ROMA
L’Utopia non si cancella!
Un nuovo attacco della giunta Marino: il Comune di Roma vuole mettere a bando gli spazi della Città dell’Utopia. 12 anni di attività contro le frontiere e per l’estensione della cittadinanza. Pubblichiamo una lettera aperta alla città di Roma
Care a Cari tutt*
Ci costa rabbia e fatica scrivere queste righe rivolte a voi tutt* e riguardanti il Casale Garibaldi e, nello specifico, il progetto La Città dell’Utopia. A voi che nel corso di questi anni avete più o meno direttamente attraversato questo progetto sociale di scambio, intercultura, stili di vita sostenibili e lavoro sul territorio di San Paolo, ma anche a voi che non lo avete ancora mai conosciuto.
Da 12 anni, La Città dell’Utopia è un progetto del Servizio Civile Internazionale che crea opportunità di scambio e conoscenza, garantisce accesso diffuso alla cittadinanza italiana ed internazionale senza frontiere, senza distinzione di sesso, religione, età.
La Città dell’Utopia non è solo uno stabile di proprietà di Roma Capitale, ma è un capitale di esperienze, conoscenze, relazioni che non può essere arrestato o “liberato”. La Delibera 140 del 30 aprile impone la messa a bando di circa 860 immobili di proprietà comunale, una manovra volta a fare cassa, a un guadagno economico che cancellerebbe le esperienze di chi quelli immobili li anima: piccole attività commerciali di quartiere, associazioni, cooperative, teatri, centri sociali, occupazioni abitative. Il Casale Garibaldi rientra tra questi 860 immobili, e pochi giorni fa ci è stato comunicato che sopra le nostre teste pende un bando, e alla sua uscita, presumibilmente a settembre, l’immobile dovrà essere “liberato”. Tuttavia, “liberato non è un termine che accettiamo in questo contesto. Perchè gli immobili vengono liberati quando sono vivi, quando sono attraversati da persone e attività sociali e culturali. I bandi non liberano, i bandi cancellano. Lo fanno con un colpo di spugna sulla storia passata dell’immobile, su quel capitale umano e sociale costruito nel tempo grazie agli sforzi volontari di tante e tanti.
Nessuno si è mai sentito custode di uno stabile ma portatore di messaggi e pratiche che hanno reso in questi 12 anni l’utopia un traguardo raggiungibile.
Per continuare a portare avanti questi messaggi e pratiche stiamo provando strade alternative e previste dalla Delibera 140, ovvero la concessione diretta in quanto il Servizio Civile Internazionale, associazione che ha in assegnazione il Casale, è membro consultivo dell’UNESCO. Se questa strada andrà a buon fine, la nostra situazione particolare sarà risolta, ma questo non cancellerà il problema di tutti gli altri spazi cui continueremo a rimanere accanto.
Quello che succede a noi sta succedendo, è successo e potrebbe succedere ad altri spazi sociali che nel corso degli anni hanno costruito un altro modo intendere la socialità e le relazioni umane, in altre parole comunità nuove che non pongono il guadagno monetario alla base del loro agire. Gli uffici tecnici sostituiscono ormai gli organi politici preposti, ma quante quanti di questi hanno abbandonato numeri e tabelle per toccare con mano queste comunità nuove?
Questo Casale vuole restare un crocevia di esperienze e pratiche, per questo chiediamo a tutte e a tutti un impegno a difendere questo capitale in pericolo quando riceverete la nostra chiamata.
La volontà esplicita è quella di rincontrare a breve le persone che hanno conosciuto La Città dell’Utopia e ne riconoscono il valore, per difendere non solo un Casale ma un patrimonio collettivo che collettivamente va’ difeso, per continuare insieme questo cammino verso le utopia che abbiamo diritto di coltivare.
L’utopia non si cancella!!