ITALIA
«Dovete darci il denaro». In piazza per un welfare universale
Venerdì 29 maggio dalle 16.30 manifestazione davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze per richiedere una misura di welfare universale che non lasci indietro nessuno e in grado di intervenire su vecchie e nuove povertà
In queste settimane decine di reti, collettivi e singoli hanno tentato di organizzare campagne e mobilitazioni senza poter occupare lo spazio fisico. Lo hanno fatto per richiedere un reddito di base incondizionato, il blocco di affitti e bollette, per opporsi al distacco delle utenze o per rivendicare diritti, salario e welfare universale, a partire dalla propria condizione lavorativa. Si è trattato di un coro di voci polifonico, in grado spesso di imporsi all’interno del dibattito pubblico e di coinvolgere le persone, ma a quasi 3 mesi dall’inizio di questa pandemia molto poco è stato fatto nella direzione che questo coro di voci indicava.
Non sono state inserite misure di welfare universale strutturale, ci si è concentrati sulla conta degli spiccioli rispetto al reddito di emergenza, scegliendo di confermare una pletora di misure frammentate e insufficienti e sancendo di fatto la condanna per milioni di persone che a cavallo dell’estate non avranno più alcun tipo di sostegno economico.
Si è deciso di rispondere alla voce grossa di Confindustria, dei vecchi e nuovi padroncini che chiedono e ottengono soldi a fondo perduto e senza condizioni.
Intanto l’emergenza sanitaria sembra essere scomparsa, tutto riapre e il virus non è più una minaccia, anzi, come titola uno dei maggiori quotidiani del nostro paese, «in fabbrica i positivi non contagiano i colleghi».
Di fronte a questa narrazione distorta, che vorrebbe coprire il disastro in corso e soprattutto quello all’orizzonte, realtà sociali e mutualistiche, reti per il reddito di base, collettivi di lavoratrici e lavoratori, piccoli editori, operatori sportivi, lavoratori dello spettacolo, si sono dati appuntamento venerdì 29 Maggio davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, per dire che “Non c’è più tempo”, troppe le promesse non mantenute, i ritardi e le elemosine spacciate per interventi risolutivi, e per manifestare distanziati e rispettando tutte le misure di sicurezza.
Di seguito l’appello che può essere sottoscritto, inviando un messaggio alla pagina fb “Non c’è più tempo”:
Nessun@ resterà indietro?
È stato questo il mantra ripetuto da Governo e maggioranza fin dai primissimi giorni di pandemia.
“Nessuno verrà lasciato solo”.
Sono passate molte settimane dall’inizio della pandemia e sono stati varati due decreti che avrebbero dovuto risolvere e affrontare i problemi, uno dei quali, mentre scriviamo, non è ancora stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Hanno detto di aver messo tanti soldi, di occuparsi di tante questioni, che la situazione è complessa, e noi abbiamo aspettato a casa: ora il tempo è scaduto.
Abbiamo atteso un reddito di base incondizionato, una risposta strutturale ai bisogni delle mille figure del lavoro precario, povero, a chiamata, a cottimo, nero, informale, escluso dalla cassa integrazione che ancora non arriva, di tutto quel mondo del lavoro per il quale la crisi non ha origine con il COVID, ma affonda le radici molto prima.
Abbiamo atteso, invano, uno strumento universale in grado di ricomporre questo mosaico, avete preferito invece una giungla di provvedimenti temporanei e inutili, pochi soldi per le persone, in ritardo e per poco tempo, avete scelto mille misure con confini utili più ad escludere ed umiliare che a sostenere.
Abbiamo visto gli industriali urlare per farci tornare al lavoro e costringerci a scegliere tra la nostra salute e la possibilità di arrivare a fine mese, abbiamo chiesto che fossero loro a pagare questa volta, che le ricchezze venissero finalmente distribuite, che chi aveva di più poteva mettere più di chi non aveva niente. Avete scelto una pioggia di soldi, senza alcuna condizione, per le imprese, finanziamenti a fondo perduto e sconti, regali e inchini, eliminazione dell’IRAP, che serve a finanziare il Sistema Sanitario Nazionale, ringraziamenti e rassicurazioni.
Abbiamo atteso invano un provvedimento di regolarizzazione per tutti i cittadini migranti che si trovano sul nostro territorio per preservarne vita, salute e diritti. Avete ritenuto che fosse più importante tutelare solamente la produzione di merci e servizi, così com’è, in quei settori del lavoro dove si annidano sacche di sfruttamento, segregazione, negazione dei diritti più elementari.
Abbiamo atteso prima di manifestare, ci siamo presi cura l’uno dell’altra e abbiamo immaginato altre forme di organizzazione, relazione, dissenso, ma ora non possiamo più attendere, non c’è più tempo!
Chiediamo a tutti coloro che sono rimasti esclusi dalle misure di questi mesi, a chi aspetta la cassa integrazione, a chi ha perso il lavoro, a chi è ancora in attesa dei buoni spesa e non ha ricevuto nulla, a chi si sta organizzando perchè non riesce a pagare affitti e bollette, a tutte le realtà che attraverso la solidarietà in queste settimane hanno sostenuto situazioni al limite, nei quartieri e nelle borgate, e che non possono e non vogliono continuare a sostituirsi al ruolo del pubblico, a tutti quelli che credono che uno spazio di democrazia vada preservato e che manifestare, distanziati e in sicurezza, sia un diritto a cui non si può rinunciare, a singoli e realtà sociali, di sottoscrivere questo appello e di scendere in piazza, Venerdì 29 Maggio, perché solo con una misura di welfare universale, individuale e in grado di intervenire su vecchie e nuove povertà nessun* resterà indietro, oggi e nei prossimi mesi.
NON C’È PIÙ TEMPO
REDDITO DI QUARANTENA LAZIO
L’appuntamento è venerdì 29 Maggio davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze
Qui il link dell’evento