ROMA
Tiburtino III, mobilitazione popolare annulla consiglio regalato a Casapound. Cacciati i fascisti
Questo pomeriggio, un’ampia mobilitazione di quartiere ha impedito che venisse concessa legittimità ai fascisti di Casapound.
Questo pomeriggio, nel quartiere di Tiburtino III un presidio di alcune centinaia di abitanti ha impedito lo svolgimento di un consiglio municipale straordinario che tutte le forze politiche avevano concesso ai fascisti di Casapound. «Parlare coi fascisti non è democrazia, basta menzogne, devono andare via», uno dei cori cantati dalla piazza. I manifestanti hanno ribadito con forza che il quartiere ha ben altri problemi, che non hanno nulla a che vedere con i rifugiati e con le menzogne agitate dai razzisti.
Nei giorni scorsi si era verificato un tira e molla rispetto alla decisione di concedere legittimità all’organizzazione fascista di via Napoleone III. I camerati avevano interrotto una seduta di dibattito nel municipio rivendicando un consiglio stradordinario che discutesse i presunti problemi causati dal centro di accoglienza di via del Frantoio. Lo avevano fatto provando a strumentalizzare un fatto di cronaca, che alla fine si era rivelato ben diverso dal racconto dei giornali. Un rifugiato eritreo, infatti, era stato accusato di aver lanciato dei sassi contro dei bambini. Alla fine, però, si è rivelato che proprio lui era stato aggredito e poi colpito con una spranga per aver rifiutato una sigaretta a una signora.
Già lunedì scorso si era tenuta una prima risposta all’indizione del consiglio, cricata duramente dall’A.N.P.I e da diversi consiglieri regionali, che hanno accusato le forze politiche di farsi dettare l’agenda da un gruppo di fascisti. Così, su chiamata del Nodo Territoriale Tiburtina, lunedì mattina una cinquantina di abitanti del quartiere e attivisti hanno fatto irruzione in municipio chiedendo l’annullamento del consiglio straordinario. Dal momento che le forze politiche, e soprattutto la presidenza a 5 Stelle, non hanno voluto prendere questa decisione, è stato confermato il presidio di questo pomeriggio.
Intorno alle 15, le persone contrarie alla presenza dei fascisti si sono presentate all’ingresso del centro anziani che avrebbe dovuto ospitare la discussione. Gli anziani presenti all’interno hanno subito solidarizzato con i manifestanti, esprimendo una posizione di netta contrarietà alla passerella offerta a Casapound imponendo loro una decisione che non condividevano. Il presidio è cresciuto con il passare dei minuti e fino alle 16 la situazione è stata molto tranquilla. Poco dopo la polizia ha scortato il gruppo di fascisti, una quarantina in tutto, davanti al secondo ingresso del centro. I manifestanti hanno così iniziato a esercitare pressione, provando ad accerchiarli. Per proteggere i militanti di Casapound, la polizia li ha spinti dentro il recinto, presidiando l’ingresso. A un certo punto, gli abitanti del quartiere sono riusciti ad aprire il cancello principale invadendo lo spazio antistante a un’altra porta di ingresso del centro. La situazione si è inervosita ulteriormente quando la polizia ha fatto entrare tutti i fascisti all’interno della sala del consiglio, lasciando fuori gli abitanti, le associazioni e persino alcuni esponenti istituzionali. Questa decisione è stata fortemente criticata da diversi consiglieri municipali. Mentre ai fascisti veniva permesso di entrare, però, la celere iniziava a spintonare gli abitanti del quartiere per allontanarli dall’ingresso.
In un secondo momento, alcuni manifestanti sono riusciti ad aprire l’ingresso secondario entrando a contatto con i fascisti. Mentre quelli lanciavano oggetti da dietro una siepe e sfoderavano catene e bastoni, i manifestanti li affrontavano e respingevano all’interno della sala. Alla fine dello scontro diversi fascisti sono rimasti contusi. Uno di loro pare sia stato addirittura colpito alla testa dalla cinghiata di un suo camerata.
A quel punto, i consiglieri municipali sono usciti dalla sala e il consiglio è stato di fatto annullato dal basso. Il presidio, però, ha continuato ad assediare i fascisti, rinchiusi nel recinto con la protezione della celere, che dopo un po’ li ha scortati verso la metro. Solo a quel punto la manifestazione si è sciolta. Il Nodo Territoriale Tiburtina ha lanciato un corteo per il prossimo sabato, con la richiesta che le istituzioni discutano i veri problemi del quartiere: mancanza di case popolari e di spazi sociali, disoccupazione, spaccio di droga.
La mobilitazione di oggi dimostra che esiste una Roma pronta a respingere le provocazioni fasciste e che è sempre più importante chiudere ogni spazio di agibilità a questi soggetti.