DIRITTI
La mobilitazione dei precari di Anpal Servizi
Quale futuro per gli operatori delle politiche attive? Speaker’s Corner davanti la sede romana di Anpal Servizi. La mobilitazione continuerà il 14 novembre, sotto il Ministero del Lavoro.
Ieri (4 ottobre, ndr) il Coordinamento nazionale dei precari di Anpal Servizi ha svolto uno Speakers’ Corner sotto la sede centrale di Roma a cui hanno partecipato oltre 100 dipendenti e collaboratori arrivati con delegazioni da diverse regioni (Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo, Marche, Lazio, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna). Anpal Servizi spa è l’ente strumentale dell’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro (Anpal), controllato dal Ministero del Lavoro. L’agenzia e il suo braccio operativo sono nate nel 2015 con il governo Renzi e insieme alla riforma dei contratti e delle tutele del Jobs Act avrebbero dovuto amministrare il nuovo paradigma di regolazione del mercato del lavoro e delle politiche attive. Nel disegno del trio Renzi-Poletti-Del Conte, per fortuna fallito, l’agenzia avrebbe potuto acquisire indirettamente una rilevanza costituzionale, come riflesso della costituzionalizzazione delle politiche attive.
Anpal Servizi nasce come trasformazione di Italia Lavoro spa, ereditandone in larghissima parte gli addetti, laddove su un totale di circa 1.300 unità 800 sono i precari con contratti a termine o di collaborazione. Una composizione del personale fortemente “dualizzata”, divisa tra dipendenti a tempo indeterminato e a scadenza con un diverso accesso alla mobilità verticale, agli scatti salariali e al welfare aziendale, ed una parte piuttosto estesa di collaboratori con tutele ridotte che nel tempo hanno accumulato fino a 18 anni di discontinuità contrattuale, sottoponendosi in media ogni due anni a processi di selezione pubblica. Una “segmentazione” della forza lavoro che, come nella totalità del mercato, è il risultato della crisi e la trasformazione delle organizzazioni confederali che nella debolezza delle proprie scelte hanno talvolta finito per cogestire questo modello anche dentro le aziende pubbliche. Si tratta di operatrici e di operatori che svolgono attività di assistenza tecnica per le Regioni, la rete dei Centri per l’Impiego, nell’implementazione di diversi programmi nazionali o regionali: meglio si farebbe a dire, usando uno slogan di questa mobilitazione che aiuta a disvelare il volto precario di diverse organizzazioni di cui si serve lo stato, che si tratta di precari che ricollocano disoccupati.
Mentre il governo giallo-verde scopre i suoi piani e insiste sul rafforzamento della rete dei Centri per l’Impiego allo scopo di costituire l’infrastruttura istituzionale che sperimenterà il governo coercitivo sulla forza lavoro a partire dai poveri che rientreranno nel programma di workfare, la mobilitazione dei precari sembra rompere qualsiasi illusione di linearità all’interno di questo processo.
L’idea dello Speakers’ Corner nasce dopo che il Coordinamento aveva inizialmente chiesto di disporre di una sala aziendale per organizzare un seminario interno in modo da legare la riflessione sulla condizione precaria degli operatori, il loro futuro occupazionale, con l’analisi critica dei dispositivi di workfare. L’Amministratore Unico, Maurizio Del Conte, tra gli estensori del Jobs Act, ha negato tale possibilità. Così il seminario si è trasformato in un’assemblea-presidio pubblico piuttosto partecipata. Come se non bastasse, nei giorni precedenti all’appuntamento, l’A.U. aveva persino diffidato il Coordinamento per l’affissione di locandine dell’iniziativa, mostrando un intento intimidatorio forse giustificato dalla frustrazione per la fine del mandato, conclusosi con scarsi successi sulle politiche da lui stesso disegnate.
I diversi interventi che si sono succeduti nello Speakers’ Corner si sono soffermati sulle responsabilità del management e dell’amministratore renziano, colpevole di aver bloccato il piano di stabilizzazione e persino di aver usato strumentalmente l’approvazione del Decreto Dignità allo scopo di scaricare sul governo giallo-verde la responsabilità del mancato rinnovo di alcuni contratti come quello di Valentina, la lavoratrice in maternità che a luglio si è trovata suo malgrado sotto i riflettori o quello di altre operatrici e operatori in scadenza nei prossimi mesi. Una delle pagine più ciniche di questo scontro tra conservatori e reazionari e dell’opposizione PD all’attuale governo. Il Coordinamento, inoltre, ha richiesto di essere ricevuto, ma l’azienda, a quanto pare, non si è degnata neppure di una risposta.
I precari hanno annunciato che la mobilitazione continuerà con una nuova tappa, il 14 novembre, sotto il Ministero del Lavoro.