PRECARIETÀ
Fuori mafia e profitto dal sistema di accoglienza
Riceviamo e pubblichiamo il primo comunicato dell’A.L.A. – Assemblea Lavorator* dell’Accoglienza sulle pesanti condizioni di lavoro di chi opera in un sistema segnato dai fatti di “Mafia Capitale”
Da quando è partita l’inchiesta “Mafia Capitale”, molte storture del sistema di accoglienza romano per richiedenti asilo e rifugiati sono state smascherate davanti all’opinione pubblica. Si è parlato dei reati commessi da alcune cooperative, delle collusioni con il mondo della criminalità, di quanto sia redditizio questo business. Da nessuna parte, però, si è sentito parlare delle condizioni di lavoro di coloro che fanno andare avanti i centri di accoglienza, che erano e restano drammatiche, e di quanto questo ricada sul successo dei percorsi di integrazione degli ospiti dei centri.
Ben prima dell’esplosione mediatica relativa all’inchiesta, gli operatori sociali lavoravano in totale deroga al Contratto Collettivo Nazionale: mansioni non corrispondenti all’inquadramento, ferie e malattie non pagate, turni troppo lunghi e senza pausa. A ciò si aggiunga il ritardo cronico nei pagamenti, che in alcuni casi riguarda tutte le mensilità accumulate dall’assunzione.
Come se non bastasse, una settimana fa diverse cooperative dell’accoglienza hanno inviato ai loro dipendenti un’email in cui si racconta che “A CAUSA DELL’INCHIESTA MAFIA CAPITALE, GLI STIPENDI DEI LAVORATORI SUBIRANNO RITARDI E NON AVVERRANNO NELLE DATE PREVISTE”. La colpa sarebbe delle verifiche amministrative disposte dal Comune. Questo atto è molto grave, perché getta fango sull’operazione della magistratura e si rifà all’inchiesta per giustificare le gravi mancanze di cui sono responsabili le cooperative.
Sono cooperative non coinvolte nelle indagini, a usare il pretesto dell’inchiesta per continuare a rimandare la retribuzione mensile dei nostri stipendi. Non è del resto la prima volta che i presidenti di queste cooperative ci informano via mail che non saremo pagati, senza smettere di inviare i turni di lavoro da coprire.
Riteniamo questa situazione inaccettabile e siamo convinti che la trasformazione radicale dell’accoglienza debba passare obbligatoriamente anche per i diritti dei lavoratori che fanno funzionare questo sistema, che oggi più che mai occorre ripensare dalle basi.
Le nostre condizioni di lavoro sono indissolubilmente legate ai disservizi e alle condizioni di vita nei centri d’accoglienza. Le violazioni dei loro e dei nostri diritti fanno parte dello stesso gioco: quello che arricchisce le cooperative e produce emarginazione e precarietà!
CI SIAMO RIUNITI PER DENUNCIARE LO SFRUTTAMENTO DEL NOSTRO LAVORO E RIVENDICARE IL RISPETTO DELLE NORME DEL CCNL DA PARTE DELLE COOPERATIVE, COME PUNTO DI PARTENZA PER UN RIPENSAMENTO RADICALE DEL SISTEMA DI ACCOGLIENZA.
A.L.A. – Assemblea Lavorator* dell’Accoglienza
Telefono: 3291522840
Martedì 10 febbraio alle 20:00 partecipa all’Incontro sui diritti dei lavoratori dei centri d’accoglienza