EUROPA
La prima infermiera italiana vaccinata: «Non serve coraggio, basta il buonsenso»
Mentre oggi l’agenzia europea di farmacovigilanza Ema dovrebbe pronunciarsi sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid, in alcuni paesi sono già cominciate la prime somministrazioni. Abbiamo parlato con Francesca Giordano, che lavora a Londra ed è la prima infermiera italiana ad aver ricevuto la vaccinazione
Mentre crescono i timori rispetto alla “variante inglese”, una mutazione del virus di Covid-19 osservata per la prima volta nel Regno Unito e con un capacità di replicarsi che pare molto più alta delle altre mutazioni, in alcuni paesi sono partite le campagne di vaccinazione. Tra questi proprio l’Inghilterra, dove l’8 dicembre è stato il “V-Day” ossia il “Vaccine-Day”, momento in cui sono iniziate le somministrazioni. Francesca Giordano è una giovane infermiera che lavora al King’s college hospital di Londra, uno dei trauma center più grandi e importanti d’Europa, ed è anche la prima infermiera di cittadinanza italiana a cui è stato somministrato il vaccino anti-Covid.
Innanzitutto, cosa si sa di questo vaccino? Come si può considerare il sistema sanitario inglese, che in un certo modo ha “bruciato” i tempi per iniziare a somministrare il vaccino?
L’Inghilterra ha iniziato la campagna di vaccinazione la seconda settimana di dicembre. Sono stati i primi in Europa perché sono stati – possiamo dire – i più “veloci” a comprar in grandissime quantità dosi di vaccino, una volta che queste sono approdate sul mercato. Quello che il governo inglese spera di ottenere è la cosiddetta “immunità di gregge”, che altro non è che una protezione che si verifica quando, vaccinando la stragrande maggioranza della popolazione, si mira a proteggere i cosiddetti “pazienti fragili”, come i pazienti immunodepressi e i pazienti allergici. Questi ultimi, infatti, non prenderanno probabilmente parte alla campagna vaccinale per evitare possibili effetti collaterali. Ci sono due tipi di vaccino anti Covid-19: Pfizer e Moderna. Quello che viene somministrato attualmente nel Regno Unito, ovvero il vaccino Pfizer, è sicuro, in quanto studiato attentamente in laboratorio e ha una efficacia pari al 95%.
Qual è il clima generale di fronte a questa scelta, in un certo senso, “precoce”?
In Inghilterra si sta seguendo un sistema di priorità che consiste nella vaccinazione dapprima degli over 80enni e del personale sanitario in prima linea (infermieri, medici, fisioterapisti, operatorio socio-sanitari, ecc). Oltre ai pazienti delle strutture ospedaliere, è riservato anche ai residenti e agli operatori delle case di cura. Dopo questa prima copertura, sarà il turno dei pazienti con malattie croniche e dei lavoratori a diretto contatto col pubblico, come per esempio impiegati, insegnanti e forze dell’ordine.
Il vaccino consiste in due dosi, che vengono somministrate a distanza di 2-3 settimane. Io per esempio ho ricevuto la prima dose il 16 dicembre, e riceverò la seconda il 13 gennaio. Il vaccino è assolutamente volontario, ma si esorta la maggioranza a farlo. Vorrei specificare che l’uscita sul mercato del vaccino non è stata affatto frettolosa; è vero che solitamente occorrono circa 2 anni, tuttavia bisogna ricordare che si tratta di una pandemia mondiale quindi, a mio modo di vedere, è normale aver accelerato i tempi per cercar di mettere fine a questo virus.
Quando ti è stato comunicato di dover essere sottoposta al vaccino anti-Covid, quali sono state le tue sensazioni?
Quando mi è stato comunicato che avevo la possibilità di ricevere la prima dose, ho provato tantissima gioia e soprattutto speranza, per la prima volta ho visto la luce, ho pensato che ci stavamo avvicinando alla fine di questo incubo, e che presto non avremmo più avuto paura di baciarci, abbracciarci e toccarci di nuovo.
Cosa hai provato successivamente al vaccino, sia al livello fisico che emotivo? E cosa ti senti di dire a chi ha paura della Covid-19 ma resta scettico di fronte alla scelta di vaccinarsi?
Capisco la paura generale, però quello che posso consigliarvi è: «Innanzitutto informati e fallo bene, purtroppo girano tantissime notizie non vere». Inoltre dopo la somministrazione del vaccino, si viene monitorati per circa due ore, in questo modo, semmai si dovessero sviluppare effetti collaterali, si potrà intervenire tempestivamente. Io non ho avuto nessun effetto collaterale, stavo bene e sto benissimo anche adesso. Ricordatevi che adesso è arrivato il vostro momento, è la vostra occasione per farvi avanti, e finalmente dare sollievo a coloro i quali hanno lavorato in turni massacranti e hanno visto tanto. Per vaccinarsi non serve coraggio, ma serve buonsenso. Fatelo prima per i vostri cari e poi anche per voi stessi.
Immagine di copertina di Jason Taix da Pixabay