ROMA
Il Parco di Aguzzano è ancora una volta in pericolo
L’esperienza portata avanti da anni dalle associazioni ambientaliste nell’area dei casali Alba vicino al parco dell’Aniene rischia di essere spazzata via dai progetti dell’amministrazione.
Il vasto latifondo attraversato dalle continue anse dell’Aniene, che scende dai Monti Simbruini per raggiungere il Tevere, apparteneva al principe Aldobrandini. Erano terre coltivate da contadini decimati dalla malaria, fino a quando la bonifica, imposta con le leggi degli anni ’20 e ’30, consentì la loro trasformazione fondiaria, con la possibilità di lottizzare le grandi proprietà terriere attraverso cooperative e società anonime di bonifica. Nella zona di Aguzzano operò la società Anonima Laziale Bonifiche Agrarie (A.L.B.A.). La borgata rurale realizzata era costituita da casali collegati tra loro da viali bordati da filari di alberi. Il casale ALBA 1 aveva una chiesa annessa, ALBA 2 era adibito a fienile e stalle, ALBA 3 ospitava la vaccheria e la stalla dei tori.
Tutto intorno cresceva a città. Borgate che si estendevano per ettari, affiancate da nuclei edilizi realizzati dal piano regolatore. La crescita smisurata della città dal dopoguerra a oggi ha trasformato quella valle umida in quartieri di alta densità edilizia. I sessanta ettari del Parco di Aguzzano si sono salvati. Sono stati strappati alla speculazione fondiaria da una lunga battaglia portata avanti dai comitati di quartiere e dalle associazioni ambientaliste, fino a ottenere nel 1989 che quel polmone verde fosse riconosciuto come Parco Regionale e facesse parte del sistema di aree protette gestite da Roma Natura.
L’area, racchiusa fra la via Nomentana e la via Tiburtina all’interno del GRA, è attraversata dal fosso di San Basilio e ospita una vegetazione rigogliosa, con alberi di alto fusto. La riserva naturale della Valle dell’Aniene, con i suoi 620 ettari attraversati dal fiume, è adiacente e insieme costituiscono una rete ecologica di notevole interesse.
All’interno del parco, Casale A.L.B.A.3 è sede del Centro di Cultura Ecologica e della biblioteca Fabrizio Giovenale, specializzata sull’ecologia e sulla solidarietà internazionale. Il centro è gestito dal 2003 da una associazione costituita dalla LIPU e dal Casale Podere Rosa. All’interno del casale si svolgono attività di ricerca e formazione, conferenze, eventi culturali e manifestazioni artistiche. Dal 2007 ospita la “Mediateca delle Terre” del Centro Internazionale Crocevia, con lo scopo di conservazione della natura, l’etica ambientale, ecologica, urbana e agricoltura ecologica. Un “archivio ambientalista” che svolge attività didattica in collaborazione con l’Istituto di Paleontologia Umana.
Alla fine del 2009, alla scadenza della convenzione, il Comune di Roma ha chiesto la restituzione dei locali. Una grande mobilitazione ha difeso la destinazione culturale dei casali, contro il progetto dell’amministrazione che intendeva realizzare la sede della protezione civile, mentre nel casale Alba 2 era prevista la localizzazione di un istituto a custodia attenuata per detenute con bambini fino a tre anni.
L’opposizione a questo progetto è stata durissima. L’idea di militarizzare tutta l’area è sembrata una scelta contraria alla destinazione culturale prevista dal piano di attuazione del parco e un’occasione per aprire la strada a future cementificazioni. È nato così il coordinamento per la tutela del parco di Aguzzano. Un’assemblea aperta a chi vuole difendere e migliorare il futuro di quell’area verde. La discussione e condivisione di progetti ha portato nel 2012 all’occupazione del casale Alba2, inutilizzato dal 2009.
Negli ultimi mesi realtà sociali, associazioni, comitati e abitanti dei quartieri Casal de’ Pazzi-Nomentano, Rebibbia e Ponte Mammolo si sono trovati di fronte a una nuova emergenza speculativa sul parco, riguardante stavolta il Casale Alba 1. Nonostante fosse destinato a diventare la “casa del teatro” il Municipio con la delibera n.21 del 12/12/2018 ha stabilito, senza consultare l’ente gestore Roma Natura né la Regione, di mettere a bando la concessione per il Casale Alba 1 con attività private a tema “food”. Una scuola per imparare a cucinare la pizza in realtà un ristorante. Violando i vincoli posti dalla Legge istitutiva del Parco e dal Piano d’Attuazione e ignorando, ancora una volta, la richiesta di processo partecipativo da parte del territorio.
Il 16 gennaio si è tenuto un Consiglio Municipale straordinario su pressione degli abitanti. Si chiedeva il blocco dell’iter della delibera e l’istituzione di un tavolo di discussione tra realtà territoriali, abitanti dei quartieri interessati e istituzioni coinvolte nella gestione del Parco, sulla vicenda. La proposta è stata respinta. Nei giorni seguenti a quel Consiglio le forze dell’ordine hanno fatto visita al Casale Alba 2.
Ancora un attacco all’esperienza di autogestione portata avanti da 6 anni dagli abitanti dei quartieri intorno al Parco. Alba 2 è vivo e aperto alla collettività in maniera totalmente volontaria e senza finanziamenti. Ancora una volta si colpiscono gli spazi che costruiscono una nuova geografia della città attraverso il riuso e l’autogoverno generato da una rete di socialità e condivisione per la difesa del territorio dagli attacchi della finanza.
Un’esperienza che non si può certo cancellare con un colpo di spugna o con qualche intimidazione.
Aguzzano e i suoi casali devono restare pubblici e svolgere attività socio-culturali per gli abitanti.
Che succede al Parco di Aguzzano? Assemblea pubblica cittadina
Sabato 9 febbraio alle 17 a Casale Alba 2- via Gina Mazza