EUROPA
Grecia: le conclusioni della Commissione per la Verità sul Debito Pubblico
Le conclusioni della Commissione per la Verità sul Debito Pubblico sono un documento storico. Ma quali saranno le conseguenze politiche?
Il governo greco oserà procedere alla sospensione dei pagamenti e alla rivendicazione della cancellazione del debito, approfittando anche della legittimazione politica e delle argomentazioni giuridiche offerte dalle conclusioni della Commissione, cambiando così radicalmente anche i termini delle «trattative»?
I risultati preliminari della Commissione per la Verità sul Debito Pubblico ci forniscono il racconto più coerente su come siamo arrivati non solo a una crisi del debito mai vista prima, ma anche all’imposizione delle condizioni per una catastrofe sociale senza precedenti. Il documento giustifica la ferma posizione dei movimenti, secondo cui il debito greco è illegale, inaccettabile e non sostenibile, e offre una legittimazione economica, giuridica e politica alla richiesta di sospendere i pagamenti e cancellare il debito.
In particolare, le conclusioni smentiscono la leggenda secondo cui il debito greco sia cresciuto a causa delle enormi spese pubbliche, provando che l’aumento del debito è il risultato degli enormi interessi pagati ai creditori, delle enormi spese militari, dell’evasione fiscale diffusa, della fuoruscita di capitali all’estero, del costo della ricapitalizzazione delle banche e dello squilibrio strutturale dell’archittetura dell’Eurozona. Inoltre, il documento svela la catena di criminali alchimie statistiche del meccanismo costruito dall’ELSTAT [Autorità Ellenica di Statistica, n.d.t.] con cui il debito è stato ingradito attraverso considerazioni arbitrarie sui debiti degli ospedali e altrettanto arbitrari conteggi del debito delle Società Pubbliche, con l’unico obiettivo di ingrandire la crisi greca del debito.
Inoltre, il testo rivela il meccanismo che ha portato alla mancata pronta riduzione del debito greco, proposta anche dal FMI, a causa delle ciniche richieste dei governi di Germania e Francia, perché le banche francesi e tedesche, esposte al debito greco, non subissero perdite. Successivamente queste banche, grazie agli interventi della BCE nel mercato secondario, hanno potuto disfarsi dei titoli degli Istituti di Assicurazione Sociale Greci. Per questo, gli organismi greci hanno subito conseguenze disastrose dal noto PSI.
Infine il documento, in base ad un’argomentazione giuridica completa, rivela il motivo per cui anche il debito prodotto dai mutui con la Troika sia illegale e inaccettabile, rispondendo a quelle voci – anche all’interno del governo – secondo cui era illegale solo una piccola parte del debito. Il testo dimostra in modo esaustivo la violazione della Costituzione e delle procedure democratiche a livello nazionale, delle misure previste dalle Nazioni Unite sui ditti fondamentali, delle regole dell’UE e anche della carta costitutiva dello stesso FMI. In questo modo, è stato reso chiaro pubblicamente che, in termini di diritto nazionale e internazionale, il governo greco è del tutto legittimato a procedere alla sospensione dei pagamenti e a porre la questione della cancellazione del debito, e non di una semplice «ristrutturazione».
Eppure, questo storico documento viene sottovalutato dai media di sistema, che quasi non lo menzionano. Il portale informativo di Psycharis l’ha presto tolto dall’home page. La pagina del giornale «Kathimerini» lo mantiene, ma solo in fondo. Le altre pagine di informazione hanno messo in prima fila altre notizie, insieme alla grande immagine del vicolo cieco delle trattative. Tutto ciò è indicativo della cattiva coscienza dei media di sistema e del fatto che sono schierati al servizio delle politiche dei Memoranda. Tra l’altro, proprio di recente siamo stati informati che questo «reclutamento» è anche il risultato di «seminari» speciali organizzati dal FMI.
Ma, al di là della copertura mediatica, la vera questione è un’altra: quali saranno le conseguenze politiche di questo rapporto? Il governo greco oserà andare avanti con la sospensione dei pagamenti e con la rivendicazione della cancellazione del debito approfittando dalla legittimazione politica e dalle argomentazioni giuridiche offerte dalla commissione? Cambierà quindi in maniera radicale anche i termini delle «trattative»? Utilizzerà il documento per mettere in dubbio l’architettura monetaria neoliberale e quella istituzionale dell’Eurozona, che hanno contribuito a peggiorare le cose, e come argomentazione per una rottura che diventa sempre più inevitabile? Oppure ne «approfitterà» solo a livello comunicativo, tornando a discutere con le «istituzioni», rivendicando semplicemente una «redistribuzione» interna del debito e ritirandosi continuamente da vincoli e linee rosse?
Questo documento può avere però una sua vita anche al di là di qualsiasi utilizzo da parte delle istituzioni. Perché in ogni caso, per coloro che hanno lottato e lottano contro la trasformazione della Grecia in una colonia del debito, questo documento può essere un’arma importante per un percorso di rivendicazioni tutt’altro che terminato.
Fonte: unfollow.com.gr, traduzione di AteneCalling.org