatissimo, e soprattutto venti anni dopo è chiaro come la questione migratoria era ed è al centro dell’agenda politica e sociale.
A Palazzo Ducale si alternano gli eventi e le assemblee organizzate da un vasto network di associazioni e pezzi di società civile. Le assemblee del 19 e del 20, organizzate dal comitato Genova 2001-2021, voi la malattia noi la cura, riprendono lo spirito del controvertice del 2001, ci sono interventi brevi e serrati, sotto al sole cocente a piazza Matteotti – spirito quanto mai attuale, visto che si lanciano anche le mobilitazioni contro il G20 che culmineranno a Roma a fine ottobre.
Dentro il palazzo ci sono anche alcuni dei filmati del progetto Another world now curato da Anna Daneri, Francesca Guerisoli e Carlotta Pezzolo, e la mostra Cassandra. Genova 2001 – Genova 2001 che ha il merito di mettere l’accento sui temi di cui si discusse nel Forum di allora oltre che su quanto successe in piazza. Oltre alle iniziative “ufficiali” organizzate dal network Genova ’01 20 anni dopo. Un altro mondo è necessario ci sono anche altri eventi e momenti di incontro che si muovono per la città.
Uno di questi è proprio l’affollata presentazione del terzo numero di DINAMOprint davanti al centro sociale Aut Aut 357 che è diventata l’occasione per connettere le lotte del 2001 e quelle di oggi, evidenziare continuità e discontinuità, riannodare fili. Davanti a oltre cento persone, si è parlato di migrazioni con il progetto 20K, sono intervenuti militanti storici per raccontare questi 20 anni senza vittimismi, e poi Non una di meno, e il Vedo Terra, un collettivo di studenti e giovani lavoratori/trici genovesi che quest’anno per un mese ha occupato la facoltà di scienze della formazione dell’Università di Genova.
Più che guardare al passato, più che i reducismi, sembra sempre più necessario provare a immaginare davvero una nuova grammatica e pragmatica politica, insieme a chi porta avanti battaglie transfemministe, chi lavora con le persone in transito nelle frontiere sempre più chiuse, chi prova a immaginare una nuova università.