ITALIA

Omaggio ad Alessandro Leogrande

Il 4 giugno la Fondazione Premio Sila e gli studenti del Liceo Telesio di Cosenza hanno salutato e omaggiato Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista tarantino scomparso due anni fa a causa di un infarto. Una video-intervista a Maria Giannico Leogrande e Tomaso Montanari

«Grazie Alessandro, sei stato la penna più preziosa contro i confini, le morti in mare e la globalizzazione dell’indifferenza». Con queste parole, scritte da Lorena Gullone, alunna del Liceo Europeo di Cosenza (plesso facente parte del Liceo Classico “Bernardino Telesio”) gli studenti hanno salutato e omaggiato Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista tarantino scomparso due anni fa a causa di un infarto.

Il 4 giugno, infatti, la Fondazione Premio Sila ha chiesto a una rappresentanza di allievi di quella scuola, che recentemente ha organizzato una lettura pubblica del suo libro “La Frontiera”, di ricordare l’autore in occasione del conferimento di un riconoscimento speciale alla madre, Maria Giannico Leogrande.

Un’occasione speciale, nella cornice di Palazzo Arnone, nel centro storico del capoluogo bruzio, alla quale erano presenti Tomaso Montanari, critico d’arte, neoeletto presidente del Comitato tecnico-scientifico del Mibac e tra i giurati del Premio Sila e altri due scrittori come Emanuele Trevi e Nadia Terranova.

«Mi emoziona sentire dalle parole degli studenti il ricordo di Alessandro – ha commentato la signora Maria – mio figlio era un ricercatore della verità, approfondiva ogni cosa di cui scriveva. Quando ha iniziato a lavorare non era nemmeno retribuito, faceva una sorta di volontariato culturale. Poi ha fatto carriera a livello nazionale e i primi libri li ha scritti a casa nostra a Taranto».

Ma non si accontentava mai di aver esaurito un argomento, un fatto, un’inchiesta. «Per la casa editrice Minimum Fax ha curato un’antologia di otto racconti dedicati al mondo del calcio dal titolo “Ogni maledetta domenica”», ha ricordato la sua amica e collega Nadia Terranova. Ricercatore instancabile della realtà «è stato tra i pochi scrittori in Italia a capire la globalità di un conflitto, delle crisi umanitari, delle migrazioni e i suoi libri ne sono una dimostrazione», ha aggiunto la scrittrice messinese dopo aver letto al pubblico del Premio Sila un estratto da “Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del sud”.

Seguendo il movimento dei “balconi” contro Salvini, anche a Cosenza sono stati esposti negli ultimi giorni striscioni dalle finestre dei palazzi. L’iniziativa è partita da Enzo Paolini, avvocato e presidente della Fondazione Premio Sila, che dal suo terrazzo ha issato una frase dedicata proprio a Leogrande e stampata a caratteri cubitali rossi su sfondo bianco, “La Frontiera e l’umanità”. Ed è stato lui stesso a conferire alla madre di Alessandro il riconoscimento simbolico del Premio Sila, un pezzo di legno con una foglia d’oro sopra. «Questo oggetto si intitola “Il viaggiatore” – ha spiegato – in memoria di tutte le imbarcazioni che hanno attraversato il Mediterraneo, sia quelle che sono riuscite ad approdare sulle nostre coste, sia quelle che purtroppo sono affondate prima di raggiungere Lampedusa».

 

Alessandro, dunque, è vivo. Almeno finché c’è chi continua a leggerlo e a portarne avanti il ricordo, soprattutto nelle scuole. «Per questo abbiamo voluto qui oggi gli studenti del Telesio – ha precisato Montanari – perché, soprattutto in questo periodo, il pensiero critico e libero nelle scuole della Repubblica ci appare particolarmente prezioso. Come diceva Calamandrei, la libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto è preziosa solo quando inizia a mancare. Per questo dobbiamo difendere la libertà dell’insegnamento, sancito dalla nostra Costituzione».

Perché solo la cultura e la conoscenza possono abbattere le frontiere, come ci ha insegnato Alessandro.