ITALIA

«Per Confindustria i diritti non contano». Flash-mob di protesta a Padova

Mentre l’ormai ex-Presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini si dimetteva dalla propria carica in seguito alle critiche ricevute per la frase in cui minimizzava l’importanza dei decessi da Covid-19, Clap-Padova e Catai organizzavano un flash-mob di contestazione presso la sede cittadina dell’organizzazione confederale

«Se qualcuno morirà, pazienza»: la parole dell’ormai ex-Presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini, che si è dimesso in seguito a questa uscita, hanno causato diversi reazioni di sdegno e protesta. In particolare, nella mattinata di ieri, alcuni e alcune manifestanti del sindacato indipendente Clap-Camere del Lavoro Autonomo e Precario di Padova e dello spazio sociale autogestito Catai hanno organizzato un flashmob di contestazione presso la sede locale di Confindustria. Accanto all’infelice dichiarazione di Guzzini, che gli attivisti e le attiviste hanno sarcasticamente riportato su uno striscione a mo’ di motto dell’organizzazione confederale presieduta da Carlo Bonomi, un cartellone a forma di bara in cui vengono invece indicati i decessi dall’inizio della pandemia a oggi: 66.537.

 

(foto da Clap-Padova)

 

«Siamo venuti a farvi visita per mettere in chiaro alcuni punti», hanno detto a gran voce dal megafono attivisti e attiviste rivolgendosi ai dirigenti di Confindustria. «La vergognosa frase che avete pronunciato mostra come per voi sia importante solo mettere al centro la produzione di profitti, a vantaggio delle imprese e del capitale. Noi siamo venuti qui a dirvi invece che questo non esiste, ne abbiamo avuto abbastanza».

 

D’altronde, non si tratta della prima volta che sindacati di base e movimenti sociali contestano la linea mantenuta da Confindustria durante la crisi dovuta a Covid-19: già nei primi momenti dell’emergenza sanitaria, quando migliaia e migliaia di aziende hanno continuato a lavorare in deroga al blocco delle attività non-essenziali, striscioni di protesta apparvero alla sede bergamasca dell’organizzazione confederale.

 

«Si tratta in realtà di un atteggiamento che Confindustria ha sempre tenuto, fin da prima della pandemia», precisano dal sindacato Clap-Padova. «La salute e i diritti di lavoratori e lavoratrici per loro devono essere subordinati al profitto delle aziende. La frase pronunciata da Guzzini è solo un sintomo rivelatore, ma alle parole seguono purtroppo fatti molto concreti: anche in questo contesto di crisi sanitaria, insiste nel criticare le misure a sostegno del reddito, oltre che nel fare pressione per togliere il blocco dei licenziamenti». Tutti temi di primo piano nel contesto della gestione dell’emergenza Covid-19, a maggior ragione nel momento in cui si sta per votare la Legge di Bilancio e si stanno per decidere le misure di welfare e supporto alle attività lavorative.

 

 

«Continueremo a portare in ogni contesto possibile le nostre rivendicazioni», concludono da Clap-Padova pensando alle partite politiche che appunto si aprono da qui in avanti. «È quanto mai necessario adottare delle misure di welfare universale, per slegare il reddito dal lavoro e rompere così il ricatto della precarietà. I soldi ci sono, ci sono sempre stati, ma come al solito manca la volontà politica per farlo».

 

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