ITALIA
Giustizia per Soumaila Sacko, bracciante. Il razzismo uccide
Bracciante e sindacalista dell’USB, il giovane migrante ventinovenne, proveniente dal Mali, è stato assassinato nella Piana di Gioia Tauro, dove oggi i lavoratori scioperano in solidarietà con il loro compagno. Intanto a Roma è stato lanciato un presidio a Piazza Santissimi Apostoli alle 17.
All’alba della fiducia in parlamento al governo di Lega e M5s, dopo le dichiarazioni contro gli immigrati pronunciate da Matteo Salvini subito dopo il suo giuramento come Ministro dell’Interno, è stato assassinato a colpi di fucile il 29enne di origine maliana Soumaila Sacko. Con altri due braccianti si trovava nei pressi di una fabbrica abbandonata: cercavano materiale utile per le baracche dove vivono, nel ghetto di San Ferdinando. Sacko, migrante regolare in Italia, viveva nella tendopoli e, come dichiarato dai suoi compagni, stava aiutando i suoi amici a trovare del materiale per le loro baracche.
Sacko era rappresentante sindacale dell’USB, con cui portava avanti le lotte contro lo sfruttamento, il caporalato e per migliori condizioni di vita e di lavoro.
Oltre tremila lavoratori che vivono e lavorano in pessime condizioni nella Piana di Gioia Tauro: così denuncia Gaetano di Monte commentando il rapporto di Medu – Medici per i diritti umani – significativamente intitolato “I dannati della terra”.
“Quello che emerge sono storie di lavoratori migranti che hanno fornito manodopera flessibile e a basso costo ai produttori di arance, clementine e kiwi nei mesi scorsi. Racconti di sfruttamento sul lavoro, di situazioni abitative degradate, condizioni igienico-sanitarie ai limiti della sopravvivenza e dignità calpestata”: nell’articolo, si denunciano le condizioni igienico-sanitarie e l’assenza di riscaldamenti, che ha causato diversi incendi tra cui quello dello scorso 27 gennaio che ha causato una morte, Becky Moises, lasciando 600 persone senza casa.
Scondo Medu, denuncia ancora Di Monte nel suo articolo pubblicato da Osservatorio Diritti, «nella Piana di Gioia Tauro più di 3000 persone vivono tra cumuli di immondizia, dormono su materassi posizionati per terra sull’erba o su vecchie reti, usano per i bisogni latrine fatiscenti. Bruciano plastica bruciata per potersi scaldare».
Ancora ignoti gli assassini e il movente. Quel che è certo è che il clima razzista, di impunità verso chi aggredisce i più deboli, il delirio securitario-proprietario che accomuna Lega e M5s ha prodotto la sua prima vittima.
Un assassinio che avviene in un clima di razzismo crescente, mentre si dispiega la violenza in forme sempre più dure contro i migranti, i neri, i diversi. Dopo Macerata e Firenze, ancora colpi di armi da fuoco assassini, minimizzati dalla stampa e dal dibattito pubblico.
Dal Ministro dell’Interno non è arrivata neanche una parola su quanto accaduto, così come dal Governo appena insediatosi. Intanto per sostenere la mobilitazione dei braccianti e portare nelle piazze di tutta Italia la solidarietà, il dolore e la rabbia per l’assassinio razzista di Soumaila, sono state convocati presidi in tante città italiane.
Oggi nella piana di Gioia Tauro si sta scioperando: i braccianti sfruttati nelle campagna dai caporali nella raccolta di pomodori, kiwi e arance incroceranno le braccia.
A Roma l’appuntamento è alle 17.00 in piazza Santi Apostoli sotto la Prefettura, per tutti. Perché come scrivono le Camere del Lavoro Autonomo e Precario “Sacko Sumaila era uno di noi, e le battaglie dei braccianti, da qualsiasi paese provengano, sono le battaglie di tutti i precari, gli sfruttati, i poveri di questo paese.”