MONDO
La notte in fiamme
Un incendio che non stupisce più sulla via del ritorno da Xapurí, la terra di Chico Mendes
Notte senza luna, tornando da Xapurí, la terra di Chico Mendes.
Era un visionario che 40 anni fa capì che il sindacalismo e i diritti di contadini e indigeni ci obbligavano a difendere l’Amazzonia dalla distruzione. In altre parole, venne stato considerato “ambientalista”, un’etichetta utile per intimidire chi è in grado di comprendere e sfidare il tempo in cui vive.
Nel 1988, il potere decise di risolvere il problema efficacemente: due produttori-sicari uccisero Chico Mendes a colpi di arma da fuoco sulla porta di casa sua, in Dr. Batista 487 a Xapurí, dalla quale siamo passati oggi.
Durante il viaggio di ritorno da quelle terre, ci rendiamo conto che una notte senza luna può essere illuminata dalle fiamme che, sul lato della strada, bruciano tutto quello che può essere bruciato.
Per la sorpresa, ci siamo addentrati nei campi per avvicinarci e vedere di nuovo il fuoco, respirare il fumo, ascoltare il crepitio infinito, sentire un calore impossibile per qualsiasi condizione atmosferica.
Da quel crimine del 1988 fino a queste fiamme del 2019, il potere continua ad agire per risolvere i suoi problemi con questa efficacia scontata.
Ecco perché in Amazzonia imbattersi negli incendi non è più una sorpresa: è un meccanismo che può essere acceso ogni giorno.
Su qualsiasi strada, al calar della sera.
Questo articolo fa parte di una copertura giornalistica cooperativa nella regione amazzonica dell’Acre realizzata da lavaca.org – Rivisita Mu e sostenuta da dinamopress. Sul campo, ci sono il giornalista Sergio Ciancaglini e il fotoreporter Nacho Yuchark.