ITALIA
Nuova provocazione contro Don Biancalani. Accoglienza degna ancora sotto attacco
A Vicofaro un blitz di polizia con oltre cinquanta uomini. Operazione anti-mafia? No, controlli a tappeto durante un’iniziativa di socialità con cibo e danze tradizionali tra parrocchiani e migranti. Paura tra gli ospiti del centro
Poco dopo le 20, a Vicofaro (Pistoia), oltre 50 uomini tra polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili, asl e ispettori del lavoro si sono presentati presso la parrocchia di Don Biancalani. Ancora sotto attacco l’esperienza di accoglienza degna sperimentata dal prete.
Il blitz interforze, che qualcuno ha definito «degno dell’arresto di Totà Riina», è scattato durante un’iniziativa di socialità all’insegna del cibo e di danze tradizionali cui partecipava qualche decina di persone, tra parrocchiani e migranti.
Ai circa 60 ospiti sono stati presi i documenti. La asl ha controllato nuovamente tutti i locali della struttura. La mega-operazione di polizia è andata avanti per quasi due ore, tra le 20 e le 22. Solo un mese fa, il primo controllo in grande stile aveva intimato a Don Biancalani di chiudere il Cas. I problemi rilevati riguardavano una caldaia, alcune condutture del gas e una cucina.
Il coraggioso prete di Vicovaro, però, aveva risposto con la disobbedienza civile, continuando a ospitare i ragazzi, 15 dei quali sono costretti a dormire in parrocchia, e contemporaneamente avviando tutti i lavori necessari alla messa in sicurezza dei locali.
E infatti, nonostante l’incredibile schieramento di forze dell’ordine di ieri sera, pare non sia stata rilevata alcuna irregolarità. Né rispetto al controllo dei documenti degli ospiti, né per quanto riguarda la struttura di accoglienza.
In un video diffuso su facebook, Don Biancalani ha affermato che il controllo è scattato per «una volontà politica superiore ormai acclarata». Aggiungendo che «è un momento difficile in cui dobbiamo stare tutti uniti. Noi che guardiamo al fenomeno dell’immigrazione con sguardo umano e di giustizia dobbiamo rispondere stando uniti. E soprattutto stando vicini a questi ragazzi, che hanno veramente tanto bisogno di essere sostenuti in una situazione che è ormai una guerra esplicita contro di loro».
Don Biancalani era finito nella gogna social scatenata dai razzisti da tastiera e dai seguaci facebook di Matteo Salvini qualche mese fa. L’incredibile accusa: aver portato dei ragazzi stranieri in piscina dopo una giornata di duro lavoro. Da allora, il caso della sua esperienza di accoglienza degna è finito più volte nel bersaglio del capo della Lega, diventato nel frattempo Ministero dell’Interno. Proprio Salvini aveva gioito dopo il tentativo di chiusura del centro, in seguito al controllo di un mese fa.
Dopo Riace un’altra esperienza di integrazione, convivenza e accoglienza che funziona si trova sotto il fuoco fila del governo giallo-verde. Anche in questo caso, comunque, la risposta antirazzista dei cittadini è scattata immediatamente. L’appuntamento è per questa sera alle 20, per una cena comune davanti alla struttura, in cui ognuno porterà qualcosa da condividere.
Foto tratte dalla pagina Linea Libera