ROMA
Diritto alla casa e alla città, mobilitazioni a Roma e in tutta Europa
Il 27 e 28 marzo la Coalizione Europea per il Diritto alla Casa e alla Città si mobilita per rivendicare che le risorse del Recovery Plan siano utilizzate secondo i principi della sostenibilità e dell’eguaglianza sociale, per costruire città più giuste e inclusive, che garantiscano a tutt* il diritto a un abitare degno. A Roma l’appuntamento è il 27 marzo alle 15 a Porta Pia di fronte al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
La Coalizione Europea per il Diritto alla Casa e alla Città, nata nel 2013 dalla convergenza tra movimenti di diverse città europee impegnati nelle lotte urbane, ha lanciato per il 27 e 28 marzo 2021 le Giornate Europee dell’Azione per l’Abitazione. Le prime campagne comuni organizzate dalla rete sono state le iniziative contro il Mipim, l’evento annuale che si tiene al Palais des Festivals a Cannes per decidere il futuro del mercato immobiliare. Investitori, sviluppatori, consulenti di ogni tipo, architetti, avvocati, imprese di costruzione, società di sviluppo e amministratori pubblici si incontrano in occasione del meeting e decidono il volto che devono avere le città per essere competitive nel mercato internazionale.
Tutto si decide secondo quanto imposto dagli interessi della finanza, ignorando le necessità e i desideri di chi abita le città. Altre azioni sono state organizzate contro i “fondi avvoltoio” come Blackstone, che investe capitali per conto di fondi pensione, grandi istituzioni e privati attraverso acquisti massivi di proprietà immobiliari a fini di speculazione. Tutte queste azioni comuni hanno fatto emergere l’importanza di una coalizione europea, allo scopo di adottare delle posizioni comuni sulle politiche abitative e di creare legami di solidarietà tra movimenti, permettendogli di rafforzare le proprie lotte.
Le rivendicazioni comuni della rete, che riunisce movimenti da 23 paesi europei e oltre 30 associazioni e collettivi che combattono contro la crisi abitativa in diverse città, riguardano innanzi tutto il costo degli affitti e delle utenze di servizio, che impediscono un abitare dignitoso per tutt*.
È stato lo stesso Parlamento Europeo con la risoluzione votata il 21 gennaio 2021 a invitare gli Stati membri a garantire che il diritto a un alloggio adeguato, con acqua potabile pulita, servizi igienico-sanitari adeguati , collegamento alla rete fognaria e idrica, un ambiente interno di qualità elevata e a un’energia a prezzi accessibili, sia riconosciuto come diritto umano fondamentale.
In Europa la situazione abitativa è peggiorata negli ultimi anni e oggi il 38% delle famiglie a rischio povertà , che hanno raggiunto 156 milioni di persone, spende più del 40 % del proprio reddito disponibile per l’alloggio. C’è poi il fenomeno dei senza fissa dimora, 700mila persone costrette a vivere in strada, numero aumentato del 70 % negli ultimi 10 anni. Situazione che la crisi sanitaria rischia di aggravare ulteriormente. Il Parlamento europeo invita «ad affrontare con urgenza il problema dei senzatetto adottando strategie nazionali integrate a lungo termine che siano basate sulla comunità e incentrate sugli alloggi, come auspicato dal pacchetto sugli investimenti sociali dell’UE».
Inoltre la crisi sanitaria ha aggravato l’insicurezza abitativa, l’indebitamento eccessivo e il rischio di essere sfrattati e di ritrovarsi senza dimora, evidenziando le situazioni precarie di molte persone.
Per questo uno degli obiettivi delle giornate di lotta è la richiesta del blocco degli sfratti e forme di sostegno a chi non è in grado di pagare i debiti accumulati. Per garantire una degna abitazione a tutt* si chiede che le proprietà vuote siano requisite e messe a disposizione di chi non ha un tetto e contemporaneamente che sia aperto un dibattito democratico sulle politiche urbanistiche e abitative per porre fine alla speculazione e alla gentrificazione e per favorire uno sviluppo urbano e territoriale basato sulla solidarietà ed ecologico. Infine si chiede che i fondi europei siano utilizzati per mettere in atto politiche strutturali per garantire il diritto alla casa alle fasce più povere della popolazione.
(Immagine dalla pagina Facebook di Asia-Usb)
A Roma per aderire alla giornata di mobilitazione è stato lanciato, dai Movimenti per il diritto all’abitare, Asia-Usb e Noi Restiamo, un appuntamento alle 15 a Porta Pia di fronte al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per chiedere che le risorse del Recovery Plan siano utilizzate secondo i principi della sostenibilità e dell’eguaglianza sociale.
Al neoministro Giovannini si chiede di intervenire nelle politiche abitative per mettere fine al disastro determinato dalla continua emergenza in cui versano. In nome della tanto menzionata sostenibilità, si dovrebbe operare utilizzando ciò che è costruito senza ulteriore consumo di suolo, garantendo un alloggio a tutti coloro che ne hanno necessità e facendo sì che i canoni di locazione tornino ad essere realmente sostenibili e tarati sulla capacità economica dei nuclei familiari.
In Italia, soprattutto nelle grandi città, la situazione già grave prima della crisi sanitaria, ha assunto oggi aspetti drammatici. Anni di politiche dettate da scelte che privilegiavano la rendita parassitaria e la speculazione finanziaria senza alcuna considerazione per la sostenibilità sociale e ambientale, hanno prodotto il disastro che è sotto i nostri occhi. Basta pensare all’abolizione dell’equo canone che ha sancito la rinuncia al controllo pubblico sui canoni di locazione, lasciando al mercato sempre più vorace la libertà di stabilire i prezzi dell’affitto.
Anche i processi di privatizzazione e dismissione del patrimonio degli enti previdenziali e dei loro fondi immobiliari hanno cancellato la loro funzione di calmieramento del mercato della casa. Scelte che hanno trasformato la casa da diritto e risorsa fondamentale, a un bene di scambio governato da un mercato sempre più esigente e concentrato nelle mani di grandi costruttori e proprietari. La manifestazione chiederà al Ministro di abolire la vergogna dell’articolo 5 del Decreto Renzi-Lupi, che nega la residenza a chi ha occupato per necessità immobili e appartamenti ERP inutilizzati, impedendo così anche l’accesso a sanità, scuola e servizi fondamentali a cittadini colpevoli solo di essere poveri.
«Considerando che l’accesso a un alloggio adeguato costituisce un diritto fondamentale, deve rappresentare una condizione preliminare per l’esercizio di altri diritti fondamentali e per l’accesso a questi ultimi, nonché per una vita in condizioni rispettose della dignità umana», il Parlamento Europeo ha deliberato che «le autorità nazionali, regionali e locali degli Stati membri hanno l’obbligo di definire la propria politica degli alloggi e di adottare le misure necessarie a garantire che tale diritto fondamentale sia rispettato nei rispettivi mercati immobiliari».
La soluzione può essere trovata solo in nuove politiche abitative pubbliche e strutturali, che mancano in Italia da più di trent’anni, che sappiano rimettere l’affitto calmierato e un nuovo piano di edilizia residenziale pubblica al centro dell’azione politica.
Immagine di copertina dal profilo Facebook di Housing Coalition Committee