DIRITTI
#MaiPiuCie, movimenti assediano la sede nazionale del Pd
La manifestazione per dire basta alle ipocrisie del Partito democratico sulla pelle dei migranti. Alla fine il deputato Khalid Chaouki, che nei giorni scorsi si era chiuso nel CIE di Lampedusa, riceve un delegazione di migranti.
E’ stato un Natale di lotta nei CIE e nei CARA italiani. A Ponte Galeria i migranti con le bocche cucite che finiscono su tutte le prime pagine dei quotidiani, poi la rivolta nel Cie di Bari e al CARA di Mineo, in Sicilia. Nel CIE romano di Ponte Galeria continua la protesta, diversi detenuti continuano a rifiutare i pasti e a dormire all’addiaccio.
Per questo oggi centinaia di persone hanno stretto d’assedio per diverse ore la sede nazionale del Partito democratico a Roma, per solidarizzare con i migranti in lotta ma anche per denunciare l’ipocrisia del Pd, che da una parte piange lacrime di coccodrillo per chi muore nel Mediterraneo e per chi soffre in queste strutture che vorrebbe “umanizzare”, e dall’altra prosegue le politiche dei respingimenti, delle espulsioni e della detenzione amministrativa. La verità è che i CIE non possono essere riformati, vanno chiusi ora e per sempre.
A partecipare alla mobilitazione quei migranti, parte di un movimento ormai meticcio, che sono tra i principali protagonisti del conflitto sociale nel nostro paese, basta pensare alla lotta per la casa o alle lotte nel settore della logistica.
Dopo ore di attesa e richieste Khalid Chaouki, il deputato democratico assurto agli onori delle cronache negli scorsi giorni per essersi chiusi nel CIE di Lampedusa, ha accettato d’incontrare una delegazione della manifestazione, definita pochi minuti prima “strumentale”. Alla delegazione, composta esclusivamente da migranti, Chaouki ha risposto a titolo personale non potendo parlare per il suo partito, impegnandosi a cercare ulteriori momenti di confronto e ribadendo che la sua non è stata una operazione d’immagine a fronte delle responsabilità del governo Letta e del Pd nella gestione dei flussi migratori.
Il presidio si è poi trasformati in un corteo spontaneo che è arrivato fino a Piazza Barbarini bloccando le strade. Il prossimo appuntamento per i movimenti è a Ponte Galeria, perché i CIE vanno chiusi e non si può più aspettare.