Turchia. Sgomberi e arresti, verso un 1 maggio di fuoco

La polizia irrompe la mattina presto nella fabbrica occupata Greif a Istanbul, gli operai resistono, alla fine sono decine i feriti e gli arresti. Un chiaro segnale del governo Erdogan verso il 1 maggio di lotta lanciato dai sindacati con appuntamento in piazza Taksim, vietato dal governo.

GREIF è una fabbrica di sacchi di plastica situata nella periferia europea di Istanbul che negli ultimi mesi è diventata un esempio di lotta operaia radicale e coraggiosissima in un paese in cui tradizionalmente i diritti dei lavoratori e l’agibilità sindacale sono fortemente limitati. Rivendicazioni di base quali la fine dell’esternalizzazione, l’aumento salariale, la tredicesima, l’aiuto per gli studenti-lavoratori e per i figli a carico dei lavoratori a cui l’azienda ha risposto con minacce di licenziamento ha portato il lavoratori, prima circa 300 poi diventati 700, ad entrare in sciopero ed occupare lo stabilimento il 10 febbraio 2014 , senza l’appoggio dei sindacati, subentrati in un secondo tempo.

Per mesi la fabbrica occupata è stata fucina di incontri, attività, proposte che sono andate oltre la vertenza specifica , puntando ad un’unificazione delle lotte nel paese e alla mobilitazione di tutti i lavoratori delle aziende in un ottica di rafforzamento quando non superamento dell’agire sindacale. Un’ambito di lotta che rappresenta pur sempre se non una spina nel fianco, un sassolino nella scarpa per il Governo Turco, e di cui ora, tronfio del successo elettorale , ha deciso di liberarsene.

Lo sgombero della fabbrica è avvenuto in pieno stile Erdogan: ingente dispiegamento di forze di Polizia, operai aggrediti e feriti, decine e decine di arresti. Attualmente ancora una quindicina di operai resistono sul tetto.

Un segnale chiaro e minaccioso verso i movimenti e i sindacati che hanno annunciato di non voler rinunciare a Piazza Taksim per le celebrazioni del 1 maggio, da parte di un Premier che, dopo il risultato delle elezioni, sa di potersi permetter di tutto.

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Foto e video dello sgombero da odan-tv.com

Foto tratte da twitter